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Svolta per Telecom Italia: crescita a due cifre e debito sotto la soglia dei 30 miliardi

Franco Bernabè raccoglie i frutti della sua strategia e segna la svolta del primo gruppo italiano di tlc: nel terzo trimestre 2011 gli utili sono cresciuti del 32% e per la prima volta il debito è sceso sotto la soglia psicologica dei 30 miliardi – Decisivo il contributo di Argentina e Brasile – Confermati tutti i target – Parnership con F2i per Milano

Svolta per Telecom Italia: crescita a due cifre e debito sotto la soglia dei 30 miliardi

Forse ci siamo. Dopo anni di attesa, contrasti e duro lavoro arrivano i primi segnali positivi sul fronte del business domestico di Telecom Italia. Che, accompagnati da un indebitamento in calo più del previsto e dalla conferma della politica dei dividendi, mettono le ali al titolo in Borsa, terzo miglior titolo del Ftse Mib, che sale del 6,03% a 0,897 euro per azione rispetto a un progresso dell’indice principale del 3,32%.

I numeri del gruppo hanno infatti battuto le attese degli analisti su più fronti. L’utile del terzo trimestre si è attestato a 807 milioni di euro (+32,7% sullo stesso periodo del 2010) contro i 708,5 milioni del consenso degli analisti. Meglio delle previsioni anche i ricavi che salgono del 12,6% a 7,516 miliardi rispetto a un consensus di 7,46 miliardi. E, fanno notare gli esperti, nel complesso la marginalità tiene, con l’ebitda sulla parte domestica in miglioramento. Grazie a una costante attenzione su processi e costi. Su questo fronte il gruppo, al contrario di alcuni suoi concorrenti, non ha al momento in programma tagli al costo del lavoro fino all’anno prossimo quando scade l’accordo con i sindacati. Per quqnato riguarda le dismissioni sono ora rimaste opportunità di piccole dimensioni ma sempre utili da fare cassa. Sotto la lente del mercato c’è Olivetti sulla quale però i presidente esecutivo di Telecom Franco Bernabé frena: “Olivetti ha alcuni asset che possono essere venduti ma altre parti fanno parte del core business di Telecom”.

Se Brasile e Argentina non sono che conferme, è dal fronte domestico che arrivano i primi segnali di recupero che il mercato attendeva da anni. E che in pochi si aspettavano, soprattutto in un contesto economico come l’attuale. Con il brand che sta recuperando forza soprattutto nel mercato dei giovani . Nell’analizzare i risultati del mercato italiano bisogna poi tenere in considerazione l’effetto normativo sulle tariffe di terminazione mobile che sono state ridotte del 20%. A elementi regolatori costanti, fanno notare i vertici, emergono segnali di miglioramento dei ricavi.

Certo, il bilancio nei nove mesi rimane in rosso con una perdita di 1,206 miliardi. Un risultato che però dipende principalmente della svalutazione già registrata a giungo dell’avviamento delle attività domestiche: “escludendo la svalutazione – si legge nella nota – il risultato netto del periodo ammonterebbe a 2 miliardi di euro (+8,6% rispetto all’esercizio precedente)”.

Ma ciò che più balza agli occhi è la discesa dell’indebitamento sotto la soglia psicologica dei 30 miliardi per la prima volta dopo molti anni grazie a un calo più deciso di quello che si aspettavano gli analisti. Nel complesso l’indebitamento è stato ridotto a 29,9 miliardi dai 31,46 miliardi del 31 dicembre 2010 battendo le previsioni degli stessi vertici del gruppo che confermano quindi i target di fine anno. “Dovremo affrontare il pagamento delle frequenze – ha detto il direttore finanziario Andrea Mangoni – che ci riporterà di nuovo sopra la soglia dei 30 miliardi ma non in maniera significativa, perché la buona performance di cassa interesserà anche l’ultima parte dell’anno”. Sul fronte della struttura dell’indebitamento, le scadenze sono a lungo termine e il gruppo ha la liquidità per coprirle (5 miliardi di liquidità). In particolare nel 2012 Telecom ha 4-4,5 miliardi di euro in scadenza. “Quest’anno – spiega Mangoni – abbiamo rifinanziato la metà con emissioni specifiche, il resto abbiamo preferito ridurlo usando la liquidità che abbiamo in bilancio. Per l’anno prossimo intendiamo seguire la stessa linea. Non abbiamo bisogno di fissare scadenze ma torneremo sui mercati quando ci sarà l’opportunita’ di farlo in maniera efficiente”. E non è esclusa un’emissione in dollari che, afferma Mangoni, “potrebbe essere una delle ipotesi l’anno prossimo”. Il costo medio dell’indebitamento è atteso stabile, nonostante la difficile situazione dei mercati che ha significato riconoscere nell’ultima emissione rendimenti quasi al 7% rispetto al costo medio del 5,4%.

Il target previsto dal piano industriale vengono così confermati. Nel dettaglio, le attese per fine anno sono di un indebitamento a 30,7 miliardi e ricavi ed ebitda organici sostanzialmente stabili rispetto al 2010. Ecco che, e il mercato non se lo aspettava, il gruppo ha reiterato la politica dei dividendi confermando la crescita del 15% all’anno del pay out.

Con questi risultati Telecom Italia sembra avere i numeri e le condizioni per potersi rimettere in gioco a pieno titolo nello scenario competitivo globale. “Ritengo che il mercato della telefonia debba essere razionalizzato: ci sarà un consolidamento. La nostra posizione è migliore che in passato e noi possiamo essere i vincitori”, ha dichiarato Bernabé. Al momento però il gruppo, che ha appena avviato una partnership con F2i per il cablaggio di Milano, non ha acquisizioni in vista (Abbiamo stabilito che quando ci saranno ulteriori opportunità in linea con la nostra strategia e coerenti con l’obiettivo di riduzione dell’indebitamento agiremo, ha detto Bernabé): ora è necessario concentrarsi sugli investimenti appena fatti come quelli in Brasile. Non c’è bisogno di cercare altri mercati.

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