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Saccomanni a Cernobbio: “Troppo costoso e poco realista il patto Confidustria-sindacati”

Da Cernobbio il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni definisce poco realista l’accordo tra Confindustria e i sindacati per affrontare le sfide della crescita – “Va nella direzione auspicata, ma mostra un conto della spesa molto elevato e subito posto a carico del bilancio statale con poco realismo” – Task force per la spending review – Ripresa nel 2014

Saccomanni a Cernobbio: “Troppo costoso e poco realista il patto Confidustria-sindacati”

Poco realista. Così il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni  ha definito il patto Confindustria-sindacati per affrontare le sfide della crescita. L’accordo, ha detto parlando dal workshop di Cernobbio, “va nell’auspicata direzione” di aumentare la dimensione delle imprese e facilitarne la competizione sui mercati internazionali, ma è a carico della spesa pubblica senza prevedere un grande impregno di industriali e lavoratori. “Se si legge in filigrana”,  il programma comune di Confindustria e sindacati” mostra un conto della spesa molto elevato e immediatamente posto a carico del bilancio statale con poco realismo”, ha detto Saccomanni spiegando che è “scarso su quello che possa essere il contributo che sistema delle imprese e delle forze sindacali possono dare”  al rilancio dell’economia nazionale e del sistema paese. Secondo fonti del Tesoro però non si tratta di una bocciatura. Enrico Letta, intervenuto dopo di lui, ha così voluto aggiustare il tiro: “Saluto positivamente l’accordo Confindustria-sindacati – ha detto – è un fatto importante e positivo che le parti sociali lavorino per contrastare le tensioni e per la pace sociale”.  

2014 INTEGRALMENTE POSITIVO
Sulle prospettive per l’economia Saccomanni ha ribadito le attese per un 2014 in  crescita. “Non faccio previsioni, raccolgo dati che vengono dall’economia reale penso che ci sia un consenso condiviso che ci sarà una stabilizzazione dell’economia nel terzo trimestre e una crescita nel quarto. E un 2014 integralmente positivo”, ribadisce spiegando i prossimi passaggi per rilanciare l’economia. Che passeranno anche per un “quadro internazionale sta migliorando, c’è sempre maggior consenso per promuovere crescita, occupazione e lotta all’ evasione fiscale. Tutto questo servirà anche a livello nazionale ”per portare avanti gli obiettivi che ci stiamo dando”.

Saccomanni ricorda che i sei decreti finora varati dal Governo “sono una manovra anticiclica che vale 2 punti del Pil” e che “il totale degli interventi fatti ammonta a circa 7 miliardi, di cui 4 con nuove entrate e 3 con la riduzione e rimodulazione delle spese”. Con il decreto Imu e le misure per l’occupazione sono state poi recuperate risorse per altri 3 miliardi di cui 2 nuove entrate e 1 con tagli alle spese. ”Queste manovre sono alla base dei segnali positivi di ripresa che si stanno vedendo in questi mesi”, ha detto Saccomanni.

UNA TASK FORCE PER LA SPENDING REVIEW
Se il consolidamento dei conti pubblici e il rispetto del rapporto deficit pil sotto il 3% rimane fondamentale, i prossimi mesi saranno dedicati a dare segnali forti sulle grandi sfide dell’Italia. A partire dalla legge di stabilità che è l’occasione per rilanciare gli obiettivi strategici del governo e per tenere conto delle raccomandazioni della Ue. È necessario accelerare le riforme strutturali per rafforzare la competitività e la produttività del sistema il cui ritardo è riconducibile alla carenza di investimenti sia a livello di innovazione tecnologica sia di capitale umano. Tre i pilastri su cui si baserà l’iniziativa del Governo. “Il primo punto riguarda la spending review. Il GoVerno intende nominare un commissario straordinario che abbia lo scopo di attuare un meccanismo di controllo della spesa pubblica. Il governo metterà a disposizione risorse importanti del ministero dell’economia e della ragioneria dello Stato: su queste risorse abbiamo intenzione di lavorare con Bankitalia, Istat e Corte dei Conti. Non si fa un favore a nessuno facendo credere che c’è una grande forbice che può tagliare cifre di importo significativo dalla mattina alla sera. E’ un lavoro faticoso che va portato avanti con determinazione e dettaglio. Riteniamo che il lavoro potrà essere fatto dal commissario sarà necessario per avere significativi tagli della spesa”, ha concluso Saccomanni.

LA REVISIONE DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI E L’USI DEI FONDI EUROPEI
C’è poi il capitolo riforma fiscale, ora in discussione al Parlamento che dovrebbe ottenere il via libera definitivo entro settembre. Si dovrà poi lavorare sui decreti delegati. Gli obiettivi sono un fisco prevedibile, leggero, che riduca la tassazione dal lavoro e dalle imprese, la lotta all’evasione e una revisione delle agevolazioni fiscali. Si tratta di una “realtà molto grossa, tutta frutto di provvedimenti singoli di legge importanti, che non possono essere disattivati con un tratto di penna” ha spiegato al proposito Saccomanni. Bisogna “agire in modo sistematico e individuare le agevolazioni fiscali, magari introdotte decenni fa, e vedere se sono ancora necessarie e attuare le necessarie correzioni nelle leggi di bilancio”. Infine bisogna migliorare l’uso dei fondi europei dove l’Italia è uno dei Paesi meno attivi. Sotto i riflettori rimangono ovviamente la necessità di fare di più sul mercato del lavoro, la riforma della giustizia e la necessità di attaccare il debito pubblico attraverso il programma di dismissioni che il Governo ha già annunciato anche nelle sedi internazionali come il G20. “Credo che sia un insieme di iniziative che renderà il Paese più attraente agli investitori stranieri”.

 

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