Condividi

Rai: tetto agli stipendi anche per gli artisti

Il limite, come in tutto l’universo degli statali, è a 240mila euro l’anno – Il problema è che personaggi come Fazio, Insinna, Conti e Clerici guadagnano anche 6-7 volte tanto e potrebbero decidere di passare alla concorrenza – La palla passa al Tesoro e al Mise

Rai: tetto agli stipendi anche per gli artisti

Da aprile la Rai imporrà il tetto di 240mila euro anche agli stipendi agli artisti. Lo ha deciso il Cda dell’azienda pubblica, che ha deciso di estendere la limitazione già in vigore per manager e giornalisti. La questione però rimane aperta: la delibera del Consiglio è stata trasmessa al Mef e al Mise e un parere contrario dei ministeri consentirebbe di disapplicare la norma.

D’altra parte, in assenza di questa delibera, la Corte dei Conti avrebbe potuto accusare il Cda di danno erariale per mancata applicazione della legge 198/2916, che impone “il limite massimo retributivo di 240mila euro annui […] agli amministratori, ai collaboratori e ai consulenti” della pubblica amministrazione e delle imprese pubbliche.

Ma quanti sarebbero gli artisti che si vedrebbero tagliare lo stipendio? Non pochi: una ventina, fra cui Fabio Fazio, Flavio Insinna, Antonella Clerici, Bruno Vespa, Massimo Giletti, Carlo Conti, Piero e Alberto Angela, Amadeus, Lucia Annunziata. I loro compensi sono a volte superiori al milione di euro annui.

Molti tra i diretti interessati preferiscono prendere tempo prima di reagire. Parla, invece, l’ex presidente Rai Lucia Annunziata. “Non c’è problema, è una legge dello Stato, una decisione del Cda Rai, io obbedisco – commenta la giornalista – Trovo anche giusto che il servizio pubblico offra un pagamento inferiore a quello che è il mercato”.

Bruno Vespa, invece, non considera la partita chiusa: “Credo che il Cda abbia voluto in qualche modo invitare il ministero dell’Economia a una decisione di buon senso, se si vuole che la Rai resti nel mercato. E poiché il ministro Padoan ha dato molte prove di essere una persona di grande buon senso, sono fiducioso che si troverà presto una soluzione”.

Il timore, avanzato da diversi consiglieri in cda, oltre che dai vertici aziendali, è che l’applicazione della norma avvantaggi la concorrenza, che potrebbe ora strappare alcuni dei pezzi più pregiati dell’intrattenimento Rai (si parla, ad esempio, di un interessamento di Mediaset a Carlo Conti).

“Gli amministratori hanno il dovere di rispettare la legge alla lettera – afferma il consigliere Franco Siddi -. Tuttavia l’azienda rischia di perdere soggetti con grande appeal”.

Commenta