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Trump alza i dazi anti-Cina, oggi i nuovi piani della Ferrari

Trump ha alzato stanotte i dazi sulle importazioni dalla Cina, escludendo Apple che però è inciampata in Borsa – Oggi il D-Day della Ferrari ma occhio anche a Fca per gli sviluppi di Magneti Marelli – Piazza Affari recupera quota 21 mila pb grazie alle banche

Trump alza i dazi anti-Cina, oggi i nuovi piani della Ferrari

Donald Trump ha alzato stanotte i dazi sulle importazioni dalla Cina, come già anticipato nei giorni scorsi. Dal 24 settembre entrano in vigore tariffe del 10% su beni cinesi pari a 200 miliardi di dollari, mentre dal primo gennaio si sale al 25% per poi arrivare, nel caso di ritorsioni da Pechino, a 467 miliardi, ovvero a quasi tutto l’import cinese. Il provvedimento risparmia l’iWatch di Apple e altri prodotti tech fabbricati nel paese asiatico. Ma l’esenzione non ha impedito ad Apple di perdere nuove posizioni nel dopo Borsa dopo il calo del 2,7% nella seduta. I future sulle Borse Usa sono in ribasso stamane dello 0,3%.

SALE TOKYO, TIENE LACINA

Le misure, già previste, non scuotono più di tanto i listini d’Oriente. Tokyo alla riapertura dopo la pausa festiva segna un rialzo dell’1,2% dell’indice Nikkei. Il mercato azionario di Shanghai invece è sulla parità. In lieve rialzo Seoul nel giorno d’avvio dei colloqui tra i presidenti delle due Coree. In calo Hong Kong (-0,7%) e Sidney (-0,5%).

La valuta cinese si muove poco, stamattina il cross dollaro renmimbi è in lieve calo a 6,86. Lo yen del Giappone è in prossimità dei massimi degli ultimi due mesi a 112 su dollaro. L’euro si apprezza a 1,169 nei confronti della valuta degli Stati Uniti.

FRENA IL PETROLIO GIÙ IL NASDAQ

In forte discesa stamane i prezzi del petrolio, frenati dalla prospettiva di un calo dei traffici commerciali. Il Brent è scivolato a 77,6 dollari il barile. Saipem ieri in evidenza: +2,7% dopo i commenti favorevole di Bernstein sull’uscita del cfo Giulio Bozzini.

La frenata dei titoli tecnologici (Amazon -3,2%) ha condizionato i mercati americani: Dow Jones -0,35%, S&P 500 -0,56%. Più pesante la discesa del Nasdaq (-1,43%).

COCA COLA SI DÀ ALLA MARIJUANA

Da segnalare l’attivismo di Coca Cola (+0,72%). Il colosso sta correndo ai ripari di fronte al progressivo declino delle vendite del suo prodotto storico. L’ultima mossa riguarda la marijuana. Il gruppo ha annunciato il suo interesse per Aurora Cannabis, il gruppo canadese leader nella produzione di CBD, un composto ricavato dalla pianta che possiede proprietà antidolorifiche (senza creare dipendenza): l’obiettivo è la messa a punto di una bibita alla canapa.

AZIONI E BOND, MILANO REGINA D’EUROPA

La miglior Borsa del vecchio Continente ma anche, fatto assai più raro, il miglior mercato obbligazionario. È cominciata alla grande la settimana finanziaria del Bel Paese, spinta dalla prospettiva di una manovra modello Tria. Assai più cauti gli altri listini: il dato sull’inflazione di Eurolandia, ferma al 2%, è stato in linea con le aspettative. Ma una nota di ottimismo può arrivare dal dossier dazi: Trump è troppo concentrato sulla Cina per aprire un altro fronte in Europa.

PIAZZA AFFARI DI NUOVO SOPRA 21 MILA PUNTI

A Milano (+1,06%) l’indice ha messo a segno un solido rialzo oltre quota 21 mila (21.111) su livelli che non si vedevano da metà agosto. Venerdì si è conclusa la seconda settimana positiva di fila, un evento che non si verificava da inizio maggio ovvero da quanto è sorta l’ipotesi (poi realizzata) di formare un governo giallo-verde. Il bilancio da inizio anno resta in rosso di circa il 3%, grosso modo allineato alla media europea.

Solo Madrid (+0,43%) ha cercato di tenere il passo della piazza italiana. Nel resto d’Europa: Francoforte -0,24%; Parigi -0,07%; Londra -0,05%; Zurigo -0,36%.

A luglio il saldo della bilancia commerciale italiana ha registrato un avanzo di 5,676 miliardi in calo rispetto ai 6,562 miliardi nello stesso mese del 2017. Il saldo della bilancia con i Paesi Ue nel mese in osservazione ha registrato un avanzo di 2,677 miliardi di euro, in aumento dai 2,030 miliardi di luglio 2017.

