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Pil Ue verso -12%, ma Bce rassicura. Venti di guerra Usa-Cina

Profonda crisi in Europa e in America mentre la produzione industriale cinese rialza la testa – Negli Usa 36 milioni di disoccupati: “Verso l’inverso più buio” per il Coronavirus – Brillano i titoli delle Borse – Frana ancora Exor

Pil Ue verso -12%, ma Bce rassicura. Venti di guerra Usa-Cina

Arriva dalla Cina un segnale di conforto in mezzo a tanti disastri. La produzione industriale di Pechino è salita ad aprile del 3,9% rispetto a 12 mesi fa, il primo dato con il segno più dopo lo scoppio dell’epidemia. Il dato, migliore del previsto, fa sperare in una crescita del prodotto interno lordo nel secondo trimestre.

LA CINA VERSO IL CONGRESSO, L’INDIA SOCCORRE LE PMI

La Borsa di Tokyo è in rialzo dello 0,4% nel finale di seduta, quella di Hong Kong dello 0,4%, quella di Sidney dello 0,9%. Sulla parità il Kospi di Seul.

Poco mossi i listini cinesi alla vigilia del Congresso del Popolo della Cina, già rinviato per la pandemia, che dovrebbe deliberare le linee guida di politica economica, compresi eventuali nuove misure di sostegno al sistema finanziario e produttivo.

Il mercato azionario dell’India ha aperto in lieve ribasso, dopo il -2,7% di ieri. A fronte della riluttanza delle banche ad erogare finanziamenti al sistema delle imprese, il governo ha preso la decisione di mettere a disposizione 62 miliardi di dollari alle piccole e medie aziende ed alla microfinanza.

I DISOCCUPATI USA SALGONO A 36 MILIONI

Le buone notizie per l’economia globale finiscono qui. La ripresa delle fabbriche cinesi, favorita dagli aiuti di Stato, non ha superato la soglia d’ingresso dei grandi magazzini: le vendite al dettaglio sono scese del 7,5% a fronte dell’aumento della disoccupazione salita al 6%. Niente di particolare dai numeri biblici in arrivo dagli Usa: i sussidi di disoccupazione negli States sono saliti di 2,98 milioni unità nella settimana conclusa il 9 maggio, portando il totale dei senza lavoro americani a circa 36 milioni di unità dall’inizio dell’emergenza coronavirus. E nell’eurozona, segnala il bollettino economico della Bce, il Pil 2020 si contrarrà tra il 5 e il 12%. In questa cornice Donald Trump ha scelto la strategia che gli è più congeniale: l’attacco. Ieri con un’incendiaria intervista a Fox News, il presidente ha minacciato di interrompere ogni contatto con la Cina, che l’ha “profondamente deluso”. “Quali saranno le conseguenze? Potremmo risparmiare 500 miliardi di dollari”. Non è dato sapere come, ma il Tesoro Usa ha già vietato gli investimenti già in programma dei grandi fondi pensione pubblici in aziende cinesi.

IL VIROLOGO: L’AMERICA VERSO L’INVERNO PIÙ BUIO

E la guerra commerciale rischia di riaccendersi in un quadro di aspri conflitti sulle strategie anti Covid-19. Davanti al Congresso Rick Bright, l’ex direttore dell’Autorità per la ricerca avanzata licenziato il mese scorso dalla Casa Bianca, ha detto che gli Stati Uniti si stanno dirigendo verso “l’inverno più buio della storia moderna” se non migliorano rapidamente la risposta del coronavirus. Intanto Emmanuel Macron ha chiesto che un eventuale vaccino anti Covid-19 venga sottratto alle leggi di mercato e ha convocato i dirigenti della multinazionale francese Sanofi. Il Ceo del gruppo farmaceutico aveva detto che avrebbe condiviso il vaccino prima con gli Stati Uniti.

KBW: LE BANCHE USA POSSONO PAGARE IL DIVIDENDO

In terreno positivo, dopo un avvio agitato, i mercati Usa. Ieri sera l’S&P500 ha guadagnato l’1,1% a 2.850 punti, Dow Jones +1,6%, Nasdaq +0,9%.

A spingere al rialzo sono state le banche: Bank of America +4%, JP Morgan +3,5%, Wells Fargo +6,7% e Capital One +9%. Il rally è partito dopo la pubblicazione di un report di Keefe, Bruyette & Woods, in cui si sostiene che le banche degli Stati Uniti non dovrebbero aver alcun problema a pagare il dividendo.

In grande evidenza Cisco Systems (+4,5%), favorita dal boom delle connessioni richieste dal lavoro a domicilio.

Il petrolio Brent è in rialzo dell’1% a 31,5 dollari il barile, dal +6,7% di ieri in chiusura.

PIAZZA AFFARI LIMITA AI DANNI A -1,84%

Giornata molto difficile ieri per tutte le Borse europee. Non ha fatto eccezione Piazza Affari, – 1,84% a 16.602 punti base, ma in risalita dai minimi di giornata che hanno oltrepassato il -3%. Oggi sono in programma un nuovo Consiglio dei ministri e un vertice con le Regioni per stabilire le linee guida indispensabili per le riaperture del 18 maggio. Non dovrebbe essere ancora prevista la possibilità di spostarsi da una Regione all’altra. Il testo conterrà, però, la possibilità di riaprire su base territoriale a patto che le attività commerciali ed economiche garantiscano i requisiti indicati dall’Inail.

