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Vino italiano: il 2022 chiude con 8 miliardi di export da record e una crescita del 12%

Se il retail online ha vissuto una vera esplosione (+74,9%), la diversificazione dei mercati sta dando i suoi frutti: cresce il valore delle vendite in Tailandia (+158%) e Vietnam (+82%)

Vino italiano: il 2022 chiude con 8 miliardi di export da record e una crescita del 12%

Nel 2021 l’Italia, in termini di volume, è stato il maggior esportatore di vino al mondo, con 20,8 milioni di hl esportati e una quota del mercato mondiale pari al 20%. Seguono Spagna e Francia. Tuttavia, per quanto riguarda l’export espresso in valore, il Bel Paese si attesta al secondo posto alle spalle dei cugini transalpini. La differenza che emerge tra valore e volumi è data da prezzi medi di vendita molto diversi. La Francia si attesta sui 9€/l, l’Italia si 4,2€/l, la Spagna su 2,1€/l. Questo perché la Francia è riuscita a valorizzare meglio i propri vini, creando un mercato a più alto valore aggiunto.

Incrociando i dati dell’Organizzazione Mondiale Delle Dogane (OMD) e quelli dell’OIV si nota come il vino in bottiglia conserva il primato delle vendite, arrivando a coprire il 70% delle esportazioni globali, sebbene registri una riduzione di -1,7% sui volumi e -6,7% sui valori.

Allo stesso tempo, i canali di distribuzione online hanno vissuto una vera esplosione: +74,9% le vendite attraverso il portale web di proprietà, +435% le piattaforme on-line specializzate, +74,7% i marketplace generalisti. In effetti, in un 2021 che ha visto cadere gli investimenti dei maggiori produttori di vino del 14,3% e la loro spesa pubblicitaria ridursi del 13,4%, gli investimenti digitali siano aumentati del 55,8%. L’e-commerce consente inoltre alle persone di approcciarsi direttamente al viticoltore, saltando ogni forma di intermediazione.

In base ad un’analisi di Wine Monitor realizzata nel 2021 su un panel di 165 imprese, quelle che sono riuscite a conservare la propria fetta di mercato hanno dimostrato una forte propensione all’export. Ecco allora che entrano in gioco strategie di vendite multicanale, di brand-awareness (forte riconoscibilità del prodotto e del marchio), un management di qualità e diversificazione dei mercati di sbocco. A tal ragione sono aumentati gli investimenti nell’internazionalizzazione d’impresa e nel marketing digitale, grazie anche alle attività di consulenza e promozione dell’agenzia ICE e gli incentivi statali, come il Bonus Export digitale.

Per quanto riguarda il 2022 si parla già di otto miliardi di export, nuovo record di fatturato, (+12% rispetto al 2021), con il quale il Made in Italy si avvia a chiudere l’anno. I dati dell’Osservatorio Federvini mettono in luce come siano stati soprattutto tre i fattori che hanno inciso sul positivo trend delle esportazioni 2022. In primis il cambio euro-dollaro ha permesso di compensare gli aumenti dei costi di produzione e recuperare competitività sui mercati legati al dollaro come Usa e Canada. In secondo luogo un grande contributo è venuto dalla ripresa del turismo a livello globale, che ha dato impulso ai consumi di vini e spiriti nel canale horeca (bar e ristoranti). In Italia, a fine agosto, gli arrivi dei turisti internazionali hanno superato i 35 milioni (+125% rispetto allo stesso periodo del 2021). E infine ha inciso positivamente la diversificazione dei mercati, come strategia adottata da molte aziende che guardano ai mercati come Tailandia e Vietnam, dove nei primi 8 mesi del 2022 il valore dell’export del vino è cresciuto rispettivamente del 158% e del 82%.

Dieci anni fa, i mercati dell’Ue pesavano per circa il 57% sul valore dell’export, dopo la Brexit nel 2021, si è arrivati al 39%. Questo scenario ha determinato un diverso approccio ai mercati di destinazione e ha sollecitato un allargamento degli spazi commerciali da presidiare verso nuove realtà emergenti: oggi l’Asia pesa per il 7% sull’export complessivo di vino italiano.

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