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Riva Acciaio, Zanonato: “Sì alla cassa integrazione, commissariamento difficile”

L’ipotesi più quotata su cui Zanonato sta ragionando consiste nel “mettere sotto sequestro i beni strumentali ma non i beni produttivi per far continuare la produzione” – “Posso dire che non mi convince affatto che si fermi un’attività produttiva come quella dell’acciaio che costituisce un asset decisivo nel nostro sistema Paese”.

Riva Acciaio, Zanonato: “Sì alla cassa integrazione, commissariamento difficile”

“La nostra prima preoccupazione sono i lavoratori”, a cui sarà possibile concedere la cassa integrazione. Quanto al commissariamento, “è un’ipotesi, ma non so se sia una strada percorribile”. Lo ha detto Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico, intervenendo dalle colonne de “La Repubblica” sulla situazione del gruppo Riva. 

In seguito al sequestro da parte della magistratura, ieri è stata annunciata la chiusura di tutte le attività dell’azienda Riva Acciaio (non dell’Ilva), tra cui quelle produttive degli stabilimenti di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti). La decisione ha immediatamente suscitato diverse reazioni, fra cui quella di Confindustria

Zanonato si è detto sorpreso della decisione dei Riva, visto che non c’è alcun atto nuovo da parte dei giudici dopo il sequestro annunciato a luglio: “Posso dire che non mi convince affatto che si fermi un’attività produttiva come quella dell’acciaio che costituisce un asset decisivo nel nostro sistema Paese”, ha aggiunto.

Ho incontrato i sindacati ieri sera, li rivedrò stamattina per fare il punto”, ha spiegato poi il ministro ai microfoni di  Radio24, “ho sentito Ferrante ieri sera per farmi spiegare esattamente cosa fosse successo e per capire se sia esagerata la misura di chiusura degli stabilimenti. Lui dice che non è in grado di fare nulla. Devo verificarlo. Gli sto chiedendo un appuntamento”.

L’ipotesi più quotata su cui Zanonato sta ragionando consiste nel “mettere sotto sequestro i beni strumentali ma non i beni produttivi per far continuare la produzione”. 

Quanto al sequestro dei conti correnti il ministro ha chiarito che sta cercando di capire in queste ore “se le acciaierie possono funzionare anche con il sequestro dei conti correnti. Se sì eserciteremo pressioni. Se no bisogna capire con quali altri strumenti intervenire per mettere le acciaierie in condizione di funzionare. Mi domando se ha senso sequestrare i conti correnti con cui le aziende funzionano”.

Per Zanonato non si devono “fare dei sequestri su beni strumentali compreso il denaro che intervengono sul funzionamento dell’azienda. Si produce un danno con lo stop dell’attività dell’azienda e i lavoratori senza stipendio e si impoverisce il valore stesso dell’azienda”. 

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