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Ref: in Toscana la spesa per il servizio idrico integrato è aumentata su tutto il territorio

Se in provincia di Massa-Carrara l’onere a carico delle imprese non ha subito variazioni sostanziali, nelle altre province i rincari sono stati piuttosto consistenti. Un’analisi della distribuzione degli aumenti mostra che in circa il 70% dei Comuni rientranti nel campo di osservazione la spesa per il SII tra il 2009 e il 2010 è aumentata tra il 5% e il 10%.

Ref: in Toscana la spesa per il servizio idrico integrato è aumentata su tutto il territorio

Il centro di Ricerche per l’Economia e la Finanza ha elaborato, per conto di Unioncamere Toscana, un’analisi riguardante la spesa e le tariffe relative al servizio idrico in Toscana. Il quadro che emerge evidenzia come la variazione della spesa tra il 2009 e il 2010 è stata differente nelle sei province toscane. Se in provincia di Massa-Carrara l’onere a carico delle imprese non ha subito variazioni sostanziali, nelle altre province i rincari sono stati piuttosto consistenti.

In provincia di Lucca le tariffe sono cresciute mediamente del 2%, in quelle di Livorno, Pisa e Prato il rialzo è stato prossimo ai 7 punti percentuali, mentre in provincia di Pistoia la spesa ha registrato un incremento medio del 6% circa. La già spiccata variabilità rilevata a livello medio provinciale è, a sua volta, il risultato di dinamiche eterogenee all’interno dei confini provinciali. Ad esclusione delle province di Livorno e Prato, all’interno dei confini amministrativi provinciali coesistono differenti bacini tariffari derivanti dalla suddivisione del territorio toscano in ambiti territoriali ottimali non coincidenti con le Province.

Si rileva inoltre la presenza di gestioni autonome del servizio idrico in alcuni Comuni ove non vengono applicate le tariffe stabilite dall’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale. Un’analisi della distribuzione degli aumenti sul territorio toscano mostra che in circa il 70% dei Comuni rientranti nel campo di osservazione (53 Comuni su 72) la spesa per il SII tra il 2009 e il 2010 è aumentata tra il 5 ed il 10%; per quanto riguarda gli altri Comuni la dinamica si è differenziata a seconda del profilo esaminato. Infatti, per le utenze agricole ed industriali circa l’11% dei Comuni esaminati (8 su 72) ha fatto registrare riduzioni nella spesa (anche se di entità inferiore all’1%), il 4% (3 su 72) ha mantenuto invariati i corrispettivi ed il restante 11% (8 su 72) ha riportato aumenti fino al 5%.

Per le utenze artigianali, invece, non si registrano riduzioni di spesa: 16 Comuni su 72 hanno registrato rincari inferiori ai 5 punti percentuali, mentre in 8 la spesa è rimasta invariata. Tali variazioni, seppure molto differenziate, non hanno tuttavia ridotto la variabilità della spesa già rilevata nell’indagine dello scorso anno con riferimento all’anno 2009. Infatti, il rapporto tra il massimo ed il minimo della spesa media delle Province è, seppure in minima parte, aumentato nel 2010 (circa +5% per le utenze non domestiche diverse da quelle agricole). All’interno dei confini provinciali si nota una sostanziale costanza della dispersione dei livelli di spesa: il rapporto tra spesa massima e spesa minima per tutte le utenze non domestiche rimane superiore al 230% in Provincia di Massa-Carrara, al 200% in provincia di Pistoia e al 150% in provincia di Lucca.

Quasi nulla invece la variabilità riscontrata all’interno delle province di Livorno, Pisa e Prato. Tali risultati giustificano e rendono quanto mai attuale l’attività di monitoraggio di una voce di costo crescente dei bilanci delle imprese, anche alla luce del recente esito referendario sulle modalità di affidamento del servizio e di determinazione della tariffa, che vedrà la costituenda Autorità di regolazione nazionale impegnata in un percorso di riforma del settore, come già avvenuto per i settori dell’energia elettrica e del gas naturale.

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