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Tantazzi: “Ridurre gli spread per tornare a crescere”

A Cernobbio l’ex presidente della Borsa Italiana afferma che “l’unico elemento che può agire sul breve è la riduzione degli spread e quindi dei tassi” – “Ora il rischio è che le imprese che ci hanno sostenuto, quelle che esportano, inizino a soffrire” – “L’unificazione della sorveglianza bancaria è condizione sine qua non per la risoluzione della crisi”

Tantazzi: “Ridurre gli spread per tornare a crescere”

“L’intervento di Draghi è stato fondamentale, certo ci vorranno settimane per tradurre in concreto le decisioni di ieri e bisogna capire bene come sarà la parte della condizionalità per l’intervento della Bce, che è tutta da definire, ma abbiamo preso la direzione giusta”. A Cernobbio, dove è in corso il consueto workshop Ambrosetti a Villa d’Este, l’economista Angelo Tantazzi, presidente di Prometeia ed ex presidente della Borsa Italiana, plaude all’intervento del governatore della Banca centrale: “Draghi non ha risolto tutti i problemi e lui stesso ha ribadito ancora una volta che non può farlo da solo”. La palla passa così all’Unione Europea e ai singoli Stati. “Ora un passaggio molto importante – ricorda Tantazzi – sarà la proposta di supervisione bancaria di settimana prossima: l’unificazione della sorveglianza bancaria è una condizione sine qua non per la risoluzione della crisi”.

FIRSTonline – Cosa deve fare l’Italia per accompagnare l’uscita dalla crisi?  

Tantazzi – Dobbiamo convincere che il nostro spread scenderà. Bisogna continuare a tagliare ancora sugli sprechi, le notizie che leggiamo anche in questi giorni sui costi dei consiglieri regionali e dell’apparato politico/amministrativo vanno nella direzione opposta. In questa situazione in cui si chiedono sacrifici alle persone di santuari non ce ne devono essere. Il controllo della spesa è una strada che va ancora tutta percorsa perché non lo si può fare in modo becero, tagliando il 20%, ma bisogno entrare dentro le cose e questo richiede capacità e tempo. È importante aver iniziato questo processo ma la capacità di migliorare è ampia. E bisogna dare la percezione che si continua su questa strada.

FIRSTonline – Resta il grande nodo della crescita, come affrontarlo?

Tantazzi – Finché il problema è l’equilibrio dei conti pubblici dal punto di vista fiscale non viene fuori nulla. Bisogna ricordare che a settembre non c’è stato l’aumento di due punti dell’Iva, l’aiuto più importante che oggi c’è stato allo sviluppo. Nel complesso le misure prese sono positive perché danno maggiore flessibilità (si pensi alle Srl a 1 euro) ma non sono di breve periodo, daranno risultati più avanti. Se si riesce a ridurre spread può essere un aiuto e, come detto, è fondamentale convincere che scenderà. Ma l’unico elemento che può agire sul breve è la riduzione degli spread e quindi dei tassi d’interesse. Il resto, a partire dalle infrastrutture di cui si parla sempre, richiede tempo. Ma comunque non illudiamoci, nei prossimi mesi non c’è miglioramento.

FIRSTonline – Siamo ancora in caduta libera?

Tantazzi – Nel trimestre attuale è ancora in corso, ma si dovrebbe fermare nei prossimi mesi, ci stiamo stabilizzando. Ma bisogna distinguere tra stabilizzazione, miglioramento e peggioramento. Finora le cose sono peggiorate soprattutto per la perdita del potere d’acquisto delle famiglie su cui si è scaricata molto la manovra fiscale. Ora il rischio è che le imprese che ci hanno sostenuto, quelle che esportano e che negli ultimi tempi fortunatamente hanno beneficiato dell’indebolimento dell’euro, inizino a soffrire maggiormente facendo riprendere la strada della discesa al Paese.

FIRSTonline – Cosa sta accandendo?

Tantazzi – Nell’ultimo mese è emerso che si sono rafforzati gli indicatori negativi per altre aree geografiche, Usa e Cina e altri Paesi emergenti. L’indebolimento dell’Europa sta indebolendo l’economia americana e quella cinese. Noi avevamo già una situazione più complessa di altri ma oggi la congiuntura è aggravata da una sincronizzazione dell’indebolimento delle diverse aree mondiali. Inoltre, il problema fiscale degli Stati Uniti è rimasto coperto dalla crisi europea ma è una bomba a orologeria che sta per scoppiare. Il tutto si inserisce nel quadro della mancanza attuale di leadership politica negli Usa in cui si freme per le elezioni. Tutto questo fa sì che questo indebolimento ce lo porteremo avanti per almeno sei mesi.

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