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Tav: Cinque Stelle e Lega alla resa dei conti finale

Sulla Tav volano gli stracci tra Di Maio e Salvini – “Finche noi saremo al Governo la Tav non si farà” tuona il leader dei Cinque Stelle ma Salvini non cede – Prova a mediare il premier Conte ma stavolta va in scena il duello finale.

Tav: Cinque Stelle e Lega alla resa dei conti finale

“Finchè ci saremo noi al Governo la Tav non si farà mai”: sono parole inequivocabili quelle pronunciate ieri dal vicepremier e capo dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio che sembrano mettere una pietra tombale sulla Tav e soprattutto sulla tratta ferroviaria Torino-Lione. Ma finirà davverò così? E l’altro vicepremier, il leghista Matteo Salvini che solo qualche giorni fa ha fatto visita ai cantieri della Tav  in Val di Susa, si arrenderà senza combattere?

Difficile dire come andrà a finire e se ad andare in archivio sarà davvero la Tav o il Governo Conte ma quel che è certo è che siamo davvero arrivati alla resa finale.

E’ da tempo che i Cinque Stelle, dopo aver subito ripetuti smacchi da parte di un devastante Salvini che cresce nei sondaggi a loro spese, meditano di rovesciare il tavolo e la Tav, alla faccia degli interessi reali del Paese e dei costi già sostenuti o da sostenere in caso di rinuncia, sembra l’occasione giusta. “La questione è chiusa” tuona Di Maio, che aggiunge: “Le peggiori lobby di questo Paese vogliono che si inizi a fare” ma i Cinque Stelle non lo consentiranno. E il ministro grillino delle Infrastrutturre Toninelli gli fa da sponda anticipando che la misteriosa analisi costi-benefici fatta da una commissione ministeriale da lui insediata e dominata dai No Tav ha dato risultati “fortemente negativi” sul proseguimento dell’opera.

Ma Salvini non ci sta, anche se addolcisce i toni: “Sulla Tav si troverà un accordo come sempre, e si farà. C’è già un’ipotesi di intesa. Gli italiani vogliono viaggiare”. Ma gli risponde a muso duro e con parole volgari il grillino Alessandro Di Battista: “Se la Lega intende andare avanti continuando a scavare un buco inutile che costa 20 miliardi e che non serve ai cittadini, tornasse da Berlusconi e smettesse di rompere i c….”

Insomma sulla Tav volano gli stracci se è vero che nella serata di ieri è dovuto intervenire anche il premier Giuseppe Conte per tentare di raffreddare le tensioni appellandosi all’analisi costi-benefici e alla revisione dell’opera indicata dal contratto di governo. Ma il tempo sta per scadere e bisognerà decidere prima del 19 febbraio, quando si riunirà il cda della Telt che deve costruire il tunnel internazionale per la Torino-Lione.  La resa dei conti stavolta sembra proprio vicina.

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