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Prigozhin, chi è l’ex galeotto ultra-nazionalista che guida la Wagner e sfida Putin e lo stato maggiore russo

Che cosa vuole esattamente lo “chef di Putin” (ma lui preferisce definirsi il “macellaio di Putin”) che ha osato sfidare il Cremlino? S’è mosso da solo o qualcuno lo sostiene? E come finirà la sua avventura?

Prigozhin, chi è l’ex galeotto ultra-nazionalista che guida la Wagner e sfida Putin e lo stato maggiore russo

Ha sfidato apertamente il Cremlino. Ha mosso la sue fedeli milizie in direzione di Mosca. È arrivato a 200 chilometri dalla Capitale. Era tutto pronto per un tentativo di Colpo di Stato. Il primo tentato golpe in Russia in tre decenni di storia. E poi? Dietrofront, un “obbedisco” alla Garibaldi, e Yevgeny Prigozhin ha girato il suo convoglio ed è tornato alla base: “Torniamo indietro per non spargere sangue russo. Ora che per continuare dovremmo versarne, per senso di responsabilità facciamo invertire la rotta ai nostri convogli e facciamo ritorno alle nostre basi” ha detto in un audio il leader delle milizie. Che sia bastato la mediazione del presidente bielorusso Lukashenko lascia i suoi dubbi.

Il piano di Prigozhin era dichiarato: “Non ci sottometteremo a Mosca” era il suo pensiero. Da mesi, poi, minacciava una marcia su Mosca in aperto contrasto con il Ministero della Difesa russo colpevole, secondo lui del disastro in Ucraina. Oggi, invece, Prigozhin e la sua Wagner abbandonano anche Rostov, tra il tripudio della folla e tornano in Ucraina a combattere per la Russia.

Ma chi è Evgenij Prigozhin, lo “Chef” che ha sfidato il Cremlino e Putin?

I primi anni e l’arresto

La vita di Prigozhin è stata un continuo scalare il successo ma anche una serie di incidenti di percorso molto gravi. Prigozhin nasce a Leningrado (l’odierna San Pietroburgo) nel 1961. Da giovane pratica sci di fondo e si diploma in un collegio di atletica leggera. Ad appena diciotto anni viene condannato per furto con pena sospesa. Due anni più tardi ci ricasca ma questa volta le accuse sono più gravi: rapina, frode e prostituzione minorile. Viene condannato a dodici anni di reclusione, ne sconterà nove prima di essere rilasciato nel 1990. Decide di cambiare vita ed evitare i problemi. Insieme al padre apre un chiosco di hot dog entrando nel settore della ristorazione.

Il successo nella ristorazione e l’incontro con Putin

Da qui la scalata di Prigozhin non si ferma. Avvia con successo una catena di negozi alimentari e insieme ad un socio fonda i primi casinò della città di San Pietroburgo. Nel 1995 quando i ricavi cominciano a diminuire, decide di aprire un ristorante chiamato “La vecchia dogana”. Gli affari vanno bene e Prigozhin apre un altro ristorante, di lusso questa volta, “New Island”, su un battello galleggiante sulla Neva. Il locale diventa un punto di riferimento della città per ospiti illustri tra cui Vladimir Putin. Il successo di Prigozhin cattura l’attenzione del futuro presidente russo Vladimir Putin. Una volta salito al potere, Putin spesso sceglie i ristoranti di Prigozhin per ospitare importanti ospiti stranieri, come Jacques Chirac e George W. Bush. L’abilità di Prigozhin di riuscire a soddisfare le richieste culinarie delle personalità governative gli fa guadagnare il soprannome di “cuoco del Cremlino”.

Prigozhin, forte del legame con Putin, liquida i soci e apre diverse società di catering. La Concord Catering, ottiene contratti governativi del valore di centinaia di milioni di dollari per la gestione delle mense scolastiche e per i dipendenti del governo. Nel 2012, l’azienda ha ottenuto un contratto ancora più significativo per fornire pasti all’esercito russo, con un valore di 1,2 miliardi di dollari nell’arco di un anno.

Nuove attività e la creazione della Wagner

Nel frattempo, espande la sua attività e tornano ad immischiarsi in attività losche nel campo della propaganda e della disinformazione. Si ritiene che abbia istituito una fabbrica di troll nota come Internet Research Agency a San Pietroburgo nel 2013. Questa agenzia è composta da giovani informatici incaricati di diffondere fake news e manipolare l’opinione pubblica. Nel 2016, l’agenzia è stata collegata direttamente a Prigozhin. Si sostiene che abbia lavorato per influenzare le elezioni statunitensi favorendo la sconfitta di Hillary Clinton e il successo di Donald Trump.

