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Sangiovese senza solfiti: il nuovo vino nato nella Fattoria dei Barbi con il protocollo dell’Università di Pisa

Rosso rubino, intenso al naso, con sentori di ciliegia. Per ottenerlo sono stati selezionati 100 ettolitri di Sangiovese del 2014. Ha richiesto nove anni di lavoro

Sangiovese senza solfiti: il nuovo vino nato nella Fattoria dei Barbi con il protocollo dell’Università di Pisa

Metti una sera di stelle cadenti, una lunga tavola imbandita, una cena al lume di candela con la musica di sottofondo e l’aria che ancora profuma del temporale che finalmente ha dissetato i vigneti ed ecco la magia dei calici che si riempiono di uno speciale e intrigante “nettare degli dei” sotto forma di Sangiovese “senza solfiti”. Sotto il cielo della Toscana, debutta il nuovo nato delle Fattoria dei Barbi, “Senza solfiti”, così recita l’etichetta, un Sangiovese di Montalcino, vinificato con tecniche all’avanguardia in materia di enologia, secondo il protocollo per un “vino senza chimica aggiunta” dell’Università di Pisa nell’ambito di un progetto di ricerca iniziato nel 2013.

Presentato al Vinitaly, degustato per la prima volta da decine di ospiti nella cornice della notte bianca di agosto alla Fattoria, “Senza solfiti” è un Igt Toscana Rosso che esclude l’anidride solforosa e l’aggiunta di ogni prodotto chimico, ed ha richiesto nove anni di lavoro, spiega Stefano Cinelli Colombini, alla guida della storica maison di Montalcino.

Non è nuovo alle sfide Cinelli Colombini e questo traguardo di un vino che diremmo “naturale”, ne premia lo spirito di ricerca e innovazione che arricchiscono la storia antica dell’azienda che ha nel Brunello il suo più importante vessillo. Nata alla fine del 1700 la Fattoria dei Barbi di Stefano Cinelli Colombini, si estende per 350 ettari di campi e vigne a Montalcino, Scansano e Chianti.

Per ottenerlo sono stati selezionati 100 ettolitri di Sangiovese del 2014 e sono serviti nove anni di lavoro

Produce il Brunello dal 1892 ed è stata la prima azienda ad esportarlo in Europa, America e Asia. E basta una visita al Museo del Brunello che si trova nella tenuta e alla storica cantina per capirne il valore storico e culturale. O ascoltare i racconti di Stefano Cinelli Colombini quando accade di averlo accanto a tavola o incontrarlo nella tenuta.

Rosso rubino, intenso al naso, con sentori di ciliegia a farla da padroni, fresco, pulito, “Senza solfiti” è un vino di facile beva, abbinabile ai formaggi e salumi per un aperitivo o anche alla pappa al pomodoro e alla panzanella tipici toscani. Per ottenerlo sono stati selezionati 100 ettolitri di Sangiovese del 2014 dai quali è partita la sperimentazione che ha portato sul mercato il Senza solfiti 2021(14 euro la bottiglia in cantina). Attenta dei grappoli, vinificazione con lieviti selezionati, nessun contatto con l’ossigeno: insomma un lungo e accurato lavoro che ha portato nel calice il neonato dei Barbi. Nella notte stellata la degustazione attraversa vini come il Vermentino dei Barbi, un Toscana Igt sapido e aromatico al punto giusto che arriva dall’Aquilaia, tenuta maremmana della casa; il Maremma Toscana Rosso Doc 2019, e, ‘ca va sans dir’, il Brunello di Montalcino Docg 2017 che domina con la sua grande e indimenticabile potenza la tavola imbandita e soprattutto il palato dei commensali.

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