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Vacanza? Uno su due non parte, “non ho soldi”. E il caro-prezzi non aiuta

Il 41,1% degli italiani non farà vacanze. Pesano principalmente l’inflazione e il caro prezzi. E i dati Istat confermano un calo del turismo per questa estate 2023

Vacanza? Uno su due non parte, “non ho soldi”. E il caro-prezzi non aiuta

Agosto, vacanza mia non ti conosco. Ebbene sì: il rovescio della medaglia dell’Italia vacanziera è che oltre il 40% degli italiani invece non è partito e nemmeno partirà. Motivi economici, soprattutto. Insomma, quasi 1 su 2 non accende i motori e lascia le valigie nell’armadio.

Inflazione e caro prezzi pesano sulle tasche degli italiani

Se infatti saranno 34,7 milioni gli italiani che hanno già trascorso o trascorreranno una vacanza fuori casa durante il periodo estivo, dormendo almeno una notte fuori casa, è anche vero però che il 41,1% della popolazione non fa vacanze tra giugno e settembre. Si resta a casa principalmente per motivi economici (48,2%). Un particolare che non viene sottovalutato da Federalberghi, l’associazione degli albergatori, sulla base dell’indagine da lei stessa condotta riguardante tutti i tipi di vacanza, non solo quella in albergo ed effettuata dal 17 al 21 luglio su un campione di 1.221 italiani maggiorenni rappresentativo dei 50 milioni di connazionali maggiorenni.

Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, non nasconde il problema: “Ciò che colpisce è il 41% di italiani che non farà vacanza, principalmente per motivi economici. Ma anche tra coloro che partiranno, un buon 45% cercherà di contenere le spese. Questo è il segnale chiaro di un disagio”. Già, anche per chi parte c’è il problema del caro vita: l’aumento dei prezzi ha generato nei vacanzieri di questa stagione la necessità di ridurre la durata del viaggio e le spese in generale, tra alloggio, cibo e divertimenti. In cifre: a causa dell’inflazione, un terzo dei vacanzieri (32,8%) ha deciso di ridurre la spesa per questa vacanza e il 13,6% è stato indotto a ridurre la durata del viaggio.

E certo gli ultimi episodi di cronaca vacanziera dalle località di villeggiatura non sono di buon auspicio: costi aggiuntivi per il semplice taglio in due di un tramezzino al bar, o per la richiesta di un semplice piattino di “condivisione”, o l’estemporanea iniziativa di baristi che suggeriscono ai propri clienti di portarsi da casa zucchero e cucchiaino per risparmiare sul caffè al banco, prezzi esorbitanti al ristorante.

I dati confermano un turismo in diminuzione

E anche i dati Istat confermano i dati in discesa per il turismo. Nei giorni scorsi, l’Istituto di statistica ha aggiornato i dati relativi alle presenze dei turisti italiani e stranieri nelle strutture turistico ricettive italiane. Nel periodo gennaio-maggio 2023, l’Istituto ha rilevato un calo del 5,7% dei pernottamenti rispetto al corrispondente periodo del 2019 ( -6,6% per gli italiani e -4,9% per gli stranieri). Incrociando il dato con le risultanze dell’osservatorio Federalberghi relative al mese di giugno, si può stimare che il primo semestre 2023 abbia fatto segnare un calo di circa il 2,9%

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