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Riforma costituzionale: ballottaggio se nessuna lista arriva al 50% ed elezione diretta del premier senza cambiare la Carta

Ballottaggio nelle elezioni politiche se al primo turno nessuno raggiunge il 50%: è la proposta del politologo Roberto D’Alimonte che, se accolta, può permettere di arrivare all’elezione diretta del premier senza cambiare la Costituzione e può rimettere sui binari giusti una riforma costituzionale come quella proposta dalla Meloni che oggi pare piuttosto confusa e squinternata

Riforma costituzionale: ballottaggio se nessuna lista arriva al 50% ed elezione diretta del premier senza cambiare la Carta

Si può arrivare all’elezione diretta del premier senza modificare la Costituzione ma, nel caso probabile in cui nessuna lista arrivi al 50% al primo turno si dovrebbe prevedere il ballottaggio, come avviene in Francia per le elezioni presidenziali. Lo ha proposto ieri dalle colonne del Sole 24 Ore il politologo Roberto D’Alimonte. Se la proposta venisse accolta dal Parlamento, e in particolare dal centrodestra che è sempre stato riluttante al ballottaggio, la riforma costituzionale per il premierato di Giorgia Meloni cambierebbe completamente natura e riaprirebbe i giochi politici lanciando un ponte anche alle opposizioni.

“Esiste un modo molto semplice scrive D’Alimonte – per consentire ai cittadini di decidere chi debba governare il Paese: eleggiamo tutti i 400 deputati e i 200 senatori con una formula proporzionale e alla lista o coalizione di liste che arriva al 50% dei voti assegniamo un premio di maggioranza fino al 55%. Ma se nessuna lista arriva al 50%, le liste più votate vanno al ballottaggio. Chi prende un voto in più ottiene il 55% dei seggi nelle due Camere e forma il Governo e i perdenti si dividono il 45%”. In questo modo – continua D’Alimonte – l’elettore che vota al secondo turno non deciderebbe solo la maggioranza di governo ma anche il Presidente del Consiglio. Se questa non è elezione diretta, che cos’è? E tutto senza modificare di una virgola la Costituzione”.

La proposta D’Alimonte, se recepita, può sbloccare il muro contro muro sulla riforma costituzionale e raccogliere il consenso di Italia Viva di Matteo Renzi, da sempre favorevole al modello elettorale del Sindaco d’Italia, ma forse anche del Pd se ascolterà i saggi consigli del costituzionalista Stefano Ceccanti.

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