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Spagna: primo via libera all’amnistia, ma al Senato l’iter è in salita. Puigdemont verso il ritorno in patria

Dopo il primo via libera della Camera, la legge sull’amnistia passa al Senato, dove la destra promette battaglia. L’ex leader Puigdemont potrebbe tornare protagonista

Spagna: primo via libera all’amnistia, ma al Senato l’iter è in salita. Puigdemont verso il ritorno in patria

Primo via libera della Congreso spagnolo alla controversa legge sull’amnistia che cancellerà la “responsabilità penale, amministrativa e contabile” per oltre 400 persone, tra leader, attivisti e poliziotti, condannati e perseguiti per i fatti connessi al referendum indipendentista tenutosi in Catalogna nel 2017. 

Giovedì il provvedimento è stato approvato con 178 voti favore e 172 contrari. Oltre ai socialisti, promotori della legge, hanno votato sì anche gli altri partiti che sostengono la maggioranza, tra cui Sumar, i nazionalisti baschi del Pnv e Bildu, gli indipendentisti catalani di Erc e Junts per Catalunya. Contrarie le destre di Partito Popolare e Vox. Ricordiamo che a gennaio era stato proprio Junts, tra i principali partiti indipendentisti della Catalogna, ad affossare la prima versione della legge, sostenendo che non garantisse l’applicazione dell’amnistia al suo leader Carles Puigdemont, scappato in Belgio ormai sette anni fa senza mai far ritorno in Spagna per evitare l’arresto.

Amnistia: cos’è cambiato tra la prima e la seconda versione della legge

Junts chiedeva infatti che l’amnistia includesse anche i rappresentanti accusati di terrorismo e tradimento, inizialmente esclusi. Dopo giorni di trattative è arrivato un compromesso: la nuova versione del testo non contiene infatti riferimenti al codice penale spagnolo, ma rimanda alle regole europee che danno una definizione diversa di terrorismo. Restano quindi esclusi, dalle misure di grazia, coloro che secondo la direttiva europea del 2017, e non secondo la legge spagnola, hanno commesso atti che per la loro finalità possono essere qualificati come terrorismo”. E quelli che comportino “gravi violazioni” degli articoli 2 e 3 dell’Accordo Europeo di Diritti Umani, relativi al diritto alla vita e al divieto di tortura.

L’amnistia passa al Senato, ma la strada è in salita

La legge sull’amnistia passerà ora al Senato, dove però potrebbe andare incontro ad un iter molto diverso. Mentre la Camera bassa è controllata dai socialisti, in Senato è la destra ad avere la maggioranza. La stessa destra che mercoledì, per bocca del leader del Pp Alberto Núñez Feijóo ha denunciato “l’assoluta mancanza di scrupoli di Sánchez”. “Non si tratta di una riconciliazione con la Catalogna, ma di una sottomissione agli indipendentisti, e l’unico scopo di questa manovra è permettere a Sánchez di restare al potere”, ha aggiunto Feijóo.

Sia il Pp che Vox si sono sempre detti fermamente contrari all’amnistia, attaccando ripetutamente Sanchèz e portando più volte la popolazione in piazza. Non a caso, hanno già fatto sapere che cercheranno in tutti i modi di ostacolare l’esame del provvedimento, ritardandolo il più a lungo possibile.

Da considerare, inoltre, che proprio il 14 marzo, il presidente della Generalitat catalana Aragonès ha indetto elezioni anticipate nella comunidad autonoma (simile alle nostre regioni, ndr), trasformando di conseguenza la legge sull’amnistia in uno degli argomenti principali della campagna elettorale in vista del voto in programma per il 12 maggio, proprio nel periodo in cui è atteso il via libera definitivo della Camera, dove il provvedimento tornerà per il via libera definitivo. Un parallelismo che preoccupa non poco il Governo spagnolo, timoroso, che allo scopo di racimolare voti, i partiti indipendentisti possano giocare qualche “tiro mancino” (non a caso, in Catalogna qualcuno parla già di un nuovo referendum).

Il grande ritorno di Charles Puigdemont

Carles Puigdemont, è uno dei principali leader che organizzò il referendum del 2017. Da allora vive all’estero, in Belgio. Se tornasse in Spagna verrebbe arrestato. Con il via libera definitivo alla legge sull’amnistia però il politico catalano potrebbe finalmente far ritorno in patria. Un’occasione che Junts non intende sprecare. Puigdemont è già un europarlamentare ed è candidato come capolista del partito alle elezioni europee del 9 giugno, ma potrebbe anche candidarsi alle elezioni catalane, anticipate al 12 maggio. Lui ha già fatto sapere che scioglierà la riserva la settimana prossima.

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