Nel 2013 Prigozhin crea la brigata Wagner, compagnia militare privata che inizia ad operare in modo non ufficiale per l’esercito russo. La Wagner riceve ingenti somme dal Cremlino e comincia operazioni in diverse parti del mondo: Ucraina, Siria, Libia. La Brigata Wagner diventa il braccio militare per le operazioni “sporche” di Mosca aiutando dal 2014 l’esercito russo nel Donbass. Per anni, Prigozhin nega qualsiasi collegamento con i mercenari e con i soldati digitali, intraprendendo cause per diffamazione e facendo rimuovere le indagini dal web. Tutto cambia lo scorso autunno scorso, quando sorprendentemente rivendica la paternità della brigata Wagner, durante l'”operazione militare speciale”. Da qui comincia l’esposizione, non disdegnando le luci della ribalta. Nel mese di ottobre 2022, intanto, inaugura in modo sontuoso il quartier generale della “compagnia militare privata Wagner” in una torre di cristallo a San Pietroburgo.

Nel 2022, Prigozhin riceve l’onorificenza di eroe della Federazione Russa, oltre ad altre varie medaglie al merito per la Patria nel corso degli anni.

L’ambizione di Prigozhin

Tutto è cambiato per lo “Chef di Putin” da quando ha attirato l’attenzione su di sé. Si è lanciato in una serie di provocazioni e invettive, mirando sempre più in alto fino a sfidare apertamente il potere costituito. Ha criticato varie volte l’invasione in Ucraina accusando lo stato maggiore di inefficienza. Prigozhin si attira numerosi nemici: è malvisto dalle élite, che disapprovano la sua demagogia e i continui attacchi alle istituzioni, e persino dai nazionalisti che ne disprezzano la sua avidità di denaro. Il ministro della Difesa Shojgu e il capo dello staff delle forze armate Gerasimov convincono Putin che l’indipendenza di Wagner rappresenta una minaccia per l’esercito e, di conseguenza, per lo Stato. Prigozhin si agita e cerca di rivendicare successi militari, come la cattura di Bakhmut, ma viene ordinato da Putin di firmare un contratto che sottoporrebbe i suoi “volontari” al controllo del ministero della Difesa, e quindi di Shojgu. Da qui nasce l’idea di marciare su Mosca per dare un segnale al Cremlino e a Putin. Da Chef a nemico numero uno, per il presidente Putin “una pugnalata alle spalle”.

Le critiche al Ministero della difesa

Il suo obiettivo sarebbe unicamente rimuovere Shoigu e Gerasimov e sostituire le strategie di “macinazione di carne” che hanno seguito nella guerra. Prigozhin ha rivolto critiche feroci al ministro della Difesa Shoigu e ha messo in dubbio le motivazioni ufficiali di Mosca per la guerra contro l’Ucraina. Secondo lui, non vi erano reali motivi per iniziare il conflitto in Donbas. Kiev non aveva nessuna intenzione di invadere la Russia con l’appoggio della NATO. Il tutto sarebbe stato architettato dal ministero della Difesa russo che avrebbe ingannato il pubblico e il presidente. Ha anche affermato che alcuni oligarchi russi volevano far diventare presidente dell’Ucraina Viktor Medvedchuk, un alleato di Putin. Altra critica è stata rivolta al comparto militare russo, definendolo una “bolla d’aria” nonostante sia considerato il secondo esercito più grande al mondo.

Da quando è emerso dall’ombra della guerra in Ucraina, Prigozhin ha mostrato interesse per una futura carriera politica. Avrebbe dalla sua una importante macchina propagandistica e un significativo riconoscimento del nome tra la popolazione. Ma, soprattutto, la Brigata Wagner, a lui fedelissima, composta da 25.000 unità. Dalla sua, Prigozhin avrà anche alcuni sostenitori tra l’élite civile e militare, per le sue argomentazioni se non per il suo carattere, e non gli mancano certo i fondi per comprare favori e informazioni. La marcia verso Mosca sembrerebbe essere servita a lanciare questo segnale oltre a dimostrare la sua forza.

Le idee di Prigozhin

Prigozhin è noto per il suo nazionalismo russo e per il suo sostegno alle politiche che promuovono gli interessi della Russia. Ha sempre dato appoggio a Putin supportandone la sua leadership. Ritiene legittimo l’uso della forza militare per proteggere gli interessi del paese.

Quando gli fu chiesto se si identificasse con Grigorij Rasputin, che si guadagnò il favore dell’ultimo zar di Russia sostenendo di poter il figlio, Prigozhin rispose “Non fermo il sangue, ma verso il sangue dei nemici della nostra Patria“.

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