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Trump stressa i mercati. E la Borsa guarda al Consiglio Ue

I ripetuti annunci su dazi e Cina, nonostante le frenate, tengono in altalena i listini. Il petrolio sale sulla scia di nuove restrizioni al greggio iraniano e sostiene i titoli energetici. Confindustria lancia l’SoS sulla manovra. Le banche soffrono, ma i titoli industriali sono in ripresa. Oggi l’asta BTP

Trump stressa i mercati. E la Borsa guarda al Consiglio Ue

Esiste una “Trump put”? Una parte degli operatori ci crede. Il Presidente Usa sta ben attento a non urtare più di tanto gli umori del mercato azionario che gli ha garantito finora un forte sostegno, prezioso in vista delle scadenze elettorali d’autunno. La conferma arriva da toni più accomodanti nei confronti della Cina. Ma i mercati, stressati dall’aggressività di Washington, non si fidano più di tanto.

Si avviano a chiudere il mese in rosso i mercati dell’Asia, scivolati ai minimi da nove mesi. Anche l’indice JP Morgan degli emergenti è al livello più basso degli ultimi nove mesi.

Stamattina in Asia scendono le Borse del Giappone (-0,3%), della Corea del Sud (-0,7%), dell’India (-0,1%) e di Taiwan (-0,2%). Rimbalza, dai minimi degli ultimi 13 mesi l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen: +0,3%. Si riprende anche Hong Kong (+0,5%).

YUAN GIÙ, PREOCCUPA IL DEBITO DELLE SOCIETÀ CINESI

Lo yuan continua la discesa nei confronti del dollaro, avanti per il settimo giorno consecutivo a 6,61, massimo dalla fine dell’anno scorso. Cresce così il rischio di una crescita insostenibile dei costi finanziari per le moltissime società cinesi che negli ultimi anni si sono fortemente indebitate in dollaro.

Sotto stress anche i mercati Usa: il Dow Jones arretra dello 0,68%, l’indice S&P 500 dello 0,86%. Più pesante il calo del Nasdaq (-1,54%). Perde colpi anche l’indice delle piccole imprese, il Russell 2000 (-1,7%).

SOFFRE IL TECH USA, MA ANCHE MC DONALD’S

Peggior blue chip è stata McDonald’s, con un calo superiore al 2%. A sorpresa avanza Harley Davidson (+0,8%), pur colpita dall’ira di Donald Trump dopo la decisione di spostare la produzione dagli Usa per sfuggire alle ritorsioni sui dazi.

In vista della delicatissima riunione del Consiglio europeo di oggi e domani, l’euro viene schiacciato dal dollaro, cross a 1,156, in lieve recupero dopo il -0,8% di ieri.

A poche ore dall’inizio del vertice è arrivata la notizia che Donald Trump ha invitato per il 30 luglio il premier italiano Giuseppe Conte alla Casa Bianca.

IL GREGGIO AI MASSIMI DA NOVEMBRE 2O14

A dominare i listini è la forte accelerazione dei prezzi del petrolio: il greggio Usa, il Wti, è schizzato ad un massimo di 73,06 dollari al barile, la quotazione più alta dal 28 novembre 2014 (+3,16%) per poi assestarsi stamane a 72,50. Il Brent tratta in Asia a 77,5 dollari. Vari i fattori che sostengono il rialzo, vanificando l’effetto dell’aumento della produzione voluto da Arabia Saudita e Russia. La miccia è stata innescata dal brusco calo delle scorte Usa, scese di 10 milioni di barili rispetto alla scorsa settimana (contro una previsione di 3 milioni), anche per la discesa dell’import dal Canada. Ma a far schizzare i prezzi è stata soprattutto la prospettiva di una stretta sul greggio dell’Iran, anticipata dal Wall Street Journal. Washington è intenzionata ad applicare sanzioni ai Paesi che dal prossimo 4 novembre acquisteranno il greggio di Teheran, violando l’embargo. Infine, a complicare il quadro, contribuisce la situazione sempre più confusa della Libia.

