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Roma, dal Pd un aut-aut al sindaco Marino

Il Partito chiede al sindaco di cambiare giunta e programma per evitare che Roma torni nelle mani del centrodestra – I 5 stelle pronti ad unirsi alla mozione di sfiducia di Ncd.

Roma, dal Pd un aut-aut al sindaco Marino

Marino azzeri la giunta e proponga una nuova agenda programmatica. A chiedere al sindaco di Roma “un radicale e rapido riassetto della squadra di governo” è il gruppo Pd del Campidoglio, che vede nel “cambiamento una strada obbligata” per la Capitale e per il suo sindaco, finito ormai nell’occhio del ciclone.

A mettere alle strette Marino, dunque, è il suo stesso partito, che chiede, per bocca della deputata Ileana Argentin, “una svolta a questa Giunta bizzarra. Roma non si governa solo con i soldi, ma anche con scelte coraggiose e con professionalità capaci nelle mediazioni con la comunità cittadina. La città ha bisogno di risposte”. Se dalle parole non passiamo ai fatti, avverte la Argentin, la città potrebbe “tornare nelle mani nel centrodestra”. 

“Se Marino non ci segue -avverte il Pd romano – le elezioni saranno inevitabili”. E c’è anche chi, a via delle Vergini, vorrebbe precipitare la situazione proprio verso le elezioni, perché “una lenta agonia produrrebbe maggiori danni”. Una mozione che si contrappone a quella del rimpasto per andare avanti, in cerca di una sintesi che non sembra semplicissima. Il timore dell’anima romana del partito, poi, è di perdere la propria centralità nella Capitale, in favore del Nazareno.

Ma le insidie, per Marino, non si limitano al fronte interno. In ballo c’è la mozione di sfiducia di Ncd, cui sono pronti a unirsi anche i Cinque stelle capitolini: “Continuiamo a sostenere la nostra opposizione al sindaco Marino sulla mancanza di quella discontinuità enunciata nel programma politico e nelle linee programmatiche di azione che la Giunta avrebbe dovuto realizzare, sulla inadeguatezza di un indirizzo politico che perdura senza produrre risultati positivi per la città”.

Oltre al “Panda-gate”, il sindaco è accusato più in generale di inadeguatezza nella gestione della Capitale, finita, secondo l’opposizione, “in un declino inarrestabile fatto di continue emergenze, di riduzione dei servizi e aumento delle tasse, così come ribadito anche nella mozione di sfiducia”.

Anche i sindacati sono sul piede di guerra nei confronti di Marino, anche se affidano la scelta delle modalità del cambiamento, ritenuto necessario, alla “classe politica di Roma”. Anche in questo caso le accuse mosse al sindaco sono molteplici, e riguardano soprattutto i problemi legati al lavoro, allo sviluppo e alle periferie. Problemi ai quali, secondo i sindacati, Marino non ha proposto alcuna soluzione adeguata.

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