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Caos Russia: Wagner ferma l’avanzata verso Mosca. “Torniamo indietro per non spargere sangue”

Dopo essere quasi giunta a Sud di Mosca si ferma l’avanzata del gruppo di mercenari guidati dal leader Prigozhin “Passo indietro per non spargere sangue russo”. La Capitale si era blindata per il loro arrivo. Confusione nel territorio russo che non sembra preparato ad affrontare minacce interne. Kadyrov marcia ancora verso Rostov. Kiev, intanto, recupera territori persi nel 2014. E l’Occidente osserva l’evolversi

Caos Russia: Wagner ferma l’avanzata verso Mosca. “Torniamo indietro per non spargere sangue”

Dopo essere arrivate a 200 chilometri da Mosca le truppe della Wagner, guidate da Yevgeny Prigozhin hanno deciso di fare marcia indietro. La scelta sarebbe motivata dalla volontà di non spargere sangue russo. “Torniamo indietro per non spargere sangue russo. Ora che per continuare dovremmo versarne, per senso di responsabilità facciamo invertire la rotta ai nostri convogli e facciamo ritorno alle nostre basi” afferma in un audio Prigozhin.

La decisione arriva grazie alla mediazione del Presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, che ha negoziato direttamente con il leader dei mercenari per tutta la giornata. È stata trovata “una soluzione accettabile, con garanzie di sicurezza per i combattenti di Wagner” ha dichiarato il servizio stampa della presidenza bielorussa.

Wagner era avanzata fino a Sud di Mosca

Il convoglio del gruppo Wagner composto da veicoli armati era avanzato verso Mosca durante tutta la giornata viaggiando sull’autostrada M4, che collega Voronezh alla Capitale attraverso la regione di Lipetsk.

Secondo Kiev, “le forze del Gruppo Wagner hanno aggirato Voronezh e si sono dirette verso Mosca, spazzando via tutto ciò che trovavano sul loro cammino. Il tempo stimato di avvicinamento a Mosca della colonna Wagner è di 20-21 ore. Non si sa chi sia alla testa della colonna e se lo stesso terrorista Prigozhin ne faccia parte”. Lo scrive su Twitter Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli Affari interni dell’Ucraina.

A circa 350 km a sud di Mosca, nella regione russa di Lipetsk, erano stati scavati fossati nelle autostrade per fermare il convoglio dei mezzi militari. Mosca non era preparata ad affrontare minacce interne e si trovava a corto di risorse per impedire a Prigozhin di raggiungere la Capitale.

Wagner: no a cambio presidente, vogliamo solo il ministero della difesa

“La guerra civile è ufficialmente iniziata” aveva scritto su Telegram uno dei canali legati al Gruppo Wagner, diffondendo le immagini di un elicottero russo abbattuto a Voronezh dai mercenari di Prigozhin dopo che quest’ultimo li aveva attaccati. “Uno dei convogli del Gruppo Wagner è stato attaccato nella regione di Voronezh. Anche l’aviazione sta lavorando”. Prigozhin, aveva parlato dopo aver sentito il discorso di Putin alla nazione. Il leader dei ribelli in una nota audio aveva affermato che il presidente “si sbagliava profondamente” quando lo ha definito un traditore. “Nessuno si costituirà su richiesta del presidente. Non vogliamo che il Paese continui a vivere nella corruzione e nella menzogna. Siamo patrioti, e quelli che sono contro di noi sono quelli che si sono riuniti attorno ai bastardi” ha spiegato Prigozhin che per la prima volta si era espresso contro il presidente russo.

Nel pomeriggio di sabato, era apparso un messaggio che riassumeva la posizione della Wagner il quale affermava non voler cambiare il presidente della Russia, ma “solo” guidare il Ministero della Difesa. La loro richiesta è quella di guidare il Ministero della Difesa russo, poiché ritengono che attualmente stia portando la Russia alla sconfitta militare sul campo di battaglia e ha intenzionalmente distrutto la Wagner stessa.

