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Tav, un passo avanti. Autonomie, per ora è stop

Via libera ai bandi per la costruzione della Tav e a nuovi finanziamenti della Ue: esulta la Lega, piange M5S – Ma a sorpresa il premier Conte boccia (per ora) le autonomie regionali differenziate che vuole Salvini

Tav, un passo avanti. Autonomie, per ora è stop

La Tav, sgradita ai Cinque Stelle, fa un grosso passo avanti, mentre la legge sulle autonomie regionali, sostenuta dalla Lega, subisce un netto stop. Si riassume così la giornata politica di ieri che può considerarsi un pareggio tra i due litigiosi partner di governo.

La Tav ha fatto un passo avanti con lo sblocco dei bandi per la costruzione della Torino-Lione e, al tempo stesso, un aumento dei finanziamenti da parte dell’Unione Europea che assicura il 55% delle spese per la tratta internazionale, riducendo al tempo stesso molti dei costi iniziali. In tutto il vantaggio per le casse pubbliche sarà di 1,6 miliardi di euro. Ora però l’Europa pretende una posizione chiara e definitiva del Governo italiano sulla Tav entro due settimane, pena la perdita di 813 milioni già stanziati.

“Una giornata storica”, ha commentato il nuovo Governatore del Piemonte, Alberto Cirio, forzista voluto dalla Lega, ed esulta naturalmente il leader leghista Matteo Salvini mentre i grillini, rassegnati, se la prendono con “il solito partito del cemento”. Secondo il vicepremier grillino Luigi Di Maio “l’opera è un grandissimo regalo ai francesi” ma sembrano parole volte solo a tener buona l’ala dura dei Cinque Stelle.

Malgrado il ministro pentastellato delle Infrastrutture Danilo Toninelli cerchi di frenare l’esultanza della Lega sostenendo che i bandi per la Tav “si possono sempre revocare”, il presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia, ha dichiarato, dopo l’aumento dei finanziamenti della Ue, che spera che il definitivo via libera della Tav possa finalmente arrivare entro l’anno.

Tutto diverso lo scenario delle autonomie regionali differenziate, sostenute da sempre dalla Lega con l’occhio al Nord, che ieri ha subito un improvviso stop da parte del premier Giuseppe Conte, secondo cui il testo in discussione non va, perché così com’è penalizza il Mezzogiorno. Conte si è presentato al vertice di governo con una relazione tecnica che mette in evidenza tutte le criticità del discusso provvedimento e Salvini ha abbandonato deluso la riunione. Qui, naturalmente, le parti si invertono: esultano i grillini, incassa delusa lo stop la Lega, anche se la partita non è finita.

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