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Telecomunicazioni, sull’ultimo miglio deciderà l’Agcom – Il Governo corregge la Camera

Il Governo ha varato un emendamento al decreto semplificazioni in cui prevede che sarà l’Autorità delle Comunicazioni, entro 4 mesi, a individuare le misure per disaggregare i costi da offrire agli operatori alternativi sull’ultimo chilometro.

Telecomunicazioni, sull’ultimo miglio deciderà l’Agcom – Il Governo corregge la Camera

Le semplificazioni iniziano a dare fastidio ai Big e nelle telecomunicazioni la prima “vittima” è Telecom Italia. L’obbligo automatico di disaggregare i costi per l’affitto all’ingrosso della rete fissa dal costo del servizio di attivazione della linea stessa e dal servizio di manutenzione è venuto meno. Spetterà all’autorità garante delle Comunicazioni (Agcom), entro 120 giorni, individuare “le misure atte ad assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi relativi all’accesso all’ingrosso alla rete fissa e ai servizi accessori” per quanto riguarda l’affitto dell’ultimo chilometro della rete di accesso. E’ quanto previsto nell’emendamento depositato in commissione Affari costituzionali del Senato questa mattina dal Governo. Si modifica così la norma “Telecom” approvata nel passaggio dello stesso provvedimento alla Camera.

Obiettivo dell’emendamento è aumentare la concorrenza nel mercato delle Tlc. L’Agcom dovrà trovare la soluzione migliore per fare in modo che “il prezzo del servizio di accesso all’ingrosso alla rete fissa indichi separatamente il costo della prestazione dell’affitto della linea e il costo delle attività accessorie, quali il servizio di attivazione della linea stessa e il servizio di manutenzione correttiva, secondo le procedure degli articoli 7, 7a, 15 e 16 della direttiva 2002/21/Ce, come modificata dalla direttiva 140/2009/Ce”. 

Il suggerimento di agire in questo senso era arrivato già venerdì scorso, quando la Commissione Ue aveva suggerito che l’Agcom imponesse all’operatore dominante, ossia Telecom Italia, la pubblicazione dei prezzi per l’accesso alla rete in modo “sufficientemente disaggregato” per evitare che gli operatori che affittano la rete telefonica fissa – come Fastweb, Tele2, Wind, Bt, Vodafone – fossero obbligati a pagare per servizi non necessari.

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