Condividi

Catalogna va a elezioni anticipate, trema il Governo di Spagna: stop alla Finanziaria 2024, ecco cosa sta succedendo

Il presidente della Generalitat Aragonés scioglie il parlamento catalano e convoca elezioni anticipate per il 12 maggio. Traballa anche il Governo Sànchez: ecco cause e conseguenze

Catalogna va a elezioni anticipate, trema il Governo di Spagna: stop alla Finanziaria 2024, ecco cosa sta succedendo

Nuovo terremoto politico in Spagna e l’epicentro è ancora una volta la Catalogna. Il presidente della Generalitat catalana, Pere Aragonès, leader di Esquerra Republicana (Erc), ha annunciato elezioni anticipate per il prossimo 12 maggio. Alla base della decisione il No del parlamento catalano alla legge finanziaria regionale. La decisione, seppur di carattere locale, fa tremare il traballante Governo nazionale guidato da Pedro Sànchez, la cui sopravvivenza dipende proprio dall’appoggio dei partiti indipendentisti catalani. E le prime ripercussioni cominciano già a vedersi, dato che con ogni probabilità il primo ministro spagnolo non riuscirà ad approvare la finanziaria 2024.

Cosa è successo in Catalogna

Pere Aragonés, leader di Esquerra Republicana (partito indipendentista di centrosinistra)

è presidente della Generalitat, così viene chiamato il governo regionale catalano, dal 2020. Fino all’ottobre del 2022, in maggioranza c’era anche Junts per Catalunya, altro partito indipendentista (in questo caso di centrodestra) guidato dall’ex presidente in esilio Carles Puidjemont. Cinque mesi fa Junts è però passato all’opposizione, lasciando la Catalogna nelle mani di un governo di minoranza che governava con l’appoggio esterno di altri due partiti di centrosinistra: il Partito Socialista Catalano ed En Comú Podem, emanazione regionale di Podemos.

Questo è il contesto. Veniamo alla cronaca politica. Mercoledì il parlamento catalano ha respinto la legge finanziaria proposta da Aragonès. A determinare la sconfitta sono stati i voti contrari di Podemos che ha deciso di negare il suo supporto al Governo regionale perché contrario alla costruzione di un complesso di casinò, locali e campi sportivi nei dintorni di Tarragona. A quel punto il presidente della Generalitat ha sciolto il parlamento e convocato elezioni anticipate per il 12 maggio, meno di un mese prima delle elezioni europee. 

Trema il governo di Spagna: stop alla finanziaria 2024

I destini della Spagna e della Catalogna sono da anni legati a doppio filo. Non a caso, il terzo governo guidato da Pedro Sànchez (ma anche il secondo) si regge grazie all’appoggio esterno degli indipendentisti catalani, che hanno accettato di sostenerlo ricevendo in cambio la controversa legge sull’amnistia. 

Secondo i giornali spagnoli, la crisi catalana sta già provocando una prima – pesantissima – ripercussione a livello nazionale: l’esecutivo Sànchez, con ogni probabilità, non riuscirà ad approvare nuove riforme né, soprattutto, la legge finanziaria per il 2024, considerando che per farlo avrà bisogno del sostegno di Erc e Junts, due dei tre partiti che si contenderanno la guida della Catalogna e che dunque potrebbero avere molte difficoltà a collaborare a livello nazionale. 

A Sànchez non resta altro da fare che prorogare la finanziaria del 2023, andando avanti solo con le spese correnti. Un disastro per un’economia che nell’ultimo anno, nonostante le numerose vicissitudini politiche affrontate, viaggia a spron battuto, con percentuali di crescita tra le più alte d’Europa. 

La legge sull’amnistia entra in campagna elettorale

Per non parlare dell’ormai celeberrima legge sull’amnistia. Come detto, gli indipendentisti catalani hanno accettato di sostenere il governo Sànchez solo perché quest’ultimo si è impegnato a concedere l’amnistia ai leader indipendentisti catalani incriminati o condannati per aver partecipato al referendum per l’indipendenza del 2017. L’accordo sulla legge, che arriverà in aula al congreso la prossima settimana, era stato trovato solo pochi giorni fa, mentre il via libera definitivo dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. 

Difficile però pensare che l’amnistia rimanga fuori dalla campagna elettorale catalana, considerando anche che Junts aveva annunciato che il suo ex presidente che dal 2 candidato presidente sarebbe stato Carles Puigdemont,017 vive in esilio all’estero per sfuggire all’arresto. Solo con l’ok definitivo all’amnistia però, Puidjemont potrà tornare in Spagna. 

“Con il calendario elettorale che propone il presidente Aragones e i tempi previsti dalla legge di amnistia, che potrebbe essere in vigore a fine maggio, sembra evidente che potrei tornare in Catalogna per il dibattito di insediamento del futuro presidente”, ha dichiarato Puidjemont.

Commenta