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Sanità con tanti eroi, ma il Servizio nazionale è stato tradito

Malgrado i sacrifici di tanti medici e infermieri, la pandemia ha svelato la debolezza della gestione politica e istituzionale della sanità e la sua rovinosa frammentazione regionale, su cui occorrerà un severo ripensamento – La requisitoria di Cassese sul Corriere e le sagge riflessioni di Cavazzuti all’inizio della pandemia

Sanità con tanti eroi, ma il Servizio nazionale è stato tradito

Se si pensa all’abnegazione con cui tanti medici e infermieri hanno combattuto la pandemia, anche a costo della vita, non si può che ringraziare e applaudire i tanti eroi della sanità che si sono prodigati in ogni modo per fronteggiare la tragedia del Covid. Chi non ricordata i medici e gli infermieri morti o contagiati a Codogno, a Nembro, ad Alzano e in tante parti d’Italia? Ma tutt’altro giudizio merita la gestione politica della sanità, per non dire dei No Vax che ancora circolano tra il personale sanitario con gravi rischi per i pazienti. È una vera requisitoria quella che sulla sanità, come sulla scuola e sulla giustizia, il giudice costituzionale merito Sabino Cassese ha scritto nel suo editoriale di ieri sul Corriere della Sera.

“La sanità – attacca Cassese – è dovuta ricorrere all’esercito per la realizzazione del piano vaccinale”, altro che le vaghe promesse di Conte e Arcuri e le incertezze di Speranza. Ma poi Cassese aggiunge: “La sanità ha concentrato gli sforzi sui contagiati, ma tralasciando le altre patologie. Ha dato segni preoccupanti di scardinamento: pensavamo che vi fossero due sanità, abbiamo scoperto che ve ne sono venti, con protocolli e tempi diversi; insomma la sagra del regionalismo differenziato, con una preoccupante indefinizione dei compiti tra centro e periferia”, per non dire della “debolezza della medicina territoriale“.

Alla prova della pandemia – conclude l’illustre giurista – la sanità “ha tradito il disegno del 1978, quello del Servizio nazionale, cioè della rete: questa o non c’è o è piena di buchi”. E i sacrifici dei tanti eroi della sanità non bastano a coprire il deficit politico e istituzionale su cui bisognerà riflettere, senza escludere – come aveva proposto fin dal 6 aprile del 2020 su FIRSTonline il compianto Filippo Cavazzuti – che si superi la frammentazione regionale del servizio sanitario, riportando tutte le competenze della sanità pubblica in capo allo Stato.

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