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PROFUMO E IL BALLO DELLE NOMINE: Leonardo oggi è un gruppo con una visione di lungo periodo e conti in crescita

L’Ad Alessandro Profumo, allo scadere del suo mandato in maggio, consegna una società con conti che hanno mostrato un trend in continua crescita, nuovi ordini in arrivo e soprattutto ottimi rapporti con Stati Uniti e alleati Nato

PROFUMO E IL BALLO DELLE NOMINE: Leonardo oggi è un gruppo con una visione di lungo periodo e conti in crescita

Non si tratta solo di una delle migliori aziende al mondo, ma l’attività di Leonardo, di cui il Tesoro detiene il 30%, incrocia interessi che vanno ben oltre il perimetro italiano, passando dagli Stati Uniti, agli alleati della Nato, alla Commissione europea. Inoltre il governo nello scegliere le persone che dovranno guidare il top player nei settori dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza dovrà in primo luogo partire dagli orientamenti del Quirinale, considerando che il Presidente Mattarella è il Capo supremo delle Forze Armate.

L’ex banchiere Alessandro Profumo, 65 anni, insediato da Paolo Gentiloni il 16 maggio 2017 con un mandato che scadrà a maggio, sa bene che la decisione del governo riguardo la sua poltrona sarà soprattutto politica e va ben oltre i risultati aziendali, ma per non lasciar dubbi, consegna alla scadenza un’azienda da record.

Leonardo: Profumo consegna un’azienda con una visione di lungo periodo e conti in continua crescita

Leonardo, che si è fatta strada in Italia, Regno Unito, Polonia e USA in tutte le sue aree di business (Elicotteri; Velivoli, Aerostrutture, Electronics, Cyber & Security Solutions e Spazio) ha visto dal 2018 a oggi progressivamente incrementare le voci di bilancio. In particolare, i conti 2022 sono da incorniciare, come dicono a Leonardo, con vendite al di sopra delle aspettative e redditività in crescita. A trainare il fatturato è stata soprattutto la performance degli Elicotteri e dell’Elettronica per la Difesa, sia nella componente europea che in quella statunitense.

“La performance positiva conseguita da Leonardo nel 2022” ha sottolineato lo stesso Profumo, “è il frutto di una visione di lungo periodo che ha permesso all’azienda di rafforzare la propria competitività in uno scenario internazionale di grande incertezza. Evoluzione industriale, solidità finanziaria, crescita commerciale sui mercati, sostenibilità sono all’origine di questi risultati”.
Volendo far partire la “visione di lungo periodo” di cui parla Profumo dal momento in cui si è insediato, i dati mostrano trend in rialzo in vari ambiti, tanto che Sipri ( l’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma) che redige una classifica annuale dei primi 100 produttori mondiali nel settore della difesa, ha collocato Leonardo al primo posto nell’Unione europea per ricavi del settore (che rappresentano il 68% del fatturato di Leonardo) e al 12esimo posto nel mondo.

Gli ordini, spalmati in tutte le aree del business, che nel 2018, il primo anno della gestione-Profumo, ammontavano a 15 miliardi, nel 2022 hanno superato i 17 miliardi, con una crescita di oltre il 20% rispetto al 2021, portando il portafoglio oltre i 37 miliardi.

I ricavi, che nel 2018 erano stati pari a 12,2 mld, lo scorso anno sono ammontati a 14,7 miliardi grazie, in particolare, agli Elicotteri e all’Elettronica per la Difesa e Sicurezza. L’EBITDA che 5 anni fa era a 1.120 milioni, lo scorso anno si è attestato a 1.218 mln, portando la redditività sulle vendite (ROS) sopra l’8%. Particolarmente significativa la performance finanziaria, con il flusso di cassa (FOCF) che nel 2018 era a 336 milioni, nel 2022 è salita a 539 mln, con un aumento del 158% rispetto al 2021.

La carta statunitense: dalla riorganizzazione alle quotazioni

Ma oltre alla buona performance, Profumo porta in dote il fatto di aver saputo in questi anni tessere buoni e intensi rapporti con gli americani e con gli alleati, tanto che probabilmente non capirebbero molto una sua sostituzione. Non che alla Difesa americana interessi questo o quel nome, ma è un tema di business: di fronte al progressivo riarmo globale, gli Stati Uniti vogliono avere ben chiaro con chi fare affari.

