Condividi

Superbonus 110%: come funzionano le truffe al centro dello scontro politico

Dopo gli affondi di Draghi e Giorgetti, prosegue il lavoro tecnico sulle correzioni volute dal Tesoro: ecco quali sono le falle nel sistema allestito dal decreto Rilancio del 2020

Superbonus 110%: come funzionano le truffe al centro dello scontro politico

Da questione tecnica, il dibattito sul Superbonus 110% si è trasformato in un terreno di scontro che mette in fibrillazione la maggioranza. Palazzo Chigi e il Tesoro vogliono apportare alcune modifiche alla misura con un emendamento al decreto Milleproroghe: l’obiettivo è ripristinare la possibilità di cedere più volte il credito d’imposta, ma con maggiori precauzioni per prevenire le truffe. Il Movimento 5 Stelle, però, è sul piede di guerra e un accordo nel governo non è stato ancora raggiunto.

Come funzionano le truffe con il Superbonus 110%?

Ma come funzionano le truffe al centro del dibattito? I problemi nascono con il decreto Rilancio del 2020, che non ha posto alcun limite alla possibilità di cedere i bonus edilizi: fino a poco tempo fa, quindi, è bastato falsificare le pratiche o sfruttare dei prestanome per ottenere le somme rivolgendosi a Poste Italiane o alle banche o agli altri intermediari.

In un dépliant di Poste Italiane si leggono le seguenti istruzioni: “La procedura è semplice e immediata, non è necessario fornire alcuna documentazione a supporto della richiesta. Effettuata la richiesta di cessione del credito a Poste Italiane, affinché questa vada a buon fine è necessario comunicarlo ad Agenzia delle Entrate. In caso di esito positivo, il prezzo della cessione verrà accreditato direttamente sul tuo Conto Corrente BancoPosta”.  

Ma c’è anche un’altra strada possibile per frodare lo Stato attraverso i bonus: la compensazione dei debiti tributari con crediti fasulli. La questione si fa ancora più intricata e difficile da risolvere se si considera che alcuni di questi crediti sono stati comprati da acquirenti in buona fede, che poi li hanno scalati dalle tasse da pagare. Poiché si tratta di somme generate illegalmente, queste compensazioni saranno annullate, danneggiando in modo grave migliaia di contribuenti innocenti. È quindi prevedibile che scatterà un diluvio di contenziosi da parte di persone fisiche e imprese.

L’affondo di Draghi

Ad aprire la discussione su questi temi è stato Mario Draghi, che tre giorni fa ha lanciato un attacco dai toni piuttosto duri: “Chi più tuona sul Superbonus, sulla necessità che le frodi non contino e che si vada avanti lo stesso, sono quelli che hanno scritto la legge che permette di fare lavori senza controlli”, ha detto il presidente del Consiglio per sostenere il giro di vite contro le truffe previsto dal ministero dell’Economia.

Peraltro, secondo Draghi, se il meccanismo del Superbonus 110% ha rallentato non è stato per il blocco della cessione dei crediti, ma “per i sequestri deliberati dalla magistratura a fronte di situazioni fraudolente, che hanno raggiunto importi per 2,3 miliardi. E naturalmente le somme oggetto di indagine della magistratura sono molto più alte”.

La spiegazione di Franco

Il numero uno del Tesoro, Daniele Franco, ha aggiunto che “l’importante è aiutare il mercato a ripartire in modo più sicuro di prima. Si possono pensare ulteriori affinamenti, stiamo pensando di tracciare meglio le operazioni. Potremmo avere all’interno del sistema bancario una possibilità più ampia: non una, ma due o tre cessioni. Tutto si può fare, ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe, che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia mai visto”.

L’intervista di Giorgetti

Domenica il titolare dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha rincarato la dose: “Stiamo mettendo un sacco di soldi sull’edilizia, droghiamo un settore in cui l’offerta di imprese e manodopera è limitata”, ha detto il ministro in un’intervista al Corriere della Sera.

La reazione del M5S

Quanto basta per innescare la reazione dei 5 Stelle, che interpretano le critiche al Superbonus 110% – misura targata M5S – come un tentativo di indebolire politicamente il Movimento.

“È molto triste che per colpire il Movimento si attacchi il mondo dell’impresa, nonostante i dati dell’Agenzia delle Entrate dicano chiaramente che il Superbonus è la misura con meno frodi – la valutazione di Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole e capodelegazione pentastellato nel Governo – La strategia mi pare chiara: tutti contro di noi. Se è iniziata la campagna elettorale basta che lo dicano”.

I dati depositati al Senato

Stando ai numeri depositati in Senato la settimana scorsa dalla Guardia di Finanza, sottolineano fonti del M5S, le frodi sul Superbonus “sono solo il 3% di quelle relative a tutti i bonus edilizi”: il loro valore ammonta complessivamente a 110 milioni di euro, pari “allo 0,8% dei 13,4 miliardi di crediti fiscali complessivamente generati al 31 dicembre 2021”. Evidentemente i sequestri operati dalla magistratura – pari a 2,3 miliardi per il momento – sono fuori dall’ultimo resoconto a cui accenna il M5S.  “Al 31 dicembre la cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi erano 4,8 miliardi per un controvalore di circa 38 miliardi di euro. Le cessioni di bonus edilizi intercettate dall’Agenzia delle Entrate ammontano a oltre 4 miliardi, di questi 2,3 già sono stati oggetto di sequestro, una quota significativa è già stata incassata”, ha infatti precisato il ministro Franco, ricordando che sono già in corso indagini delle procure di Foggia, Roma, Rimini, Treviso.

Commenta