PRENDONO IL VOLO SAIPEM E TENARIS

Il risultato è stato un forte aumento dei titoli legato all’energia, sia a Wall Street (indice di settore +1,3%) che sugli altri listini. A Piazza Affari il titolo migliore è stato Saipem + 5,34%, spinto anche dalla notizia dello sblocco dell’impianto Lng di Anadarko in Mozambico cui partecipa la società italiana (per Equita un beneficio potrebbe valere fino a 1,5 miliardi di dollari). In forte progresso anche Eni (+2,76%) e Tenaris (+5,11%).

I PETROLIFERI SALVANO PIAZZA AFFARI (+0,65%)

La fiammata dei petroliferi ha permesso ai listini europei di chiudere in terreno positivo alla vigilia del Consiglio Europeo che oggi e domani offrirà molti spunti di riflessione (e di conflitto). La debolezza del settore bancario, però, sta ad indicare che i mercati nutrono poche illusioni sia sull’accordo sui migranti che sul dossier della riforma dell’eurozona. In particolare, come ha anticipato il premier Giuseppe Conte, l’Italia si pronuncerà contro la trasformazione del fondo salva-Stati Esm in un Fondo monetario europeo che “finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti”.

Ma a diffondere una nota d’ottimismo ci hanno pensato i toni morbidi della Casa Bianca. Trump sembra (condizionale d’obbligo) aver sposato la linea di Steven Mnuchin, affidando la protezione delle società statunitensi dell’alta tecnologia all’esame caso per caso da parte del Cfius, il Comitato che deve vagliare le acquisizioni straniere di società Usa senza imporre un veto specifico sulle operazioni cinesi. Cala la tensione, s’indebolisce l’euro secondo il copione del periodo.

Milano (+0,65%) ha chiuso la seduta a 21.557 punti, accelerando al rialzo fino a un massimo di 21.726 punti (2,7 miliardi di euro il controvalore degli scambi). La giornata era partita in pesante rosso (minimo a 21.157).

Lo stesso clima di fiducia si respira nel resto d’Europa: Francoforte +0,93%, Parigi +0,87%, Madrid +0,22%, Londra +1,17%.

SOS DI CONFINDUSTRIA: SERVIRA’ UNA MANOVRA DI 9 MILIARDI

Secondo il Centro Studi Confindustria, l’Italia rallenterà all’1,3% quest’anno dall’1,5% del 2017 e all’1,1% nel 2019. La previsione sul 2018 non sconta un’eventuale manovra bis per correggere l’andamento dei conti in corso d’anno. La previsione risente “del rallentamento globale e in particolare dell’export italiano e degli investimenti privati, di un mercato del lavoro non più tonico come prima, dell’aumento dello spread”, ha detto il nuovo capo economista di Confindustria Andrea Montanino. Secondo le nuove previsioni l’Europa presto busserà alle porte del Ministero per chiedere una manovra correttiva da 9 miliardi di euro già quest’anno.

DEALOGIC: CALANO LE OPERAZIONI DELLA CORPORATE ITALIA

La congiuntura ha già prodotto un evidente rallentamento nella richiesta di credito da parte della corporate Italia. Secondo l’analisi di Dealogic i mutuatari italiani hanno collocato nei primi sei mesi del 2018 operazioni sindacate per 45 miliardi di euro, il 36 % in meno di dodici mesi fa. Le istituzioni finanziarie del Bel Paese hanno venduto il 21% di debito rispetto al 2017. In forte calo anche le operazioni dell’area pubblica, salvo le aste del Tesoro comunque assai prudenti, secondo Dealogic, per evitare brutte sorprese. Il calo dell’attività sul mercato del debito italiano ha provocato un calo del 12% dei volumi a livello continentale.

Alla vigilia delle aste a medio-lungo termine, il secondario italiano si è comunque concesso una seduta positiva, nonostante la giornata difficile del settore bancario.

SPREAD IN CALO. I BTP VISTI IN ASTA AL 2,8%.

Oggi il Tesoro metterà all’asta titoli tra 5 e 6,5 miliardi con scadenza 2023 e 2028 più il Ccteu settembre 2025. Un’offerta relativamente leggera per quanto leggermente superiore a quella di fine maggio.

A fine seduta sul secondario il 5 anni marzo 2023 cedola 0,95%, in asta per 1,5/2 miliardi, viaggia intorno a 1,90% da 2,32% del collocamento di fine maggio. Il rendimento del decennale è indicato intorno a 2,82% da 3% dell’ultima asta.

