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Spagna, settimana decisiva per il governo

Ultimi giorni: entro giovedì il presidente incaricato Pedro Sanchez, leader del Psoe, dovrà trovare un accordo per la formazione del governo o si rischiano nuove elezioni.

Spagna, settimana decisiva per il governo

Tempi stretti per la formazione del governo in Spagna: o si trova una soluzione entro giovedì o si va a nuove elezione. E’ questo la drammatica alternativa di un Paese che ha ritrovato slancio nella ripresa economica ma che fatica, tra le tensioni indipendentiste e le spinte “populiste” a trovare un percorso politico stabile.

Secondo i sondaggi al momento sono in testa i socialisti del Psoe, già primo partito, in crescita di quasi 10 punti; il suo possibile alleato di sinistra (Unidas Podemos) invece è diminuito nei consensi e sempre più frammentato al suo interno; l’altro potenziale alleato di centro (Ciudadanos) è in difficoltà; e l’avversario di sempre (il Partido Popular) sembra destinato a riconquistare la supremazia del centro-destra. In tre giorni Sanchez dovrà decidere: allearsi per governare o tentare la via delle elezioni?

Sono passati tre mesi dalle elezioni di aprile che hanno decretato la rivincita del Psoe e il successo elettorale come primo partito con il 28,7% dei voti. Poi si è dovuto fare i conti con i numeri alla ricerca di una possibile alleanza di governo, ma da allora i socialisti guidati da Pedro Sanchez, formalmente incaricato di formare il governo, non sono riusciti a sciogliere l’intricata matassa spagnola. Non ha fatto avanti la via di un monocolore socialista con appoggio esterno di Podemos il cui leader, Pablo Iglesias, chiedeva un governo misto con l’incarico di vice presidente. Podemos chiede convergenza su programmi e nomi. Sul primo le distanze non sembrano incolmabili, più difficile la trattativa sui secondi. La poltrona più simbolica è quella per Irene Montero la numero due di Podemos nonché compagna di Iglesias e madre dei suoi gemellini.

Il tempo stringe: martedì, domani, ci sarà il primo voto di investitura e giovedì al più tardi, il secondo e ultimo. La Spagna ha bisogno di un governo in carica anche per gestire le trattative sulla nuova commissione Ue proprio mentre lo spagnolo Joseph Borrel è chiamato a diventare l’Alto Rappresentante per la Politica estera europea. Sanchez dovrà decidere: accordo o elezioni?

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