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Pompei: l’Unesco inserisce altri Comuni nell’area archeologica. Il riconoscimento dopo dieci anni

L’area archeologica diventa più estesa e i Comuni dovranno organizzarsi. Parla il Sindaco di Trecase, Raffaele De Luca

Pompei: l’Unesco inserisce altri Comuni nell’area archeologica. Il riconoscimento dopo dieci anni

I romani probabilmente la conoscevano meglio di noi. La zona cuscinetto intorno a Pompei o “Buffer zone” è vasta quasi 18 kmq ed era frequentata quando nel 79 d.c. ci fu l’eruzione del Vesuvio. Ora il  Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco ha detto si : oltre a Pompei, Ercolano e Torre Annunziata l’area deve comprendere anche Portici, Torre del Greco, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, Castellammare di Stabia e Trecase.

Ci sono voluti 10 anni per chiudere la pratica UNESCO 829. L’area è passata dagli originari 0,24 kmq ai circa 28 kmq di oggi, un successo italiano. Turismo diffuso e più sostenibilità ai piedi del Vesuvio, dunque, nell’area vulcanica più monitorata d’italia. La proposta fu avanzata nel 2021- ricorda il ministero della Cultura- e la sua formulazione era frutto del lavoro coordinato condotto dal Parco archeologico di Pompei e dal Parco archeologico di Ercolano con l’Ufficio UNESCO del Ministero. La nuova perimetrazione della zona tiene conto di alcune richieste avanzate dal Comitato dell’organismo Onu riguardo al potenziamento dei servizi ed alla tutela del nuovo bacino. La cosa più importante da fare è aumentare la protezione dell’area per attirare investimenti e sviluppo urbanistico.

Qui ,purtroppo, l’area vesuviana è stata umiliata da sconci e speculazioni di ogni tipo. Centinaia di migliaia di persone vivono ogni giorno a contatto con il pericolo eruttivo, mentre altre decine di migliaia visitano Pompei ed Ercolano. Ne ammirano la storia, l’arte e le tradizioni .

Trecase: il piccolo Comune che diventa grande


Il titolo di merito Unesco segnerà una rivoluzione dei territori ? Lo abbiamo chiesto al Presidente del Parco nazionale del Vesuvio e sindaco di Trecase Raffaele De Luca. È molto soddisfatto della scelta Unesco, ma sindaco, come pensate di valorizzare questo riconoscimento ? «Il nostro Comune già da anni sta lavorando ad una pianificazione e al potenziamento di turismo ed agricoltura. Due settori centrali. Questo è un momento storico per le nostre comunità». In concreto ? « A Trecase da poco è stata riaperta la strada Matrone che è la seconda strada di accesso al Vesuvio. Un’opera importante che stiamo valorizzando». Sindaco, Trecase ha meno di 10 mila abitanti e voi dovrete attrarre turisti…. «Certo, l’inserimento di Trecase nell’area archeologica diventa fondamentale. Con fondi del Ministero della Cultura e del PNRR stiamo costruendo un Museo del vino ed una grande area di interscambio per i bus turistici che da qui accederanno al cratere del Vesuvio». Riuscite a conciliare il riconoscimento UNESCO con la sostenibilità ambientale ? «Penso di si. Il Parco del Vesuvio, di cui sono presidente, sta acquistando i bus elettrici per rendere proprio la strada Matrone una strada completamente green». Tempi lunghi ? «No. I lavori sono in corso e lo sviluppo della nostra zona resta quello programmato dalla mia amministrazione. Puntiamo, inoltre, anche su agricoltura di qualità e presidio slow food di vini pregiati e prodotti del Vesuvio».
Tutta l’area sarà interessata da un piano strategico preparato dall’Unità Grande Pompei (UGP) con altri 20 progetti per 156 milioni di euro. L’ampliamento archeologico è arrivato ma i territori devono farsi carico del prestigio arrivato dall’UNESCO. È un punto decisivo perché l’area metropolitana, la città di Napoli e soprattutto la Regione Campania non potranno sottrarsi ad impegni più estesi. Ai piedi del Vesuvio -per dirne una- passa la ferrovia Eav-Circumvesuviana della Regione Campania, da anni classificata come la peggiore ferrovia d’Italia. Bisogna migliorare la viabilità e la sicurezza di centinaia di edifici che ospitano bed e breakfast, controllare l’ordine pubblico. La Regione del governatore Vincenzo De Luca dovrà garantire servizi territoriali adeguati a flussi mondiali che arriveranno qui per apprezzare ciò che i romani già apprezzavano duemila anni fa.

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