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Telecom sospende Tim Prime: servizi e costi non richiesti

A fine marzo era arrivata la diffida dall’Agcom: i clienti si sarebbero visti attivare nuovi servizi mai richiesti con un addebito fisso di circa 2 euro al mese.

Telecom Italia ha sospeso l’applicazione di Tim Prime, l’opzione con la quale venivano attivati nuovi servizi in modo automatico, ovvero senza alcuna richiesta da parte dei clienti, che però si vedevano addebitare costi aggiuntivi. Il gruppo ha deciso di fare marcia indietro dopo aver avviato “discussioni con le Autorità volte al lancio di nuovi e migliori servizi”: l’obiettivo, spiega la società, è “mantenere il rapporto di assoluta trasparenza con i propri clienti e di assicurare un confronto aperto, sereno e costruttivo con le Autorità”.

A fine marzo l’Agcom aveva approvato un provvedimento di diffida nei confronti di Tim in riferimento alla manovra di rimodulazione dei profili base di telefonia mobile. L’operazione, se attuata, avrebbe comportato un aggravio di oltre 2 euro al mese per milioni di utenti del servizio.

Tim – come ricostruiva l’Autorità nella sua istruttoria – aveva presentato l’offerta commerciale come una rimodulazione dei profili tariffari base: i prezzi sarebbero stati modificati proponendo traffico voce e Sms illimitati verso una numerazione Tim scelta dal cliente al costo di 0,49 euro a settimana.

Secondo l’Autorità, Tim avrebbe utilizzato in modo illegittimo la procedura prevista dal Codice delle comunicazioni per l’esercizio dello jus variandi, attivando a moltissimi clienti una nuova offerta con la tecnica dell’opt-out (che comporta una sorta di silenzio assenso). In questo modo, l’offerta base originaria non sarebbe più stata a consumo, ma avrebbe previsto un addebito fisso settimanale.

Per l’Agcom, l’attivazione non richiesta di nuovi servizi in cambio di costi aggiuntivi non rappresenta una modifica del prezzo o delle caratteristiche dei servizi per i quali il cliente ha dato il proprio consenso contrattuale, bensì una vera e propria introduzione di prestazioni e costi nuovi, mai richiesti dall’utente.

Lo scorso 16 marzo l’Antitrust aveva già condannato Vodafone a pagare una multa di un milione di euro per l’attivazione di Exclusive, un servizio accessorio non richiesto molto simile a Tim Prime. Ma Vodafone lo aveva attivato dal 31 agosto 2015 senza il consenso dei suoi utenti, con un addebito automatico di 1,90 euro al mese, e aveva poi respinto le richieste di rimborso.

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