Putin infastidito dalla situazione aveva pianificato di “eliminare” Evgeny Prigozhin e offrire un’amnistia ai combattenti del Gruppo Wagner. Parole dure e di preoccupazione erano arrivate anche dal vice presidente del Consiglio di sicurezza della Russia Dmitry Medvedev: “Il mondo sarà sull’orlo della distruzione se le armi nucleari finiranno nelle mani dei banditi e la crisi non riguarderà un solo Stato”.

Intanto, il leader ceceno Ramzan Kadyrov che aveva offerto il suo aiuto al presidente condannando l’ammutinamento del Gruppo Wagner è ancora in marcia per Rostov per ristabilire “l’ordine e l’unità dello Stato” russo.

Mosca blindata si preparava per l’arrivo dei ribelli

Mosca si era preparata all’eventuale arrivo dei ribelli del Gruppo Wagner. Soldati russi hanno allestito una postazione di mitragliatrici all’estremità sud-occidentale della capitale e sono state scavate anche trincee ai margini di Mosca. Evacuati gli edifici pubblici, musei e centri commerciali. Sospeso il traffico fluviale sul fiume Moscova.

Il sindaco di Mosca, Serghei Sobyanin, aveva invitato i cittadini a limitare gli spostamenti in città perché è possibile l’interruzione del traffico in alcuni quartieri. “La situazione è difficile”, ha scritto il sindaco su Telegram. Per ridurre al minimo i rischi, il sindaco ha poi deciso di dichiarare lunedì prossimo una giornata non lavorativa. “Vi chiedo di astenervi dal viaggiare per la città il più possibile. Possibile che il traffico sarà bloccato in alcuni quartieri e su determinate strade”.

A Rostov, invece, le stazioni ferroviarie sono sovraffollate di persone che vogliono lasciare la città.

Russia all’Occidente: non tentate di sfruttare la situazione

Il ministero degli Esteri russo ha messo in guardia i Paesi occidentali dall’utilizzare la situazione politica interna della Russia per i propri fini. Secondo il ministero, tali tentativi non avranno successo e non saranno sostenuti né in Russia né dalle forze politiche estere responsabili.

“Stiamo mettendo in guardia i paesi occidentali contro qualsiasi accenno di un potenziale utilizzo della situazione interna russa per il raggiungimento dei loro obiettivi russofobici. Tali tentativi sono privi di prospettive e non saranno incoraggiati nè in Russia, nè tra le forze politiche di buon senso all’estero”, ha detto il ministero in un comunicato. La Russia continuerà il suo corso sovrano per garantire la sua sicurezza, difendere i suoi valori, rafforzare la sua autorità sulla scena globale, formare un giusto ordine mondiale multipolare”, ha affermato.

Intanto Kiev è riuscita a riprendere dei territori nel Donbass occupati dai russi nel 2014. “Vicino a Krasnohorivka, in seguito a un contrattacco ben pianificato, le nostre unità d’assalto hanno preso il controllo di diverse posizioni che erano detenute (dai russi) dal 2014. Parliamo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr), vicino alla stessa città di Donetsk”, scrive Valery Shershen, portavoce delle forze armate ucraine del comando sud (Tavria).

Massima allerta invece negli Stati al confine russo. La Lettonia ha deciso di sospendere il rilascio di visti umanitari o di altro tipo ai russi che cercano rifugio a causa della crisi in Russia. Inoltre, il paese ha annunciato un rafforzamento della protezione delle sue frontiere con la Russia, che erano state chiuse a partire dal 19 settembre 2022. “La Lettonia segue da vicino l’evolversi della situazione in Russia e scambia informazioni con gli alleati. Nessuna minaccia diretta per la Lettonia in questo momento”, ha twittato il presidente lettone Edgars Rinkevics.

Zelensky con un videomessaggio in russo afferma “l‘uomo del Cremlino è ovviamente molto spaventato e probabilmente si nasconde da qualche parte, senza mostrarsi. Sono sicuro che non è più a Mosca. Chiama da qualche parte, chiede qualcosa da lì… Sa di cosa ha paura, perché lui stesso ha creato questa minaccia”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso della giornata aveva dichiarato che il presidente non si era mosso dalla città “Putin sta lavorando normalmente, non c’è stata nessuna fuga“.

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