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Top vini, Borgogna e Italia intaccano il dominio dei Bordeaux

I Bordeaux devono fare i conti con la Borgogna, la cui quota è salita dall’1,2% nel 2010 al 6,8% nel 2013; e l’Italia (specie i super-toscani, come li chiama Anthony Maxwell, direttore del Liv-ex – un mercato virtuale dei vini di alta gamma), la cui quota è salita dallo 0,9% al 3,3%.

Top vini, Borgogna e Italia intaccano il dominio dei Bordeaux

Il mercato dei vini costosi è stato finora quasi interamente monopolizzato dai Bordeaux: la quota di mercato nel mondo (per valore e non per numero di bottiglie) era ancora, nel 2010, del 95% circa, ma in quest’anno che si va chiudendo dovrebbe scendere all’83%.

I concorrenti che stanno crescendo di più sono due: la Borgogna, la cui quota è salita dall’1,2% nel 2010 al 6,8% nel 2013; e l’Italia  (specie i super-toscani, come li chiama Anthony Maxwell, direttore del Liv-ex – un mercato virtuale dei vini di alta gamma), la cui quota è salita dallo 0,9% al 3,3%.

Si tratta anche di una reazione agli eccessivi aumenti dei prezzi dei Bordeaux, dopo anni di crescente interesse verso questi vini da parte dei ‘nuovi ricchi’ asiatici. Alcuni attribuiscono la perdita di quote di mercato a una campagna cinese contro i consumi di ostentazione (i vini pregiati venivano e vengono spesso usati in Cina come regali o serviti a banchetti ufficiali).

L’interesse cinese verso i più corposi vini italiani deriva anche dagli accostamenti: “Il Bordeaux non va specialmente bene con la cucina cinese”, dice l’enologo Giles Cooper. Cooper opina che il consumo domestico di vino in Cina ha favorito la crescente popolarità di vini italiani, più robusti e acidi. 


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