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Siria, Gran Bretagna e Stati Uniti pronti all’attacco

Secondo il Daily Mail e il Daily Telegraph, nel fine settimana Cameron e Obama avrebbero discusso il piano d’attacco missilistico in risposta al presunto utilizzo di armi chimiche da parte del regime siriano – Mosca avverte: “Le conseguenze sarebbero gravi” – Oggi inizia la missione degli ispettori Onu.

Siria, Gran Bretagna e Stati Uniti pronti all’attacco

Gran Bretagna e Stati Uniti potrebbero sferrare entro dieci giorni un attacco missilistico contro la Siria in risposta al presunto utilizzo di armi chimiche sui civili. Lo riportano il Daily Mail e il Daily Telegraph, che però sono stati smentiti da fonti anonime della Casa Bianca. La notizia è stata diffusa proprio nel giorno in cui in cui inizia la missione Onu sui luoghi della strage di mercoledì scorso, in cui hanno perso la vita 1.300 persone. Il via libera di Damasco agli ispettori, secondo Washington e Londra, è arrivato troppo tardi: ormai le prove dell’attacco chimico potrebbero essere state inquinate o distrutte. 

I due quotidiani britannici scrivono che il primo ministro inglese David Cameron e il presidente americano Barack Obama avrebbero discusso il piano d’intervento in una telefonata di circa quaranta minuti nel fine settimana. I dettagli dovrebbero essere definiti entro le prossime quarantotto ore. Una fonte di Downing Street ha definito “possibile” una convocazione del Parlamento inglese questa settimana, in anticipo rispetto alla fine della pausa estiva, per discutere della situazione. 

I comandanti della Marina militare britannica starebbero già preparando l’assalto con missili Cruise, che dovrebbe essere “rapido e secco”. Washington e Londra dovrebbero ultimare a breve una lista di obiettivi potenziali, con l’obbiettivo d’indebolire la capacità di Assad di colpire con armi chimiche. E’ probabile che saranno evitati i bombardamenti aerei, per non incappare nella sofisticata difesa fornita alla Siria dalla Russia.

Cameron, intanto, non avrebbe abbandonato l’idea di ottenere provvedimenti più duri in futuro nei confronti di Damasco da parte dell’Onu, malgrado l’opposizione di Russia e Cina. Ma vista l’intransigenza di Mosca, hanno sottolineato fonti di Downing Street, il premier britannico è convinto che ogni risposta militare di breve termine debba essere presa fuori dal processo decisionale delle Nazioni Unite.

La Russia, infatti, ha messo in guardia gli Stati Uniti sulle conseguenze “estremamente gravi” di un possibile intervento militare in Siria. L’avvertimento è arrivato nel corso di un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo americano John Kerry.

“Lavrov ha richiamato l’attenzione del suo interlocutore sulle conseguenze estremamente gravi di un possibile intervento militare per il Medio Oriente e il Nord Africa o Paesi come l’Iraq e la Libia che sono ancora destabilizzati”, ha spiegato un comunicato del ministero degli Esteri di Mosca.

Da parte sua, Assad ha detto al quotidiano russo Izvestia che l’accusa di aver utilizzato armi chimiche “è un insulto al buon senso… Un’assurdità. Gli Stati Uniti dovrebbero far fronte a un fallimento, se attaccassero la Siria, proprio come in tutte le precedenti guerre ingaggiate, partendo dal Vietnam per arrivare ai giorni nostri”.

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