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Plenitude, Descalzi: per la quotazione ci vogliono condizioni migliori. Se non nel 2023 si andrà al 2024, ma si farà

l’Ad dell’Eni vuole condizioni ideali per la quotazione “strategica” della sua controllata. Per Descalzi il prezzo del petrolio resterà attorno gli 80 dollari il barile

Plenitude, Descalzi: per la quotazione ci vogliono condizioni migliori. Se non nel 2023 si andrà al 2024, ma si farà

Non sarà nemmeno il 2023 l’anno della quotazione in borsa di Plenitude, se non si aprirà una finestra positiva. Altrimenti si andrà al 2024. Lo ha detto Claudio Descalzi, Ad di Eni, in occasione del Sustainable Future Furum 2023 di Class Editori e Milano Finanza.
L’idea della quotazione di Plenitude, società del gruppo Eni specializzata nella commercializzazione di gas ed energia elettrica e nelle rinnovabili era nata già lo scorso anno con l’intenzione di un’Ipo a giugno 2022. Ma poi si sono succeduti diversi rinvii.
“Quando abbiamo fatto il roadshow con gli investitori è scoppiata la guerra” ha detto Descalzi. “La situazione del conflitto è ancora molto incerta, se ci fosse una finestra positiva la faremmo già quest’anno, altrimenti il prossimo. Plenitude è molto strategica per noi: andare in borsa vuol dire valorizzarla e avere risorse ulteriori da investire nel progetto strategico delle rinnovabili”.
Anche il maggio scorso, l’Eni, rispondendo agli azionisti aveva confermato l’obiettivo della quotazione di Plenitude, precisando però che ciò avverrà “quando le condizioni del mercato azionario saranno più favorevoli o meno incerte“ e anche nel caso, come aveva indicatto l’Eni, dell’ingresso nell’azionariato investitori istituzionali. L’Eni non ha mai fatto mistero di puntare molto su Plenitude che può soddisfare la fame del mercato di investimenti nelle rinnovabili. L’obiettivo che l’Eni ha in mente per Plenitude è una capitalizzazione di Borsa di 10 miliardi di euro e anche più.

Gas: l’Italia ha vinto la sfida degli stoccaggi, entro l’anno sostituiremo l’80% del gas russo

Descalzi oggi ha fatto più in generale un accenno anche alla situazione italiana: “La situazione è migliorata, gli stoccaggi sono quasi pieni. Ogni Paese Ue ha un mix energetico diverso: la Francia ha il nucleare, la Germania eolico e carbone” ha detto l’Ad. “E poi c’è stato un forte afflusso di gas dagli Stati Uniti e un passaggio rapido ai rigassificatori. In Italia lo abbiamo fatto con Piombino, e siamo stati i più veloci di tutti: per adesso abbiamo sostituito il 50%, arriveremo a fine anno con l’80%”.
“La situazione dell’improvvisa mancanza di gas dello scorso anno è rientrata, ma un Paese non è mai veramente tranquillo se non possiede la risorsa che consuma di più. Noi come Eni abbiamo diversificato sia come geografie sia come accesso all’energia: dalla Russia importavamo, in altri Paesi esploriamo. Il gas che viene da questi giacimenti è di Eni, e quindi l’Italia può averlo senza brutte sorprese”, ha aggiunto ipotizzando che il prezzo del petrolio rimarrà attorno agli 80 dollari il barile.

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