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Venezia: Brugnaro ha vinto perché ha unito il Centrodestra

L’analisi dell’ISTITUTO CATTANEO sul voto – Nel ballottaggio, Brugnaro ha raccolto il 5% dei voti di Bellati e il 3,5% dei voti di Zaccariotto recuperando l’1% dall’astensione. Casson invece ha fallito nel tentativo di attrarre i voti del M5S che hanno preferito (5,7%) non votare. “Sconfitta dovuta all’incapacità di dialogo con l’area più moderata”

Venezia: Brugnaro ha vinto perché ha unito il Centrodestra

L’uno è riuscito a compattare la sua area di riferimento l’altro no. Il successo di Luigi Brugnaro a Venezia, rispetto all’avversario Felice Casson, si spiega così. 

È quanto si ricava dall’analisi dei flussi elettorali fra il primo e il secondo turno realizzata dall’Istituto Cattaneo di Bologna
In quello spazio di tempo infatti l’imprenditore ha messo il turbo e  ribaltato l’esito del voto, passando dal 28,6% (contro il 38% dell’ex magistrato) al 53%. 

 Come mai? Il centrodestra, ricorda il Cattaneo, al primo turno si era presentato con tre candidati: lo stesso Brugnaro (sostenuto da Forza Italia, Area popolare e tre liste civiche), Gian Angelo Bellati (sostenuto da Lega Nord, Indipendenza veneta e due liste civiche) e Francesca Zaccariotto (sostenuta da Fratelli d’Italia e due liste civiche). Al ballottaggio però è scattato il richiamo dell’unione: “I flussi in entrata verso il candidato provengono dagli elettori che al primo turno avevano votato per Bellati per il 5,0% e dagli elettori di Zaccariotto per il 3,5%”. Dall’astensione per l‘1%.

La stessa impresa non è riuscita all’opposizione. “Casson – scrive il centro di analisi politica – ha fallito nel tentativo di attrarre i voti del Movimento Cinque Stelle. Solo 1,5% di questi elettori, dopo aver votato Scano (il candidato sostenuto dal Movimento di Grillo) sceglie Casson al secondo turno, mentre è molto significativo il flusso in uscita dal Movimento verso l’area del non voto (5,7%). Peraltro, è consistente anche la quota di elettori che passa da Casson all’astensione fra il primo e il secondo turno (2,6%)”. 
In termini di consistenza l’area di centrodestra era già superiore alla rivale fin dal primo turno, è bastato perciò unire ciò che prima era diviso per vincere. Questo non assolve il candidato perdente: “la sconfitta di Casson – conclude il Cattaneo – è imputabile anche alla sua scarsa capacità di raccogliere consensi nell’area più moderata ed estranea al centrosinistra. Quanto al Movimento di Grillo si è confermata la sua riluttanza verso ogni forma di alleanza elettorale: la grande maggioranza del suo elettorato ha preferito disertare le urne del ballottaggio piuttosto che esprimere una preferenza verso uno dei candidati dei due principali schieramenti politici”.

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