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Telecom Italia: arriva il convertendo. E nel terzo trimestre ritorna all’utile

Una boccata d’ossigeno finanziaria per le casse del gruppo, al centro di una battaglia per il suo controllo: il Cda ha dato il via libera a un convertendo di massimo 1,3 miliardi – Per la parte ordinaria, dovrebbe sottoscriverlo Telefonica – Intanto Telecom Italia ritorna all’utile nel terzo trimestre, non più frenata dalle svalutazioni

Telecom Italia: arriva il convertendo. E nel terzo trimestre ritorna all’utile

Una boccata d’ossigeno finanziaria per le casse di Telecom. E il ritorno all’utile nel terzo trimestre, non più frenato dalle svalutazioni.

Sono i primi risultati del primo cda Telecom Italia dopo l’uscita di France Bernabé. I consiglieri, presenti i due rappresentati di Telefonica, hanno approvato la proposta del convertendo da 1,3 miliardi messo a punto dai vertici di Telecom. Non è certo la soluzione definitiva ai problemi del gruppo. Né è chiaro chi sottoscriverà la parte dell’emissioni convertbile in titoli di risparmio. Ma l’emissione consentirà a Telefonica di finanziare la società senza per questo compromettere nel frattempo i propri equilibri finanziari. Purché le agenzie di rating accettino senza obiezioni questa forma di quasi equity.

Il cda non è ancora finito. Si attendono, perciò, notizie su eventuali dismissioni e, non meno importante, la data della prossima assemblea. Si prevede che il meeting dei soci, in cui Marco Fossati intende dar battaglia, sarà fissato al prossimo 20 dicembre.

Ma andiamo con ordine:

1) Il cda ha dato il via libera al convertendo Telecom Italia da massimi 1,3 miliardi di euro, con scadenza novembre 2016. Nel dettaglio, il prestito obbligazionario comprende: un prestito obbligazionario subordinato equity-linked garantito a tasso fisso a conversione obbligatoria in azioni ordinarie con scadenza tre anni (le ‘obbligazioni convertende ordinarie’; un prestito obbligazionario subordinato garantito equity-linked a tasso fisso a conversione obbligatoria in azioni di risparmio sempre con scadenza tre anni (‘obbligazioni convertende di risparmio’), emessi da Telecom Italia Finance sa e garantiti da Telecom Italia spa. Le obbligazioni convertende ordinarie saranno emesse alla pari per un valore nominale unitario di 100mila euro, con una cedola annuale a tasso fisso annuo tra il 5,75% e il 6,50%.

Le obbligazioni convertende di risparmio, emesse a un tasso tra il 5,75% e il 6,50%, saranno soggette a conversione obbligatoria in azioni di risparmio del garante a scadenza, fatta eccezione per i casi di conversione anticipata richiesta dagli obbligazionisti o dall’emittente o in caso di special events.

Chi lo sottoscriverà? Per la parte ordinaria l’indiziato è senz’altro Telefonica, socio di riferimento di Telco, che a sua volta detiene il 22,4% di Telecom.

2) Per quanto riguarda i risultati, l’ex incumbent ha chiuso i primi nove mesi 2013 con ricavi pari a 20,3 miliardi di euro – 7,6% (- 2,1% in termini omogenei). Calano l’Italia, sotto di 1,3 miliardi di euro) e, anche grazie all’andamento dei cambi (-14%) il Brasile, sceso di 315 milioni di euro, mentre si conferma la crescita della Business Unit Argentina +48 milioni di euro. L’ebitda e’ calato del 10,5% a 7,9 miliardi (-6,9% in termini organici, mentre l’utile del periodo attribuibile au soci e’ stato negativo per 902 milioni (1,9 miliardi il risultato dello stesso periodo del 2012) e sconta la svalutazione dell’avviamento del business domestico per circa 2,2 miliardi effettuata nei primi sei mesi del 2013.

Al netto di tale svalutazione il risultato e’ positivo per 1,3 miliardi. Nel solo terzo trimestre l’utile e’ stato di 505 milioni (-27,4%). Gli investimenti sono stati pari a 3,4 miliardi (+2,2%), mentre l’indebitamento netto rettificato e’ sceso a 28,2 miliardi, diminuendo di 1,2 miliardi rispetto a fine settembre 2012 e di 584 milioni nel solo terzo trimestre. L’indebitamento netto contabile a fine settembre e’ sceso di 599 milioni rispetto a fine giugno attestandosi a 29,1 miliardi.

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