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Pnrr, cosa pensano i partiti? Destra critica, da Pd e M5S ok a modifiche minime, per il Terzo Polo è la bussola

Nel centrodestra solo Forza Italia sottolinea la necessità di portare a termine le riforme indicate nel Pnrr – La Lega chiede modifiche e rifiuta la legge sulla concorrenza

Pnrr, cosa pensano i partiti? Destra critica, da Pd e M5S ok a modifiche minime, per il Terzo Polo è la bussola

Cosa pensano i partiti del Pnrr? Le posizioni sono variegate, ma un aspetto è comune a quasi tutta la politica: nei programmi diffusi in campagna elettorale, lo spazio dedicato al Piano nazionale di ripresa e resilienza è davvero poco. Il che è strano, visto che contiene gli impegni e i programmi d’investimento che l’Italia si è impegnata a rispettare (in tempi precisi) per ricevere dall’Europa circa 200 miliardi fra aiuti diretti e prestiti agevolati. Non seguire il Pnrr vuol dire mettere a rischio queste risorse, che ad oggi rappresentano la migliore occasione per far ripartire il Pil del nostro Paese. Eppure, come emerge da un’inchiesta del Sole 24 Ore, diversi partiti – ma per fortuna non tutti – sembrano non tenere conto di questo problema.   

Fratelli d’Italia: “La revisione del Pnrr è una priorità”

Per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il partito in testa ai sondaggi, una delle “priorità del prossimo Governo” sarà “la revisione del Pnrr”. Raffaele Fitto spiega al Sole che il Piano “nasce e viene finanziato come risposta alla crisi provocata dalla pandemia. Nel frattempo però l’inflazione è cresciuta e la guerra ha fatto schizzare i prezzi non solo del gas e dell’energia in generale ma di tutte le materie prime: come si può pensare di non tener conto di un cambiamento di questa portata?”. Quanto al rischio di perdere gli aiuti, “ci muoviamo nel pieno rispetto dei regolamenti europei – continua Fitto – L’articolo 21 parla esplicitamente di “modificare o sostituire” qualora ricorrano situazioni oggettive e credo che gli effetti della guerra rientrino abbondantemente in questa categoria”.

Forza Italia: “Ma le riforme previste nel Pnrr vanno fatte”

Sulla stessa linea Forza Italia. Secondo il numero due del partito, Antonio Tajani, sottolinea però che “tutti gli impregni presi con Bruxelles saranno onorati, a partire dalle riforme incluse nel Pnrr”; stabilito questo, è comunque necessario “aggiornare” il Piano per tener conto dell’inflazione energetica, “un dato oggettivo di cui è ben consapevole anche la Commissione”.

Lega: “Il Pnrr va modificato e sulle riforme si discute”

Molto più critica la Lega, che parla al Sole per bocca di Claudio Borghi, alfiere dell’euroscetticismo: “Noi eravamo contrari a Next generation Ue e di conseguenza al Pnrr”, ma “nel momento in cui il governo italiano con Giuseppe Conte ha fatto l’accordo si è aperta una nuova partita e infatti abbiamo votato a favore del Pnrr, che però non può essere immodificabile”. Anche la Lega insiste sull’aggiornamento dei prezzi delle materie prime. Ma sulle riforme, a cominciare dalla legge per la concorrenza, Borghi conferma che il partito di Matteo Salvini non intende cedere alle richieste dell’Europa: “Non è che in Spagna sulle concessioni ai balneari si può fare in un modo e in Italia invece ci dicono che viola la concorrenza. Su questo non ci stiamo”.

Terzo polo (Calenda e Renzi): il Pnrr è stella polare del programma elettorale

Carlo Calenda, leader di Azione, la vede in modo totalmente diverso, al punto da considerare il Pnrr la stella polare del programma elettorale del Terzo polo. “Dobbiamo raggiungere ancora l’85% degli obiettivi, realizzare concretamente i progetti e attuare le riforme. Invece di pensare di aggiornare il piano per finanziare i diciottenni come piace a Letta o la flat tax della destra dobbiamo implementarlo mettendo a disposizione dei Comuni le risorse per poter ricorrere anche alla progettazione esterna e consentire automaticamente allo Stato di avocare a sé le decisioni qualora gli enti locali o le regioni siano inadempienti”.

Pd: “Ok solo a modifiche tecniche precise”

Una via di mezzo la posizione del Pd. Antonio Nicita, che ha coordinato i dirigenti dem nella stesura del programma, dice “no a modifiche dei progetti, perché si finirebbe per bloccare il piano e perdere le risorse”, ma sì “a modifiche tecniche precise”, ad esempio per applicare la clausola del 40% di investimenti al Sud che rischia di restare su carta per l’incapacità delle amministrazioni di presentare i progetti.

M5S: “Sì a modifiche ma senza mettere a rischio gli aiuti”

Del Pnrr il Movimento 5 Stelle parla solo una volta nel programma elettorale, in riferimento a “maggiore trasparenza e controllo dei fondi” del Piano. “Il Movimento è disponibile a valutare modifiche necessarie a utilizzare in modo più efficiente le risorse – dice al Sole 24 Ore Mario Turco, vicepresidente M5S ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio – ma bisogna fare attenzione perché pregiudicare le rate con scadenze e programma di spesa avrebbe un serio impatto sulla credibilità dell’Italia nei confronti dell’Europa”.

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