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Sudcorea, l’onda lunga dei marchi low-cost

La Daiso Korea quest’anno ha realizzato vendite per il valore di mille miliardi di won, il risultato migliore dall’apertura nel 1997 del primo negozio nel quartiere di Cheonho-dong a Seul.

Sudcorea, l’onda lunga dei marchi low-cost

Quello dei prodotti a basso costo è uno dei pochi settori che gode di buona salute anche in periodi di crisi. Davanti ai negozi “low-cost” c’è sempre la fila anche, e soprattutto, quando i consumatori devono tirare i cordoni della borsa. È vero alle nostre latitudini ed è vero anche in Corea del Sud, dove la catena giapponese Daiso prospera vendendo un po’ di tutto, dai prodotti per la casa e la persona alla cartoleria, dai vestiti agli alimentari e alle bevande. Ciò che accomuna questa vasta gamma di articoli è che tutti costano pochi spiccioli (il prezzo medio di un articolo della Daiso è di 1200 won, poco meno di un euro).

La Daiso Korea quest’anno ha realizzato vendite per il valore di mille miliardi di won, il risultato migliore dall’apertura nel 1997 del primo negozio nel quartiere di Cheonho-dong a Seul. Il che significa che in un anno i negozi Daiso hanno venduto ogni giorno quasi due milioni e mezzo di prodotti al prezzo medio di 1200 won. Il trend “low-price” è evidente anche nei marchi specializzati nell’abbigliamento, dove la Uniqlo, anch’essa giapponese, i cui articoli costano mediamente 20 euro, ha visto aumentare le proprie vendite del 30% nel periodo tra settembre 2013 e agosto 2014. I punti vendita Uniqlo in Corea si sono moltiplicati nel giro di pochi anni, passando da appena 4 nel 2005 agli attuali 138. Stessa musica nel campo della cosmetica. Le coreane The Face Shop e Innisfree stanno sbaragliando tutti i concorrenti proponendo cosmetici a prezzi stracciati. La prima, in particolare, prevede per il 2015 un volume di vendite del valore di 600 miliardi di won (circa 440 milioni di euro). 

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