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Senato: Tobin tax anche sui derivati

Dalla commissione Finanze di Palazzo Madama chiedono di inasprire le aliquote per i paradisi fiscali e utilizzare le risorse per l’Esf e per progetti comunitari a sostegno della crescita – Proposte da far arrivare al prossimo G20.

Senato: Tobin tax anche sui derivati

Dalla commissione Finanze del Senato arrivano dei precisi suggerimenti sulla Tobin tax, insieme alla sollecitazione al nostro governo e alle autorità comunitarie a inserire la questione della tassazione delle transazioni finanziarie tra gli argomenti di discussione della prossima riunione dei capi di Stato e di Governo del vertice G20.

La commissione ha approvato una risoluzione che fa riferimento alla direttiva comunitaria per l’introduzione nel sistema finanziario europeo dell’imposta sulle transazioni finanziarie (Itf). La proposta ha dato origine ad un acceso dibattito tra sostenitori e detrattori della nuova imposizione: la commissione del Senato esprime la convinzione che l’efficacia dell’imposta sulle transazioni finanziarie sia direttamente condizionata dall’introduzione di un’analoga misura, a livello globale, negli altri ordinamenti giuridici.

Entrando poi nel merito della questione, i senatori della commissione Finanze ribadiscono che “anche le transazioni sugli strumenti derivati e strutturati, nonché le contrattazioni ad alta frequenza (high frequency trading, di cui viene stimata, nei documenti comunitari di valutazione di impatto della proposta, una percentuale tra il 20 e il 40% del totale degli scambi) rientrano nella fattispecie imponibile della nuova imposta”, e aggiunge che è inoltre “necessario che tra le fattispecie imponibili siano ricomprese anche le transazioni su valute nei mercati a pronti”.

Al fine di rafforzare in termini di equità il prelievo, “appare opportuno prevedere un significativo inasprimento delle aliquote ove le controparti delle operazioni tassate abbiano sede in paesi a fiscalità privilegiata (i cosiddetti paradisi fiscali)”. Quanto all’utilizzazione delle risorse così ottenute, la commissione avanza precise proposte: “Appare opportuno – si legge nella risoluzione approvata – prevedere che una parte rilevante delle risorse reperite dall’ITF affluiscano nel fondo Esm (European Stability Mechanism), che verrà istituito a luglio. La restante parte sia utilizzata, in ambito comunitario, per finanziarie iniziative e progetti a sostegno della crescita, con particolare riferimento al campo della ricerca scientifica, dei cambiamenti climatici e per finanziare interventi a sostegno della domanda, con particolare riferimento alle condizioni delle fasce economicamente più deboli. Da ultimo, una quota delle risorse sia destinata alla riduzione del prelievo fiscale degli Stati membri”.

Un occhio di riguardo la commissione Finanze del Senato riserva ai piccoli risparmiatori: “Appare necessario prevedere l’esenzione per le transazioni poste in essere dai piccoli risparmiatori, che il più delle volte non hanno intento speculativo, ad esempio gli investimenti obbligazionari di limitate dimensioni. L’esenzione potrebbe essere prevista cioè per le transazioni che non superino un determinato importo che potrebbe essere, a titolo esemplificativo, sino a cinquantamila euro”.

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