BTP IN VOLO, IL DUE ANNI AI MINIMI DA LUGLIO

Il Btp, ai livelli attuali di rendimento, sconta un aumento del deficit/Pil, fino a circa il 2,5%. Se il governo resterà, come promesso, sotto quota 2%, o addirittura all’ 1,6%, lo spread potrebbe tornare velocemente intorno ai 200 punti base. È la scommessa che ha spinto ieri in rialzo i titoli del debito italiano, in accelerazione nel finale.

Il decennale ha chiuso ad un rendimento appena superiore al minimo giornaliero di 2,86%; nel pomeriggio lo spread Btp/Bund ha galleggiato stabilmente poco sopra i 240 punti, stringendo di oltre 10 punti sull’ultima chiusura. In un mese la forbice si è ridotta di 50 punti.

Sul tratto 2 anni il rendimento è sceso fino a 0,71%, a nuovi minimi da fine luglio, contro 0,88% della chiusura di venerdì. A fine agosto, il tasso biennale aveva sfiorato l’1,50%, spinto dai toni aggressivi sull’aumento del deficit utilizzati da diversi esponenti di governo.

Oggi torna in primo piano il primario europeo: la Germania mette in asta fino a 4 miliardi di titoli biennali, ma già mercoledì sarà nuovamente sul mercato con l’offerta di 3 miliardi di Bund decennali; giovedì sarà la volta dell’offerta francese e spagnola, in tutto fino a 14 miliardi di carta a medio lungo (indicizzati compresi).

Domani sono in agenda anche aste spagnole a breve, tra 1,5 e 2,5 miliardi di titoli a 3 e 9 mesi.

BANCHE ALLA RISCOSSA GRAZIE ALLO SPREAD

Diversi i temi in evidenza sul listino azionario. A partire dalle banche galvanizzate dalla riduzione dello spread. L’indice di settore è salito del 2,2%.

A Milano gli acquisti diffusi sui bancari spingono l’indice settoriale italiano in rialzo del 2,2%. Brilla in particolare Banco Bpm (+3,6%) seguita dalle big Intesa (+2,3%) e Unicredit (+2,6%).

MEDIOBANCA PREPARA IL RITORNO IN FRANCIA

Mediobanca (+1,73%), secondo quanto riferisce Les Echos, è in trattative per rilevare in Francia la banca d’affari specializzata in M&A di Erik Maris e di Jean Marie Messier (valore 160 milioni di euro). Un’operazione in linea con la strategia internazionale avviata nel Regno Unito con l’acquisto di Cairn ed in Svizzera di Ram Active Investment.

FinecoBank (+1,15%) si è spinta ieri in avvio sul nuovo record storico di 11,45 euro, è l’ottavo nelle ultime dieci sedute. Negli ultimi 12 mesi il titolo ha guadagnato il 55%.

In rally Telecom Italia (+4%) dopo tre sedute di cali e in una giornata positiva per le tlc europee.

Sostenuta anche Mediaset (+2,9%) sulla scia delle recenti dichiarazioni del management in tema di M&A. Ma conta di più il riavvicinamento tra il Cavaliere e Matteo Salvini.

Sul fronte opposto STMicroelectronics in calo dell’1,86% nel giorno dello stacco del dividendo trimestrale.

OGGI IL D DAY FERRARI. MAGNETI: IL PREZZO NON È GIUSTO

Nella scuderia Agnelli , Ferrari cede l’1,4% alla vigilia del capital market day di oggi: bruciano le vittorie in F1 di Lewis Hamilton alla guida di Mercedes.

Tiene Fiat Chrysler (+0,36%) in attesa di sviluppi sulla sorte di Magneti. Dopo la due diligence si è raffreddato l’interesse di Kkr. Banca Imi stima un valore di poco sotto i 4 miliardi, 5 per Mediobanca mentre per Akros il prezzo giusto è di 5,5 miliardi. La richiesta del gruppo è di 6 miliardi.

JUVE, VERSO LO SCUDETTO DEL MERCHANDISING

A Piazza Affari continua la marcia del titolo Juventus schizza del 3,51%, a quota 1,565 euro. Da un lungo reportage del Financial Times emergono gli obiettivi di business: entro tre stagioni, in particolare, il valore degli accordi commerciali del club dovrebbe passare dai 114 milioni di euro della stagione 2017-2018 fino a quota 235 milioni di euro.

Da segnalare sullo Star anche i forti rialzi di Igd (+6,85%) e di Eurotech (+7,29%). S’interrompe la frana di Astaldi che chiude in terreno positivo (+0,9%). Prese di beneficio su Landi Renzo, in calo del 4,5%.

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