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Turchia: garanzia SACE su un finanziamento di USD 624 mln

SACE garantisce un finanziamento di USD 624 milioni alla società turca Tupraz per la raffineria di Izmit a fronte dei contratti di fornitura di varie imprese italiane.

Con un comunicato stampa odierno, SACE ha reso noto di aver garantito il finanziamento di USD 624 milioni erogato da un pool di banche internazionali alla società turca Tupras per l’ammodernamento della raffineria di Izmit, nei pressi di Istanbul. L’intervento di SACE andrà a copertura dei contratti di fornitura in corso di assegnazione a varie imprese italiane.

Il progetto, il cui valore complessivo è di USD 2,4 miliardi, consentirà a Tupras (che fa parte del Gruppo Koc, primo gruppo privato turco) di migliorare l’efficienza e la redditività della raffineria di Izmit (l’unica in Turchia), convertendo olii combustibili ad alto contenuto di zolfo e prodotti raffinati a bassa marginalità, in diesel euro 5 e altri raffinati a maggior valore aggiunto. Il testo completo del comunicato può essere consultato al link:

http://www.sace.it/GruppoSACE/export/sites/default/download/comunicati/2011/20111013_Operazione_Tupras_1.pdf


L’operazione conferma l’impegno di SACE a sostenere l’export italiano in mercati ad alto potenziale quali la Turchia, dove è presente con un proprio ufficio a Istanbul. In effetti la Turchia sta diventando un paese sempre più rilevante nel portafoglio rischi di SACE. Al giugno scorso l’esposizione di SACE sul paese era la quinta per volume di impegni assicurativi, a parte l’Italia, con un importo di oltre € 1.362 milioni (dopo la Russia, di gran lunga la prima con oltre € 5,5 miliardi, e Regno Unito, Argentina e Brasile); ma è probabile che con questa operazione verranno scalate diverse posizioni. Nonostante la permanenza di alcuni fattori di rischio (il country risk Turchia è considerato da SACE nella categoria M2, la quinta su nove, esattamente al centro della scala di rischiosità della nostra ECA), la SACE non prevede alcuna restrizione per la concessione di garanzie, sia per il rischio sovrano, sia per quello bancario e corporate.

Del resto il paese attraversa una buona fase di crescita. Dopo la crisi del 2008-9, il PIL della Turchia è cresciuto di quasi il 9% l’anno scorso, e si prevedono incrementi a tassi vicini al 5% nel biennio 2011-12. Il flusso di investimenti esteri è ripreso a buoni livelli, ed il paese gode di un sistema bancario solido e ben capitalizzato.

Per quanto riguarda l’interscambio con l’Italia, sempre SACE, nella sua scheda di rischio sul paese, scrive che: “L’Italia è il quarto partner commerciale della Turchia dopo Germania, Russia e Cina. Nel 2010 il saldo commerciale tra i due paesi è stato pari a 2,9 miliardi di euro, in aumento del 133% rispetto all’anno precedente a causa della crisi internazionale. Le importazioni, pari a 5,1 miliardi di euro, sono aumentate del 16%; mentre le esportazioni italiane, pari a 8 miliardi di euro, sono aumentate del 42%. I prodotti maggiormente richiesti dal mercato turco sono stati quelli della meccanica strumentale (24% delle esportazioni totali), autoveicoli ed altri mezzi di trasporto (12%), metallurgia e prodotti in metallo (12%). SACE prevede che le esportazioni italiane di beni in valore in Turchia cresceranno del 14% nel 2011 e del 9,3% nel 2012. In particolare i tassi di crescita più elevati riguarderanno l’esportazione di mezzi di trasporto, di metalli e prodotti della metallurgia.” Ulteriori aumenti si sono avuti nei primi 7 mesi del 2011, nei quali le nostre esportazioni sono aumentate del 12,7%, le importazioni del 20,4%. Il nostro paese è anche nelle prime posizioni (la quinta) fra gli investitori esteri, e la nostra presenza nel paese è ben qualificata.

Data l’importanza della Turchia per il commercio e gli investimenti esteri italiani, FIRST online ha programmato nelle prossime settimane una serie di ulteriori articoli su come fare affari in questo paese.

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