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Rinvio Tasi nei Comuni ritardatari, dal Governo via libera al “decreto ponte”

Nei Comuni in cui le aliquote non sono ancora state deliberate, la scadenza per il pagamento viene posticipata al 16 ottobre 2014 – Nel caso in cui il 10 settembre il Comune non avesse ancora deliberato, l’imposta sarà dovuta applicando l’aliquota di base pari all’1 per mille e sarà versata in un’unica soluzione il 16 dicembre.

Rinvio Tasi nei Comuni ritardatari, dal Governo via libera al “decreto ponte”

Nei Comuni in cui le aliquote sono già state deliberate, la Tasi deve essere pagata entro il 16 giugno; nei Comuni ritardatari, invece, la scadenza viene posticipata al 16 ottobre 2014, ma i municipi dovranno deliberare aliquote e detrazioni entro il 10 settembre. Lo prevede un decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri, che  chiarisce in modo definitivo i termini per il pagamento della nuova imposta comunale sui servizi indivisibili. Si tratta di un “decreto-ponte”, identico all’emendamento già inserito nel dl Irpef, in attesa che il Parlamento lo converta.

Nel caso in cui il 10 settembre il Comune non avesse ancora deliberato le aliquote e le detrazioni Tasi, “l’imposta sarà dovuta applicando l’aliquota di base pari all’1 per mille e sarà versata in un’unica soluzione il 16 dicembre 2014 – precisa il comunicato diffuso da Palazzo Chigi –. Sempre nel caso della mancata determinazione, la Tasi dovuta dall’occupante sarà nella misura del 10 per cento dell’ammontare complessivo del tributo, determinato con riferimento alle condizioni del titolare del diritto reale”.

Dal 2015 i Comuni dovranno “assicurare la massima semplificazione degli adempimenti per i contribuenti – prosegue il comunicato –, rendendo disponibili i modelli di pagamento  preventivamente compilati”.  

Il decreto di oggi era necessario perché il dl Irpef, approvato dal Senato e passato all’esame della Camera, potrebbe non essere convertito prima della scadenza del 16 giugno. Di fatto, poi, il provvedimento d’urgenza che il governo ha approvato oggi andrà a morire, in quanto non sarà più necessaria la conversione in legge quando le analoghe disposizioni del decreto Irpef saranno legge dello Stato.

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