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Smart working: un’opportunità per le imprese italiane

Secondo i dati del sistema Excelsior, prima del lockdown un’impresa su quattro ha investito nello smart working, soprattutto nel Mezzogiorno: un’opportunità per colmare gap strutturali e accelerare la trasformazione digitale nel nostro Paese

Smart working: un’opportunità per le imprese italiane

Sempre più imprese investono nel lavoro agile. Secondo il bollettino annuale del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, i dati sono cresciuti rispetto al 2018 (+23,5%) e seguono un trend di incremento consistente, destinato a crescere ancora in futuro.

Prima del lockdown, un’impresa su quattro ha investito nell’adozione di sistemi di smart working per innovare il proprio modello organizzativo aziendale.

Sul territorio nazionale, l’area del Paese in cui maggiormente le imprese hanno puntato sul lavoro a distanza, è il Mezzogiorno. Un’opportunità offerta dalla tecnologia per colmare altri gap strutturali.

A favore di questa modalità organizzativa hanno investito il 27,1% delle imprese meridionali. A seguire il Nord Ovest, con il 24,1%, il Nord Est con il 23,5% e il restante 23% al Centro.

E non tutti i settori si sono potuti adattare all’introduzione del lavoro agile nella stessa maniera. L’ambito più ricettivo è quello delle Public utilities (luce, acqua, gas), in cui il 34,7% delle imprese ha dichiarato di aver investito in smart working, a seguire quello dei Servizi, con il 25,5%, l’Industria con il 22,5% e, infine, le Costruzioni con il 19,9%.

Per quanto riguarda il mondo dei servizi, hanno investito nel lavoro agile circa il 50% delle imprese di Servizi informatici e delle telecomunicazioni, il 48,8% delle imprese di Servizi finanziari e assicurativi e, il 40,3% dei Servizi avanzati di supporto alle imprese.

A questa modalità di lavoro da remoto hanno invece guardato solamente il 15,7% delle imprese dei Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone e il 17,9% dei Servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici.

Nel sistema industriale, invece, hanno puntato sul lavoro agile il 33,3% delle industrie elettriche, elettroniche, ottiche e medicali, il 32,8% per le industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere e il 29,6% delle industrie di fabbricazione macchinari.

A fare la differenza, però, è la classe dimensionale delle imprese. L’innovazione del lavoro agile riguarda, soprattutto le aziende di grande dimensione: il 53,1% delle aziende con più di 500 dipendenti, il 50,3% delle aziende tra i 250 e i 499 dipendenti e il 41,8% delle aziende tra i 50 e i 249 dipendenti.

La percentuale si riduce per le imprese più piccole: si notano investimenti in smart working solo per il 31,1% delle imprese tra i 10 e i 49 dipendenti, e per il 21,3% di quelle tra 1 e 9 dipendenti.

Lo smart working è, però, solo una delle possibili modalità organizzative e dei nuovi modelli di business che stanno adottando le nostre imprese messi a disposizione della trasformazione digitale.

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