Stando al bilancio 2022, gli Stati Uniti, dove Leonardo ha più di 7.000 dipendenti, alimentano il 27% dei ricavi. Proprio nelle ultime settimane le controllate oltreoceano sono state riorganizzate e riunite sotto un’unica società, la Leonardo Us Holding. Con questo riassetto il gruppo ha potuto recuperare una perdita da svalutazioni precedenti per quasi 1,3 miliardi di euro, imputate a Leonardo Us Holding. L’effetto si è visto già nel risultato netto 2022 della capogruppo pari a 1,701 miliardi di euro (quasi 10 volte quello del 2021), ma il completamento del progetto è previsto nel corso di quest’anno. Nello specifico, Leonardo prevede che le società Leonardo Drs, (elettronica per la difesa) e Leonardo US Corporation deterranno direttamente o indirettamente tutte le sussidiarie americane ed entrambe le società riporteranno a Leonardo US Holding. Da questo assetto è esclusa Leonardo US Electronics, che per il momento rimarrà partecipata direttamente da Leonardo UK.

Nelle grandi manovre rientra anche la fusione della società israeliana Rada con Leonardo Drs, che si è trovata automaticamente quotata alle Borse di New York e di Tel Aviv. Per dotare Leonardo Drs di una struttura di capitale autonoma, come previsto per le quotate negli Stati Uniti, è stato anche sottoscritto, con un pool di banche internazionali, un contratto di finanziamento di 500 milioni di dollari.
Proprio alle operazioni con Drs, Profumo ha attribuito la performance positiva conseguita da Leonardo nel 2022. “Grazie alla significativa generazione di cassa e alle cessioni dei business di Leonardo Drs abbiamo ridotto l’indebitamento” ha dichiarato Profumo. E “al tempo stesso rafforzato il core business attraverso l’acquisto del 25,1% di Hensoldt e il consolidamento di Rada in Leonardo Drs”.

L’altro gioiello di Leonardo per l’Europa e per l’Italia: Mbda

Leonardo ha diverse joint venture e partecipazioni: ATR, Telespazio, Thales Alenia Space, Avio, Mbda.
Quest’ultima, la controllata italiana del produttore europeo di missili, ha quasi raddoppiato gli ordini nel 2022 e punta a mantenerli al di sopra della soglia di 1 miliardo di euro nel 2023. Il gruppo, che detiene circa il 16% del mercato missilistico mondiale in termini di ordini ed è il principale operatore in Europa con una quota del 43%, è controllato dalla francese Airbus e dalla britannica Bae Systems, entrambe con il 37,5% e Leonardo ha il restante 25%. “L’accelerazione è legata a un nuovo atteggiamento nei confronti della difesa”, ha detto Lorenzo Mariani amministratore delegato di Mbda Italia facendo riferimento a un effetto “indiretto” della guerra in corso in Ucraina.
Mariani non ha commentato l’ipotesi, ma non ha nascosto le doti dell’azienda: “Dalla nuova leadership di Leonardo mi aspetto una cosa fondamentale: che curi Mbda come un gioiello, che capisca che è l’unica vera joint venture europea, che è un valore per l’Europa e per i suoi azionisti e da cui può trarre sia cospicui utili, ma anche un contributo alla sovranità italiana di cui Leonardo è massimo rappresentante a livello industriale”.

Dal 2017 Leonardo ha assunto 16.000 nuove persone, 10.000 gli ingegneri

Dal 2017 Leonardo ha preso a bordo oltre 16.000 addetti a livello internazionale, che si traducono in una crescita degli organici di circa 5.300 unità, al netto del naturale turnover.
In particolare ci sono 9.600 persone impegnate in attività di Ricerca e Sviluppo, con il 62% dei dipendenti che possiede un titolo di studio STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), mentre sono ben 10.000 gli ingegneri aeronautici, aerospaziali, elettronici, meccanici, informatici e delle telecomunicazioni che lavorano nel gruppo. Inoltre Leonardo continua a potenziare le professionalità: solo nel 2021 ha erogato 1,6 milioni di ore di formazione, attivando 776 percorsi formativi.

Nuovi ordini in arrivo

L’altro fiore all’occhiello della difesa europea è il consorzio Eurofighter di cui Leonardo detiene una quota del 20% e al quale fornisce il 60% dell’elettronica di bordo (“avionica”). Proprio in questi giorni si sta parlando della possibilità che la Spagna voglia siglare un contratto per 25 caccia Eurofighter “Typhoon”, dopo averne già acquistati 20 lo scorso anno. Inoltre il Governo bulgaro la scorsa settimana ha firmato un contratto per l’acquisto di sei elicotteri pronto soccorso di Leonardo le cui consegne sono previste tra il 2023 e il 2026.

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