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Termosifoni: il giorno X delle valvole e le multe in arrivo

Da gennaio chi non ha installato le nuove termovalvole rischia sanzioni da 500 a 2.500 euro – C’è il pericolo di una vera stangata, perché sono moltissimi i condomini non ancora in regola – La proroga è impossibile, ma il Governo sta studiando soluzioni alternative

Termosifoni: il giorno X delle valvole e le multe in arrivo

Il giorno del giudizio per i termosifoni è ormai alle porte. Dal primo gennaio 2018 le vecchie valvole diventano ufficialmente irregolari e chi non le ha ancora sostituite rischia multe pesantissime. Il 31 dicembre scade infatti il termine per installare negli edifici che hanno il riscaldamento centralizzato le cosiddette “valvole termostatiche”, anche note come “termovalvole”. Con questa nuova tecnologia sarà possibile regolare in ogni appartamento l’intensità del calore generato dai termosifoni: in questo modo si potranno ridurre gli sprechi di energia e ciascun condomino pagherà un conto più aderente ai suoi consumi effettivi (anche se rimarranno da versare le quote per le perdite della rete di distribuzione e per la manutenzione dell’impianto). L’obiettivo è ridurre l’impatto sull’ambiente e sul portafogli.

Ora, il problema è che in moltissime abitazioni italiane questa sostituzione non è ancora avvenuta. Le nuove regole sono state approvate in ritardo dal nostro Paese, perciò molti si aspettavano che alla fine sarebbe arrivata una proroga della scadenza. Invece no: il termine del 31 dicembre non può slittare, a meno di non voler suscitare le ire di Bruxelles. La rivoluzione dei termosifoni è infatti un obbligo imposto dalla direttiva comunitaria 2012/27/CE, recepita dall’Italia con i decreti 102/2014 e 141/2016.

Purtroppo, rimediare all’ultimo minuto non è affatto semplice. Per installare le termovalvole è necessario che nei termosifoni non ci sia acqua (traduzione: il riscaldamento deve essere spento), ma ormai le temperature sono invernali e alcuni condomini non accettano di sopportare il freddo in casa per non scontentare l’Ue. Anche in caso di accordo, tuttavia, la corsa può rivelarsi inutile, perché le ditte specializzate hanno troppo lavoro e ormai non sono in grado di rispondere a tutte le chiamate.

Insomma, ormai in molti casi il ritardo è inevitabile e il rischio è di subire una vera stangata. Dal 2017, tutti i proprietari di appartamenti in cui non sono stati eseguiti in tempo i lavori potranno ricevere un’ammenda da 500 a 2.500 euro. Ripetiamo: ad appartamento, non a condominio. Le ispezioni, disposte dalle Province e dai Comuni sopra i 40mila abitanti, scatteranno a campione.

Per limitare i danni (e allo stesso tempo evitare le sanzioni europee) il Governo potrebbe trovare strade alternative al rinvio della scadenza: ad esempio la riduzione delle sanzioni al 5% dell’importo minimo fino alla primavera del 2017 o un posticipo nell’applicazione delle ammende a fronte di irregolarità rilevate. O ancora: ai condomini non in norma potrebbe essere concesso di autodenunciarsi e pagare così una multa ridotta, un po’ come accade con il ravvedimento operoso previsto dal Fisco. In ogni caso, la soluzione sarà affidata con ogni probabilità a uno dei grandi classici di fine anno: il decreto milleproroghe.

D’altra parte, è verosimile che le verifiche non saranno rapidissime: anzi, le situazioni irregolari potrebbero non venire a galla prima di settembre/ottobre. Perciò, nella pratica, ci dovrebbe essere ancora qualche mese di tempo per mettere in regola i termosifoni. E magari, quando farà meno freddo, ricomincerà la grande corsa alle termovalvole.

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