Gli acquisti sono calati nel tardo pomeriggio, in coincidenza con il recupero dei governativi tedeschi. Partito a 253 punti base da 257 ieri sera, lo spread ha chiuso a 251 dopo una punta a 263 centesimi.

All’asta Bot di ieri, il tasso medio ponderato è calato di un punto e 121 centesimi rispetto a fin maggio per tornare al di sotto di 1%, al minimo da fine aprile.

INDUSTRIALI IN RIPRESA. CONTRATTO USA PER LEONARDO

Giornata di ripresa ieri per i titoli industriali, già stressati dalla disputa sui dazi. Recuperano Cnh Industrial (+2,83%), Stm (+1,12%), Buzzi (+1,21%) e Fiat Chrysler (+1,08%). Boccata d’ossigeno per Leonardo (+1%). Drs, la controllata, si è aggiudicata un contratto con l’esercito statunitense, del valore di 193 milioni di dollari, per la fornitura di sistemi di protezione attiva per carri armati, con relativa attività di supporto e manutenzione.

Rialza la testa Prysmian (+1,91%), penalizzata questa settimana dalla vicenda degli accantonamenti per i problemi di Western Link. Secondo le dichiarazioni dell’Ad, Valerio Battista, gli accantonamenti effettuati dalla società per fronteggiare le penali legate ai ritardi nel progetto dovrebbero essere sufficienti.

BANCHE IN ROSSO, ACQUE DI NUVO AGITATE IN CARIGE

Il settore bancario ha fatto peggio del resto d’Europa, nonostante lo spread tra Btp e Bund sia rimasto stabile. Il paniere italiano ha ceduto l’1,61%, mentre in Europa il comparto ha terminato praticamente invariato -0,07%.

Male soprattutto Unicredit (-1,8%), Ubi Banca (-2,21%), Banco Bpm (-1,8%) e Mediobanca (-1,53%). Bper Banca-1,42%: l’amministratore delegato Alessandro Vandelli ha confermato che il piano industriale sarà presentato in settembre. Acque di nuovo agitate in Carige (-1,27%): dopo le dimissioni del presidente Giuseppe Tesauro sono arrivate ieri quelle del consigliere indipendente Stefano Lunardi.

ZOPPICA IL GESTITO. GENERALI SALE IN INDIA

Restando ai finanziari, zoppica il risparmio gestito. A maggio l’industria italiana del settore ha registrato una raccolta negativa di 6,91 miliardi di euro secondo i dati preliminari a cura di Assogestioni. In realtà, oltre 3,67 miliardi di euro derivano da uno spostamento di perimetro a da risparmio gestito a assicurativo. Banca Generali -3,23%.

Tra le assicurazioni brillante Unipolsai +2,6%. Generali -0,17%. La compagnia cresce in India. Con una mossa che si inserisce a pieno titolo nel riposizionamento geografico in corso, il Leone si è portata dal 25,5% al 49% nella partnership assicurativa con Future Group.

BENE CAMPARI, IL MONDIALE SPINGE MEDIASET

Campari +1,97%.Il gruppo che fa capo a Lagfin, la finanziaria lussemburghese della famiglia Garavoglia che controlla Campari, ha segnato nel 2017 un utile netto di competenza più’ che raddoppiato a 92,7 milioni dai 41,8 milioni del 2016.

I Mondiali fanno bene a Mediaset (+1,34%). Pier Silvio Berlusconi ha affermato che “la raccolta dai Mondiali è stata molto molto positiva, al di sopra delle nostre aspettative.

Tod’s -1,49%: JP Morgan ha ridotto il prezzo obiettivo da 56 a 55 euro, confermando la raccomandazione “neutral”.

MASI BRINDA CON IL CAVIALE BELUGA

Brinda Masi Agricola (+3,9%). La società famosa per il suo Amarone, ha raggiunto un accordo con Beluga Group per la distribuzione di esportazione e distribuzione dei propri vini in Russia.

Tra le mid cap a picco Gima TT-7,85%: Kepler ne ha tagliato il rating a hold.

Sull’ Aim vola Energica Motor Company +18,25% grazie ai risultati del primo semestre.

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