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Pokè Bowl: tutti pazzi per il piatto hawaiano sano e gustoso

Un piatto dai sapori esotici che sta spopolando sempre di più nel nostro Paese. Solo nell’ultimo anno si è assistito a un incremento degli ordini su Uber Eats del 700%. Se preparato con ingredienti ben bilanciati, la pokè bowl è un piatto sano, equilibrato e gustoso a base di riso, pesce crudo, verdure e frutta. Ecco tutto quello che c’è da sapere

Pokè Bowl: tutti pazzi per il piatto hawaiano sano e gustoso

E’ l’ultima tendenza alimentare che ha conquistato anche il palato degli italiani: il Pokè. Un mix di sapori esotici e colorati a base di pesce freschissimo servito crudo dopo esser stato marinato con spezie esotiche e soia, solitamente in una ciotola, la “bowl”. Ad oggi è il protagonista di una vera e propria mania che ha preso piede dapprima negli Stati Uniti per poi arrivare oltreoceano, diventando il piatto preferito delle pause pranzo. La conferma arriva da Uber Eats, app per ordinare il cibo online d’asporto, che, in occasione dell’International Pokè Day ha analizzato gli ordini del piatto hawaiano nel nostro Paese: solo nell’ultimo anno ha registrato un incremento del 700%.

Come per molti cibi a base di pesce, anche il Poké (si legge poh-kay) trova le sue origini vicino al mare. Si tratta di un piatto povero nato dalla tradizione dei pescatori hawaiani che usavano mangiarlo come spuntino utilizzando gli scarti del loro pescato (infatti il termine significa letteralmente “tagliato a cubetti”). Poi i condimenti furono influenzati dalla cucina asiatica, Difatti, tra gli ingredienti principali troviamo cipolle verdi, alghe marine, salsa di soia e olio di semi di sesamo.

Già negli anni ’70, la preparazione dei poke divenne molto popolare. Ma solo negli ultimi 10 anni è impazzata sulla West Coast americana, con pokerie sempre più diffuse sul territorio. Finché la pokè-mania non ha colpito anche l’Europa, con il Regno Unito in vetta alle classifiche. Mentre nel nostro Paese, Milano è stata la prima città a fare da apripista nel 2017. Ad oggi questa tendenza ha conquistato tutte le città, da Nord a Sud.

Il mercato delle pokerie in Italia

Nel nostro Paese il mercato di questo piatto hawaiano ha registrato solo nel 2020 un valore di circa 86 milioni di fatturato, arrivando a 98 milioni di euro nel 2021. Secondo le previsioni potrebbe arrivare a registrare 143 milioni in altri 3 anni. È quando emerso dal report “Il mercato del pokè in Italia” realizzato da Cross Border Growth Capital, advisor in Italia per aumenti di capitale e operazioni di finanza straordinaria per startup e Piccole e medie imprese (PMI).

Secondo gli esperti a guidare la tendenza sono 9 catene principali che dominano il mercato nelle maggiori città, ovviamente Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli, insieme a Pokè Bar indipendenti, per un totale di 378 ristoranti. Invece a livello mondiale, nel 2020, il comparto ha raggiunto un giro d’affari di 1,74 miliardi di dollari e si stima che possa raggiungere i 3 miliardi nel 2024. Nell’anno segnato dalla pandemia, la European Food Agency ha dichiarato che il Pokè occupa la nona posizione sui top 30 cibi ordinati.

Come si compone la Pokè bowl

Si può acquistare in pokeria o preparare a casa. In molti ristoranti si può addirittura creare la propria Pokè Bowl a proprio gusto, con gli ingredienti che si preferiscono e condimenti vari. Per la composizione si può scegliere una fonte di carboidrati, una di verdure, una di proteine e infine, condimenti e topping. Per quanto riguarda i carboidrati, generalmente la scelta è tra riso (bianco, integrale, rosso o nero) oppure quinoa o orzo. Poi si passa alle proteine. Di norma il protagonista del piatto è il pesce crudo tagliato a pezzi (salmone, tonno, ombrina o polpo).

Questo ovviamente deve essere freschissimo e abbattuto. Esistono però anche delle varianti: carne di manzo o di pollo oppure tempeh, seitan, tofu, edamame e ceci per i vegani. Alla Pokè Bowl si aggiungono poi una o più verdure e qui ci si può sbizzarrire con zucchine, pomodori, cipolla, carote, alga wakame, cavolo e chi più ne ha ne metta. Eventualmente si puòà aggiungere anche la frutta come avocado, mango e ananas. Alla fine, si scelgono le salse e i topping.

Tra le prime c’è un’ampia scelta: salsa di soia, wasabi, teryaki, maionese, tonkatsu, agrodolce e così via. Mente per il topping si può optare tra frutte secca in granella (anacardi, mandorle, pistacchio) oppure semi di sesamo, cipolla croccante e zenzero. Altrimenti si può trasformare il pokè in un delizioso finger food, basta avvolgere il tutto con un’alga nori e trasformarlo in un wrap.

Proprietà nutrizionali

Dunque, il Pokè è un piatto unico ben bilanciato, l’ideale per chi vuole rimanere in forma senza rinunciare al gusto. Questo sempre se gli ingredienti vengono scelti con criterio. Perché il fascino di questa ciotola colorata è la possibilità di personalizzare il piatto in base ai propri gusti e necessità nutrizionali. Per far sì che il Pokè rimanga “sano” basta prediligere cereali integrali, una fonte proteica cruda o cotta al vapore, abbondare con verdura, non esagerare con la frutta secca ed evitare l’aggiunta di salse, ingredienti fritti (come la cipolla) o formaggi.

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