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Report Unicredit: pagamenti elettronici per le spese di giustizia, è tempo di obbligatorietà

REPORT UNICREDIT – Perché i pagamenti telematici delle spese di giustizia non decollano? Perché sono ancora così pochi? Quali interessi (e di chi) ne ostacolano la diffusione?

Report Unicredit: pagamenti elettronici per le spese di giustizia, è tempo di obbligatorietà

Per rispondere bisogna fare ricorso a quello che definiremmo il paradigma della dinamica “reattiva” verso il cambiamento. La risposta, purtroppo, è tanto scontata quanto disarmante. Semplicemente, i pagamenti telematici non sono stati ancora resi obbligatori. E si sa, quando il cambiamento non viene sostenuto da “obblighi”, normativi in questo caso, non sempre viene accolto. Siamo un popolo, per definizione, resiliente ma abbiamo bisogno di stimoli per modificare le nostre abitudini.

Per questo, negli ultimi 12 mesi, sono stati effettuati solo 54.518 pagamenti telematici delle spese di giustizia. Troppo pochi, appunto! Un numero così irrisorio denota una scarsa comprensione delle enormi potenzialità di uno strumento che, in altri settori ed in altre nazioni, è di larghissimo uso. È inverosimile che il Ministero della Giustizia non ne abbia piena consapevolezza. Il principio della necessità dell’obbligatorietà ha evidenze innegabili. Partiamo dalla cronaca di questi giorni ed in particolare dalla notizia della truffa perpetrata ai danni dello Stato – e dei cittadini – attraverso la contraffazione di valori bollati, venduti all’interno dei Tribunali e in altri uffici giudiziari di Roma.

Sono stati frodati molti studi legali dei Fori della capitale e di Napoli, con un danno di milioni di euro per l’ erario. Situazioni come queste evidenziano un gap enorme delle pratiche consolidate rispetto alle innovazioni attuali. È una storia che si ripete…I nostri legislatori non possono continuare a sottovalutare questo tipo di truffe e temporeggiare ancora su una Legge che farebbe, in primis, l’interesse dello Stato stesso. Oltretutto, proprio lo Stato risparmierebbe ben il 2,6% di aggio riconosciuto ai tabaccai. A proposito di spending review! “Mentre i sistemi tecnologici – afferma Dino Crivellari, AD di UCCMB – purtroppo accessibili anche alla malavita, avanzano a ritmo costante, permettendo anche di creare prodotti quasi perfetti, come queste marche da bollo, le abitudini di comportamento di una certa classe più “conservatrice” restano uguali a quelle di un secolo fa. E’ questo il terreno, reso melmoso dagli interessi di pochi, sul quale si muove agevolmente la malavita a danno dello Stato e degli Istituti, come il nostro, che da anni sostengono la legalità, il mondo della Giustizia e l’innovazione come strumento per stare al passo coi tempi. Ecco, quindi, a chi conviene che i pagamenti telematici non decollino e che le cose restino immutate, a danno della collettività.”

L’obbligatorietà è solo l’ultimo passo, necessario e non più rinviabile. Gli strumenti per contrastare questo tipo di problemi sono già stati creati, sono disponibili e molto ben funzionanti. La stessa reticenza al cambiamento caratterizzò anche il lancio del Processo Civile Telematico. Enormi furono le barriere sollevate contro l’invio dei documenti in formato digitale, le modalità di archiviazione, di firma ecc… Furono sollevate obiezioni di ogni specie, e non sempre tecniche. Ma l’obbligatorietà fu imposta e i risultati, ad un anno di distanza, parlano da soli. “Sono trascorsi anni da quando il Ministero della Giustizia selezionò una nicchia di partner tecnici – e UniCredit Credit Management Bank era l’unica Banca fra questi – per creare, da zero, il nodo dei Pagamenti Telematici delle spese di giustizia. – continua Dino Crivellari – Furono tempi di studi e di proposte, di sperimentazioni e anche di successi. Il Sistema dei Pagamenti Elettronici oggi, infatti, presenta i più alti standard di efficienza e la massima sicurezza. Oltretutto, procedere per via telematica è molto più comodo e veloce rispetto al normale iter di pagamento, che costa più tempo e inutili file anche solo per gli acquisti in tabaccheria: gli Avvocati possono pagare le spese di giustizia e i diritti direttamente dal proprio studio, collegandosi al Portale dei Servizi Telematici del Ministero della Giustizia o ad un Punto di Accesso (PdA) abilitato.”

Imporre il pagamento telematico delle spese e dei diritti significa tracciare le transazioni, ridurre i tempi, rendere la macchina della Giustizia più efficiente e, soprattutto, significa rendere tutto il processo più trasparente e più sicuro. Per queste ragioni, per un senso di prospettiva più ampio, imporre l’obbligatorietà del pagamento telematico delle spese di giustizia è urgentissimo. L’intervento normativo per disciplinare l’uso degli strumenti elettronici per il saldo degli oneri di giustizia potrà far superare, al nostro Paese, questo scottante ritardo che ha origini esclusivamente culturali.

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