Entro novembre Sorgenia dovrebbe approvare in Cda un nuovo piano industriale per adeguarsi alle evoluzioni del mercato energetico italiano, in cui persiste una forte crisi di domanda e di prezzi.
Tra le novità rispetto al piano di due anni fa (che ha fatto da supporto all’omologa da parte del Tribunale di Milano al piano di ristrutturazione del debito da 1,8 miliardi) spiccano un possibile ritorno sul mercato retail, un focus sulla clientela industriale con l’obiettivo di incrementare in modo significativo i clienti ma anche la prospettiva del consolidamento sul mercato attraverso la possibilità di accordi con altri operatori, che tuttavia potrà essere avviata solo di fronte a una normativa certa sul capacity market.
Quest’ultimo è attualmente all’esame delle autorità di Bruxelles e rappresenta il sistema di remunerazione della flessibilità offerto al sistema dalle centrali a ciclo combinato di nuova generazione (Sorgenia ne ha quattro). Lo scorso febbraio, con l’omologa del piano di ristrutturazione del debito, Sorgenia è passata ufficialmente dal controllo del tandem Cir-Verbund a quello delle banche, che hanno convertito 400 milioni di crediti in azioni.
Il debito, dagli 1,8 miliardi pre-ristrutturazione, dovrebbe attestarsi attorno a 1 miliardo di euro grazie anche alla cessione delle attività nell’eolico e all’incasso di crediti CO2 nei confronti dello Stato per circa 90 milioni.
