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Report 2023 Polizia Postale: in calo gli attacchi cyber ma preoccupano le offensive hacktiviste russe

Sono stati registrati 11.930 attacchi cyber in calo del 7% rispetto al 2022. Aumentano però le offensive russe causate dall’instabilità geopolitica. Aumentano le frodi online 6%. Meno casi di cyberbullismo ma preoccupa il fenomeno della sextortion. Ecco i dati del Report 2023 sull’attività della Polizia Postale

Report 2023 Polizia Postale: in calo gli attacchi cyber ma preoccupano le offensive hacktiviste russe

Nel 2023, in Italia, diminuiscono i cyberattacchi ma aumentano quelli legati al contesto internazionale. Nel corso dell’anno sono stati registrati 11.930 attacchi cyber a infrastrutture critiche, istituzioni, aziende e privati, segnando un calo del 7% rispetto al 2022. Aumentano, invece, le frodi online, i casi di sextortion (soprattutto tra i minori) mentre sono i 40 milioni di euro sottratti attraverso il phishing.

Sono i dati del Report 2023 sull’attività della Polizia Postale e delle Comunicazioni e dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica.

Le indagini sulla sicurezza informatica hanno portato a 220 persone indagate, registrando una diminuzione del 34%, mentre sono stati diffusi 75.956 alert. Inoltre, sono stati monitorati 178.000 siti per possibili minacce estremistiche, con 236 segnalazioni; 2739 i siti oscurati per pedopornografia.

Cyberspazio nuovo terreno di scontro

Il Report della Polizia postale indica che, oltre alla minaccia criminale, si sta consolidando stabilmente un’origine degli attacchi anche da attori statuali, attribuibile all’instabilità geopolitica.

Il conflitto russo-ucraino ha evidenziato il ruolo cruciale del cyberspazio, come nuovo terreno di scontro per le nuove guerre.

Le offensive hacktiviste russe, in particolare del gruppo NoName05, hanno colpito l’Ucraina e i Paesi Nato, includendo attacchi contro strutture governative, comparto sanitario, trasporto locale, istituti bancari e provider delle telecomunicazioni in Italia. Il gruppo di attivisti ha lanciato diversi attacchi contro entità italiane in protesta contro la politica del Paese, etichettata come “russofoba”.

In parallelo, nel conflitto Israele-Hamas, gruppi hacker hanno mirato alle infrastrutture critiche israeliane, causando disservizi anche in paesi occidentali come l’Italia, percepiti come vicini alla causa israeliana.

Proliferano i contenuti terroristici

Nel 2023, sono stati monitorati 178.756 siti web legati a estremismo religioso internazionale, estremismo razziale, e movimenti antagonisti o anarchici. Il rapporto indica 236 casi trattati, con 2.670 spazi virtuali oscurati.

Il report sottolinea che le piattaforme di comunicazione online, social network e app di messaggistica sono diventati i principali canali per la diffusione di contenuti propagandistici di varia natura. Questo aumento ha portato a una significativa proliferazione di contenuti terroristici, inclusi quelli di matrice islamista, estrema destra (neonazismo, neofascismo, suprematismo), estrema sinistra (movimenti armati, anarchici, antagonisti), e separatisti.

Il monitoraggio web ha evidenziato il degrado qualitativo della propaganda jihadista nel tempo, attribuito alla scomparsa del Califfato e alle perdite di personale tecnico e gestori di social media. L’uso sempre più diffuso di algoritmi e intelligenza artificiale sulle principali piattaforme web è stato segnalato come un fattore nella scansione e rimozione dei contenuti pubblicati dagli utenti.

Aumentano le frodi online

Sono in aumento le truffe online, registrando un aumento del 6% rispetto all’anno precedente con 16.325 casi. Le indagini hanno coinvolto 3.571 persone, con oltre 137 milioni di euro sottratti. La Polizia Postale ha intensificato le attività di prevenzione mediante il monitoraggio attivo della rete e ha contrastato le attività predatorie online, denunciando oltre 3.500 persone, soprattutto nel settore dell’e-commerce.

Nel contesto delle truffe online, il report evidenzia un notevole aumento delle frodi legate al falso trading online, con 3.360 casi trattati, 188 persone denunciate e profitti illeciti pari a 109 milioni di euro.

Si segnala un incremento di portali che offrono programmi speculativi e l’uso di tecniche sofisticate per contattare le vittime.

Diminuiscono i casi di cyberbullismo

Il report della Polizia postale dedica un capitolo al cyberbullismo, riportando che nell’anno appena concluso sono stati trattati 284 casi di bullismo informatico e sociale. Si registra però una diminuzione dei minori segnalati all’Autorità giudiziaria, passando da 127 a 104 rispetto all’anno precedente. L’analisi dei dati indica che la normalizzazione delle abitudini dei ragazzi potrebbe aver contribuito a questa diminuzione, con il ritorno a una vita sociale senza restrizioni post-emergenza Covid. Si ipotizza che ciò abbia avuto un impatto positivo sulla qualità delle interazioni sociali e sulle relazioni tra coetanei.

Pedopornografia e adescamenti

Nel 2023, sono stati esaminati 28.265 spazi web, di cui 2.739 sono stati inseriti in una lista nera e oscurati per contenuti pedopornografici. Nonostante un lieve calo dei casi di adescamento online, è stata confermata la partecipazione prevalente di minori tra i 10 e i 13 anni, con 206 interazioni sessuali tecno-mediate su un totale di 351 casi.

Il rapporto evidenzia un incremento graduale dei casi di bambini adescati di età inferiore ai 9 anni, attribuito all’avvicinamento precoce dei bambini agli strumenti informatici. Nel periodo considerato, 31 minori sotto i 9 anni sono stati adescati online, rappresentando il 9% dei casi trattati dalla Polizia Postale.

Social network e videogiochi online emergono come i principali contesti di contatto rischioso tra minori e adulti.

Sono, invece, 9.433 i reati online contro la persona, che spaziano da stalking e diffamazione a minacce, revenge porn, molestie, sextortion, illecito trattamento dei dati, sostituzione di persona, hate speech e propositi suicidari. Un aumento del 3% rispetto all’anno precedente.

La Polizia Postale è intervenuta direttamente in 31 casi di Codice Rosso per contrastare i reati online contro la persona. Sono state implementate specifiche iniziative di prevenzione e contrasto agli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, con servizi di monitoraggio su siti web, piattaforme digitali e social network (Facebook, Twitter, Instagram, Telegram, Pinterest e Youtube) per limitare la diffusione dell’hate speech.

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