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Renzi al Senato: “Sarò l’ultimo Presidente a chiedere la fiducia a quest’Aula”

Il Presidente del Consiglio chiede la fiducia all’Aula del Senato “in punta di piedi”, ma poi lancia subito la prima stoccata, alludendo alla imminente riforma di Palazzo Madama – Poi le priorità: riforma elettorale, Europa, scuola – Schermaglie con i 5 Stelle – I 3 punti del programma economico.

Renzi al Senato: “Sarò l’ultimo Presidente a chiedere la fiducia a quest’Aula”

E’ un Matteo Renzi che si presenta “in punta di piedi” quello che chiede la fiducia per il suo Governo all’Aula del Senato (leggi il discorso completo). “Fa pensare il fatto che io non abbia l’età per sedere qui in Senato”, ha subito aggiunto il nuovo Presidente del Consiglio, ribadendo però che “non sono qui per inseguire un record anagrafico ne soddisfazioni personali, ma per chiedere la fiducia”.

“La fiducia non va di moda – ha proseguito Renzi – ma è necessaria per uscire dalla crisi: il Paese è impantanato nella burocrazia. Bisogna proporre visione audace, unitaria e innovativa che parte dal linguaggio della franchezza”. E poi, le prime stoccate. La prima – non personale – allo stesso ruolo del Senato, che il premier come noto ha intenzione di riformare: “Spero di essere l’ultimo Presidente a chiedere la fiducia a quest’Aula”.

ELEZIONI

Subito dopo, ricordando di “non aver paura di passare dalle elezioni”, la stoccata al Movimento 5 Stelle: “Sono segretario di un partito che nelle varie recenti elezioni amministrative si è presentato e ha vinto ovunque, e non lo stesso si può dire di altri”. Renzi ha contestualmente ricordato la necessità, per tornare alle urne, di una nuova legge elettorale: “E’ necessario che le regole del gioco vadano riscritte insieme”. Nel finale, poi, un’altra frecciata ai senatori di Grillo: “Aiutiamo i senatori 5 Stelle, sono in difficoltà con la loro base”, ha detto ironicamente il presidente del Consiglio rispondendo alle contestazioni in Aula.

EUROPA

Poi l’elenco delle priorità, fra cui l’Europa, affinché il prossimo semestre di presidenza italiana nell’Ue “non diventi solo un’occasione di nomine e poltrone”, e poi il debito pubblico: “Non sono Merkel e Draghi a chiederci di ridurre il debito, ma il rispetto per i nostri figli, i nostri nipoti, per quelli che verranno dopo di noi: è per loro che dobbiamo ridurre la spesa pubblica e non fare come quelli che hanno scialacquato negli ultimi decenni”. “A volte si considera l’Europa come la madre dei nostri problemi. Per me e per il mio partito non è così. Nella tradizione europeista sta la parte migliore della nostra società”.

SCUOLA

Renzi, nel suo intervento, ha scelto di puntare i riflettori soprattutto sull’esigenza di rilanciare la scuola e Ii mondo dell’istruzione perché “da lì riparte un Paese, da lì nasce la sua credibilità”. E ha annunciato l’intenzione di andare da presidente del Consiglio, come faceva da sindaco, in visita ad una scuola ogni settimana a partire già da mercoledì, in un istituto di Treviso. Poi, dopo avere ringraziato il suo predecessore Enrico Letta e chiesto per lui un applauso (“il cambio di governo non oscura i risultati di quello precedente”, è la frase che dopo la prima mezzora di monologo ha riscosso la maggiore approvazione) ha sottolineato la necessità di portare a compimento le quattro riforme su cui si è basato l’accordo di legislatura.

I PUNTI DEL PROGRAMMA ECONOMICO

Il premier Matteo Renzi ha anche accennato alle prime, essenziali riforme economiche, “discusse con il Ministro Padoan e che saranno perfezionate nelle prossime settimane”. Renzi ha elencato i tre punti fondamentali:

1- “Sblocco totale dei debiti della Pa, con un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti”.
2- “La costituzione e il sostegno a fondi di garanzia, oltre al nuovo ruolo della Cdp, per le piccole e media imprese, che sono quelle più messe in ginocchio dalla crisi”.
3- “Riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale: misure serie non solo per la riduzione della spesa, con risultati entro il primo semestre 2014. Non parole, ma interventi precisi e puntuali”. 

IUS SOLI 

“Sui diritti lo sforzo da fare è di ascoltarsi e trovare un compromesso anche quando non mi soddisfa del tutto”, ha detto Renzi parlando dello ius soli. “L’identità è la base dell’integrazione, un Paese che non si integra non ha futuro. A fronte di un dibattito che ha visto i diritti oggetto di scontro, facendone una bandierina in campagna elettorale senza poi fare nulla, con questo governo spero di trovare dei punti di sintesi ideali. Ad esempio per permettere alla bimba nata dove è nata la sua compagna di banco, dopo un ciclo scolastico, di diventare italiana”. 

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