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Snam: in Italia la prima dorsale a idrogeno d’Europa

L’Ad Alverà: “Ci focalizzeremo su trasporto, stoccaggio e nuovi progetti nell’idrogeno e nel biometano” – Il nuovo piano al 2025 prevede investimenti per 8 miliardi – Crescono dividendi e redditività

Snam: in Italia la prima dorsale a idrogeno d’Europa

“Annunciamo la creazione in Italia di una vera dorsale a idrogeno”, con investimenti che partiranno nel 2025 e si concluderanno entro il 2030. Lo ha detto l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà, presentando il piano strategico al 2025 del gruppo. “Sono 2.500 chilometri – ha aggiunto – se pensate a tre miliardi per l’energia che potrà essere trasportata, sono investimenti molto contenuti e molto relativi. Questa sarà una delle primissime se non la prima dorsale europea. Gli investimenti partono dal 2025 e si completeranno entro il 2030. Quindi saranno molto concentrati soprattutto negli anni 2026-28. L’opzione di produrre idrogeno verde in Nord Africa è quella che costa di meno”.

In particolare, “prevediamo nel medio termine la realizzazione della prima rotta di trasporto di idrogeno da Nord Africa e Sud Italia ai punti di maggiore domanda, dando in prospettiva all’Italia un ruolo di hub per le energie rinnovabili prodotte in Nord Africa e Medio Oriente – ha detto ancora il manager – Punteremo sempre più sullo stoccaggio e aumenteremo i nostri investimenti nei gas verdi. Ridurremo le emissioni legate alle nostre attività raggiungendo l’obiettivo aziendale del net zero al 2040”.

Per i prossimi otto anni Snam prevede 23 miliardi di euro di opportunità di investimento in tre aree di crescita: reti energetiche, stoccaggio di energia e progetti green. Il piano al 2025 parla invece di investimenti totali per 8,1 miliardi: 700 milioni in più rispetto al precedente piano “per l’accelerazione nello stoccaggio e negli investimenti nei progetti green”.

Quanto alla redditività, l’azienda stima che l’Ebitda salirà del 4,5% medio annuo nel periodo 2022-2025, mentre l’utile netto dovrebbe crescere del 3%.

Sul fronte dividendi, l’aumento del 5% per 2022 viene confermato, mentre negli anni dal 2023 al 2024 la crescita minima sarà del 2,5%. Il dividendo 2022 (a valere sul bilancio 2021) sarà di 0,262 euro per azione, di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento a gennaio 2022 mentre il restante 60% a saldo con pagamento a giugno: la proposta del Cda sarà sottoposta all’assemblea degli azionisti chiamata ad approvare il bilancio 2021.

Il livello atteso per l’indebitamento finanziario netto a fine 2022 è pari a circa 14,8 miliardi di euro, tenuto conto degli investimenti previsti nell’anno di 1,5 miliardi di euro, dell’assorbimento di circolante di 0,3 miliardi, di esborso per l’acquisizione di TTPC/TMPC di 0,4 miliardi e di 0,6 miliardi di contributo positivo derivante dall’ottimizzazione della struttura di capitale di una partecipazione e della conversione di un bond convertibile.

Per quanto riguarda le partecipate, l’investimento di Snam in De Nora è di circa 450 milioni di euro (incluso il valore attribuito alla quota nella Jv con Tkuce) per una quota di circa il 35,6%, con l’obiettivo di supportare la società nella futura fase di crescita, che potrebbe prevedere una Ipo nel corso del 2022, compatibilmente con le condizioni di mercato.

Infine, sul possibile interesse di Macquarie per una quota negli stoccaggi Snam, Alverà taglia corto: “Non commentiamo voci. Sicuramente c’è un interesse da parte del mercato per i piani che abbiamo per il nostro business degli stoccaggi gas, ma a noi interessa la parte industriale e non quella finanziaria. Oggi abbiamo la possibilità di far diventare Stogit un leader mondiale”. E nemmeno l’Ipo è all’ordine del giorno.

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