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Ricordo di De Michelis, socialista discusso ma geniale

Un anno fa moriva l’ex ministro socialista Gianni De Michelis, uomo politico controverso ma brillante

Ricordo di De Michelis, socialista discusso ma geniale

Un anno fa moriva solo e quasi in povertà Gianni De Michelis. Veneziano, docente universitario, persona colta e brillante, fu a lungo deputato  socialista. Nominato ministro delle Partecipazioni Statali (PPSS), in quel ruolo affrontò e condusse in porto il primo piano chimico.

Da ministro del Lavoro del Governo Craxi, De Michelis si trovò a gestire il  ‘’grande slam’’ della scala mobile e lo scontro con i comunisti dopo il decreto di San Valentino del 1984 e il referendum abrogativo dell’anno seguente. Poi fu uno dei primi ad accorgersi che il sistema pensionistico era divenuto insostenibile. Ma la DC gli impedì di presentare un ddl a nome del governo, sostenendo, con il consueto consociativismo,  l’opportunità di un’iniziativa parlamentare affidata ad una Commissione speciale presieduta da Nino Cristofori (sodale di Andreotti) affinché fosse coinvolto anche il Pci.

Quando la Commissione varò un testo all’acqua di rose, De Michelis presentò, a nome del governo, degli emendamenti che davano una sferzata di rigore, ma che bloccarono l’iter della legge anche per il sopraggiungere della fine della legislatura. 

De Michelis era una persona competente e avvertita. Da ministro degli Esteri sottoscrisse, insieme a Guido Carli, il trattato di Maastricht; e da esperto di politica internazionale comprese e denunciò gli errori dell’Europa nella questione jugoslava, ben convinto che ad incoraggiarne lo smembramento si sarebbe aperto – come accadde – il vaso di Pandora dei nazionalismi e dei conflitti etnici e religiosi, che determinarono anni di orrori e di massacri. 

Il ‘’colpo di Stato’’ di Tangentopoli lo coinvolse in pieno. De Michelis era a capo di una corrente del Psi e, in quanto tale, aveva la necessità di risorse che fossero in grado di sostenere i suoi aderenti nelle competizioni elettorali nazionali e locali. Come disse Rino Formica – uno dei vecchi socialisti ancora tra noi – la politica è ‘’sangue e merda’’. Oggi dei due ingredienti è rimasto solo il secondo.

È stata la sua competenza a riportare a galla De Michelis, a prescindere dai tentativi da lui compiuti per rivitalizzare qualche spezzone socialista scampato alla ghigliottina, ormai ridotto alla condizione dei ‘’polli di Renzo’’.

Nel rendere a Gianni De Michelis l’omaggio che ha meritato (e che un Paese ingrato prima o poi gli tributerà) mi piace raccontare un episodio che descrive come era l’uomo con i suoi pregi ed i suoi difetti. Una sera d’estate a Roma un compagno (non faccio il nome) mi condusse a bere qualche cosa di fresco in un locale notturno. Mi accorsi che in una saletta riservata un discreto numero di signore, in abito da sera, conversavano tra di loro ed ogni tanto si avvicinavano alla porta per vedere se fosse in arrivo qualcuno. Dopo una mezz’ora buona, si presentò Gianni De Michelis che fu accolto come se all’improvviso, in mezzo alla sala, fosse spuntato un albero della cuccagna. Spero che nei Campi Elisi si sia ritrovato in buona compagnia. 

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