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Terremoto, Renzi: “Funerali ad Amatrice”

Dopo le numerose proteste dei cittadini sui funerali delle vittime del terremoto del 24 agosto, il Presidente del Consiglio interviene a placare la situazione, stabilendo che le esequie verranno celebrate ad Amatrice e non a Rieti, come precedentemente previsto – L’e-news di Renzi sulla ricostruzione.

Terremoto, Renzi: “Funerali ad Amatrice”

Dopo le numerose proteste dei cittadini sui funerali delle vittime del terremoto del 24 agosto, il Presidente del Consiglio interviene a placare la situazione, stabilendo che le esequie verranno celebrate ad Amatrice e non a Rieti, come precedentemente previsto.

La decisione di spostare le celebrazioni nella città laziale aveva fatto infuriare gli sfollati: “Noi a Rieti non ci veniamo, ridateci i nostri morti”, avevano affermato i cittadini del paese distrutto dal sisma. Dopo un colloquio telefonico con il Premier, il sindaco Sergio Pirozzi ha fatto sapere che non ci sarà la cerimonia a Rieti ma i funerali saranno ad Amatrice.

La notizia è stata confermata dallo stesso Renzi su Twitter

 
I funerali si terranno dunque martedì 30 agosto alle ore 18 ad Amatrice. 

Intanto il premier ha anche pubblicato una e-news sul tema della ricostruzione. Queste le sue parole: “C’è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate. La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente con l’aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l’Autorità Anti Corruzione presieduta da Cantone ma anche con la massima trasparenza online. Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile a cominciare da quelli inviati via sms dagli italiani al numero della protezione civile (Sms al numero 45500, ancora attivo per chi vuole dare una mano). Ma soprattutto dovremo tenere viva la presenza delle comunità sul territorio. I luoghi hanno un’anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina. E l’anima gliela danno le storie delle persone, vecchi e bambini, il vissuto quotidiano, gli spazi di una comunità a cominciare dal circolo, dalla chiesa, dalla scuola. L’impegno del governo è che questi luoghi così ricchi di un passato prezioso possano avere un futuro. E per farlo occorrerà lavorare tutti insieme, senza proclami, senza annunci, senza effetti speciali, ma con l’impegno rigoroso di tutti. La storia italiana ci consegna pagine negative nella gestione del dopo-terremoto, come l’Irpinia, ma anche esempi positivi. Su tutti il Friuli del 1976, certo. Ma anche l’Umbria di vent’anni fa. E soprattutto penso al modello emiliano del 2012. Quel territorio ha “tenuto botta”, come si dice da quelle parti, ricostruendo subito e bene. Le aziende sono ripartite, più forti di prima. E la coesione mostrata è stata cruciale per raggiungere l’obiettivo. Dovremo prendere esempio da queste pagine positive. E fare del nostro meglio – senza annunci roboanti – per restituire un tetto a queste famiglie e restituire un futuro a queste comunità”.

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