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Usa, Gb e altri 8 Paesi attaccano le basi Houthi in Yemen. L’Italia non c’era: perché?

Nella notte Stati Uniti, Gran Bretagna e altri 8 Paesi hanno lanciato degli attacchi contro le postazioni Houthi nello Yemen. L’Italia non partecipa. Reuters: “Si è rifiutata”, ma Palazzo Chigi smentisce

Usa, Gb e altri 8 Paesi attaccano le basi Houthi in Yemen. L’Italia non c’era: perché?

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno lanciato attacchi contro le basi Houthi in Yemen. Coinvolti anche altri otto Paesi alleati, tra cui Paesi Bassi, Australia, Canada e Bahrein, che dovrebbero fornire logistica, intelligence e altro supporto. L’attacco, dicono, ha lo scopo di indebolire la capacità degli Houthi di assaltare le navi nel Mar Rosso, come avvenuto nelle ultime settimane.

Usa e Gb attaccano gli Houthi in Yemen

Gli attacchi, ha riferito un dirigente Usa alla Cnn, avvenuti nella notte tra giovedì e venerdì sono stati condotti in particolare con aerei da combattimento e missili Tomahawk e hanno colpito oltre una dozzina di obiettivi Houthi da cielo, terra e mare. Tra questi sistemi radar, depositi e siti di lancio di droni, missili balistici e missili da crociera. 

Biden: “È la risposta diretta agli attacchi Houthi”

“Oggi, su mio ordine, le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali del mondo” (il Mar Rosso, ndr). Queste le parole di Joe Biden. Attraverso una nota la Casa Bianca ha spiegato che questa è la “risposta diretta agli attacchi Houthi” e che non esiterà “a prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario”. 

La risposta degli Houthi

“Non abbiamo preso di mira nessun paese al mondo tranne Israele”, ha dichiarato ad Al Jazeera il portavoce ufficiale degli Houthi, Muhammad Abdul Salam. “Le forze armate hanno dato una risposta iniziale e la amplieremo molto presto. Continueremo a prendere di mira le navi israeliane dirette verso di loro fino alla fine dell’aggressione contro Gaza”. Gli attacchi hanno causato “la morte di cinque combattenti e il ferimento di altri sei”, secondo il portavoce Houthi, ripreso dall’agenzia di Stato russa Tass. Per Muhammad Abdul Salam, Usa e Gran Bretagna hanno lanciato 73 attacchi sul territorio yemenita. “Non resteranno senza risposta”. 

L’annuncio dei 10 Paesi: “Allentare le tensioni e ripristinare la stabilità nel Mar Rosso”

“Il nostro obiettivo resta quello di allentare le tensioni e ripristinare la stabilità nel Mar Rosso“, hanno affermato in una dichiarazione congiunta i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Corea del Sud. 

“Ma il nostro messaggio sia chiaro: non esiteremo a difendere vite umane e a garantire il libero flusso del commercio in una delle vie navigabili più critiche del mondo, di fronte alle continue minacce”, prosegue la nota.

Nella dichiarazione i 10 Paesi affermano inoltre che “gli attacchi di precisione avevano lo scopo di interrompere e degradare le capacità che gli Houthi utilizzano per minacciare il commercio globale e la vita dei marinai internazionali”.

Il comunicato prosegue sottolineando che gli attacchi degli Houthi contro navi mercantili iniziati a metà novembre “costituiscono una sfida internazionale” e “l’azione di oggi dimostra un impegno condiviso per la libertà di navigazione, il commercio internazionale e la difesa della vita dei marinai da attacchi illegali e ingiustificabili”.

Reuters: “L’Italia si è rifiutata di partecipare”, ma Palazzo Chigi smentisce

Secondo Reuters, che cita una fonte governativa, l’Italia si sarebbe rifiutata di partecipare agli attacchi americani e britannici durante la notte contro il gruppo Houthi nello Yemen. Roma, ha spiegato l’agenzia di stampa, ha preferito perseguire una politica “che calmi” la situazione nel Mar Rosso. Lo scrive la Reuters.

Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani. Il ministro ha spiegato che l’Italia è stata informata dagli Stati Uniti dei raid sulle postazioni militari Houti ma che se avesse voluto pevdervi parte avrebbe dovuto avere l’ok del Parlamento. “L’Italia non può partecipare ai raid senza l’ok del Parlamento”.

Nel frattempo l’indiscrezione lanciata da Reuters è stata seccamente smentita da Palazzo Chigi. Fonti governative hanno chiarito che all’Italia è stato chiesto di sottoscrivere la dichiarazione congiunta con Stati Uniti, Regno Unito e altri Paesi alleati (che il governo di Roma non ha firmato) ma non è mai stato chiesto di partecipare ai bombardamenti in Yemen. “Lavoriamo – spiegano le stesse fonti – per mantenere bassa la tensione nel Mar Rosso e siamo impegnati nella coalizione europea per garantire libera circolazione delle navi nell’area”.

Le reazioni di Arabia Saudita, Hamas, Russia e Iran

“Il Regno dell’Arabia Saudita segue con grande preoccupazione le operazioni militari che si svolgono nella regione del Mar Rosso e gli attacchi aerei su una serie di siti nella Repubblica dello Yemen”, si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri di Riad, in cui si invita “all’autocontrollo e ad evitare un’escalation”.

“Questa aggressione indica la decisione di espandere l’area del conflitto al di fuori della Striscia. Questo avrà delle conseguenze”, ha detto, citato dai media, l’esponente di Hamas, Sami Abu Zhouri. “L’aggressione degli Usa e della Gran Bretagna contro settori dell’esercito yemenita, perché si è schierato con Gaza, è – ha sottolineato – una provocazione contro la nazione palestinese”. 

Mosca ha condannato gli attacchi contro i ribelli Houthi,denunciando un’azione che porta ad una “escalation” e che ha “obiettivi distruttivi”. “Gli attacchi statunitensi nello Yemen sono un nuovo esempio della distorsione da parte degli anglosassoni delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e del totale disprezzo del diritto internazionale in nome di un’escalation nella regione per raggiungere i loro obiettivi distruttivi”, ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. La Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha annunciato su Telegram la missione permanente russa all’Onu, come riporta la Tass.

Il portavoce del ministero degli Esteri dell’Iran, Nasser Kanani, ha “fermamente condannato gli attacchi di Usa e Gran Bretagna contro varie città in Yemen, ritenendoli un’azione arbitraria, una chiara violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dello Yemen e una violazione del diritto e dei regolamenti internazionali”. Come riferisce il ministero degli Esteri di Teheran su X, Kanani ha affermato che “l’unico risultato degli attacchi sarà creare instabilità nella regione”. Collegando i raid al sostegno degli Usa per Israele, il funzionario ha chiesto alla comunità internazionale di “impedire che la guerra si allarghi”.

(Ultimo aggiornamento: ore 15.20 di venerdì 12 gennaio).

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