Condividi

Ue contro Google: Bruxelles ordina la vendita di parte dei suoi servizi pubblicitari per abuso di posizione dominante

Dopo un’indagine l’Antitrust UE ha ordinato all’azienda di Mountain View “la cessione obbligatoria” di parte dei suoi servizi pubblicitari online per porre fine ai problemi di concorrenza rilevati nel settore. Ecco cosa gli viene contestato

Ue contro Google: Bruxelles ordina la vendita di parte dei suoi servizi pubblicitari per abuso di posizione dominante

Presa di posizione della Commissione europea nei confronti di Google. L’Antitrust UE ha ordinato all’azienda di Mountain View “la cessione obbligatoria” di parte dei suoi servizi pubblicitari online per porre fine ai problemi di concorrenza rilevati nel settore. La decisione è arrivata dopo un’indagine preliminare avviata nel giugno 2021 ed è stata annunciata in conferenza stampa dal Commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager.

Google controlla entrambi i lati del mercato della tecnologia pubblicitaria: vendita e acquisto. Siamo preoccupati che possa aver abusato della propria posizione dominante per favorire la propria piattaforma AdX. Se confermato, ciò è illegale. La Commissione Europea potrebbe richiedere a Google di disinvestire parte dei suoi servizi” le parole su Twitter della Vestager.

Antitrust UE: “Google ha violato le norme europee”

L’Antitrust ha recapitato una comunicazione di addebiti a Google, imputando alla società di aver “violato le norme Ue” abusando del suo dominio nella filiera della tecnologia pubblicitaria (ad tech). Bruxelles contesta all’azienda di favorire i propri servizi “display” (come banner e video) a scapito di concorrenti, inserzionisti ed editori online.

Le critiche mosse a Google

La Commissione ha rilevato preliminarmente che, almeno dal 2014, Google ha abusato delle sue posizioni dominanti favorendo il proprio scambio di annunci AdX nelle aste di selezione degli annunci gestite dal suo server di annunci degli editori dominante, DFP. Ad esempio, Google informava AdX in anticipo del valore dell’offerta migliore dei concorrenti che doveva superare per vincere l’asta.

Inoltre, Google ha favorito il proprio scambio di annunci AdX nel modo in cui i suoi strumenti di acquisto di annunci, Google Ads e DV360, effettuano offerte sugli scambi di annunci. Ad esempio, Google Ads evitava di competere con altri scambi di annunci e piazzava principalmente offerte su AdX, rendendolo così lo scambio di annunci più attraente.

La Commissione è preoccupata che le presunte condotte intenzionali di Google volte a conferire ad AdX un vantaggio competitivo possano aver escluso gli scambi di annunci concorrenti. Ciò avrebbe rafforzato il ruolo centrale di AdX nella catena di approvvigionamento dell’adtech e la capacità di Google di addebitare tariffe elevate per il suo servizio.

Se confermate, tali condotte costituirebbero una violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) che vieta l’abuso di una posizione dominante sul mercato.

Google replica: “Non condividiamo le accuse”

Immediata è arrivata la replica di Google. “Non condividiamo il punto di vista della Commissione europea e risponderemo di conseguenza. I nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria aiutano i siti web e le app a finanziare i propri contenuti e consentono alle aziende di tutte le dimensioni di raggiungere in modo efficace nuovi clienti” ha risposto il vicepresidente di Google per i servizi pubblicitari globali, Dan Taylor.

Commenta