100 MILIARDI DI MINORI ENTRATE PER IL FISCO TEDESCO

Profondo rosso anche nel resto del Vecchio Continente: Francoforte perde l’1,99%. Il ministro delle Finanze Olav Scholz ha detto ieri che la frenata dell’economia si tradurrà in minori entrate fiscali per 100 miliardi di euro. Ma non ci saranno aumenti di imposte, assicura Angela Merkel: con i tassi sottozero anche a Berlino conviene fare debiti.

Poco meglio Parigi (-1,65%). Perde colpi Bouygues, -4,6% dopo i conti. Le misure governative per sostenere il turismo non hanno risvegliato Accor (-2,7%). Numeri da brividi per la City: la Borsa cede il 2,75%.

BRILLANO I TITOLI DELLE BORSE

In mezzo a tanti disastri, brillano i titoli delle Borse, favoriti dal boom degli scambi trainati dalla volatilità in crescita. Euronext guadagna il 3,4% dopo aver riportato un balzo del 55% dei ricavi trimestrali, in parte guidato dall’inteso trading di marzo che ha fatto aumentare gli utili di alcune banche e broker.

VILLEROY: NON TOLLEREREMO RIALZI IMMOTIVATI DEI TASSI

Il deterioramento degli indicatori dei consumi è senza precedenti”. Perciò “è ancora necessario un ampio grado di accomodamento monetario”. Dopo le dure parole di Jerome Powell è toccato al Bollettino della Bce rinnovare l’allarme sullo stato della congiuntura che minaccia di sfuggire dal controllo delle banche centrali. La contrazione del Pil nella zona euro, compresa fra il 5 e il 12% “sarà limitata dalla graduale rimozione delle misure di contenimento, ma la rapidità e la portata restano tuttavia fortemente incerte”. Per questo il consiglio direttivo è “assolutamente preparato a incrementare l’entità degli acquisti del Pepp”. Ma anche a vigilare contro eventuali attacchi ai partner più deboli.

“Ma noi non permetteremo alle dinamiche avverse di mercato di determinare rialzi immotivati dei tassi d’interesse in alcuni paesi, che minaccerebbero la regolare trasmissione della nostra politica monetaria comune”, ha ammonito ieri il governatore della Banque de France Villeroy de Galhau collegato in videoconferenza con la Bocconi.

SPREAD A 235, POCO MOSSO

In questa cornice i mercati obbligazionari dell’Eurozona sono relativamente più stabili dell’azionario. Dopo una mattinata sostanzialmente stabile, si è registrata la discesa dei prezzi e la parallela risalita dei rendimenti.

Lo spread si allarga di poco a 235 punti base. Il rendimento del Btp ha chiuso a 1,820%.

In attesa del varo lunedì prossimo del nuovo Btp Italia, il Tesoro continua a godere del favore degli investitori professionali. Ieri la riapertura agli specialisti dell’offerta dei Btp per 900 milioni ha raccolto prenotazioni per 8 miliardi.

FRANA ANCORA EXOR, FCA RINUNCIA AL DIVIDENDO

È stata un’altra giornata no per la scuderia Agnelli. Exor dopo il tonfo di mercoledì cede un altro 5% sulla scia dell’annuncio che la francese Covéa si è ritirata dall’acquisto di Partner RE, operazione da 9 miliardi di dollari. “L’incertezza legata all’epidemia – scrive Les Echos – comincia a circolare anche a proposito delle nozze tra Fca e Psa”. L’ipotesi è respinta con vigore dai due gruppi ma sia Fiat Chrysler (-4%) che Peugeot (-6,7%) hanno reso noto di avere cancellato la distribuzione dei rispettivi dividendi ordinari, ciascuno da 1,1 miliardi di euro, alla luce dell’impatto dell’emergenza Covid-19. Le difficoltà dello spin off di Iveco frenano ancora Cnh Industrial (-5,64%).

DIASORIN CONTINUA IL RALLY

La nota più positiva arriva di nuovo da Diasorin: +4,3% che si aggiunge al +7% di ieri dopo avere toccato un nuovo massimo storico a 180,8 euro. La società di diagnostica ha reso noti risultati del primo trimestre leggermente migliori delle attese, ha ritirato la guidance 2020, ma ha aumentato la capacità produttiva per i test sierologici da 5 a 10 milioni al mese, ottenendo anche il via libera per la vendita di questi test nel Canada. Banca Akros ha alzato il prezzo obiettivo da 119,2 a 192,5 euro, ribadendo il rating accumulate, dopo i risultati del primo trimestre 2020.

LA NIGERIA SOSTIENE SAIPEM

Tiene Saipem (-1%) grazie ai nuovi contratti per il progetto Nigeria Lng Train 7, valore complessivo di oltre 4 miliardi di dollari. La quota Saipem è pari a 2,7 miliardi. Giù Tenaris (-3,6%) ed Eni (-2,4%), incurante del balzo del prezzo del Brent.

Le notizie positive, in pratica, finiscono qui.

GIÙ BANCHE ED UTILITIES, TRABALLA LEONARDO

Sotto tiro le banche a partire da Mediobanca (-2,8%) e Unicredit (-1,81%). Intesa Sanpaolo -0,72%.

Non si salvano le utilities: Hera -3,36, Snam-3,14%, Enel -2,42%.

In forte ribasso Leonardo, che cede il 6,5% molto peggio dell’indice, penalizzato dalla decisione di Morgan Stanley di tagliare il prezzo obiettivo a 6,4 euro da 6,75 euro precedente,

Giù le altre blue chip industriali: Prysmian -2,52%, Stm -2,24% e Buzzi -1,77%. Fa eccezione Pirelli (-0,55%): Deutsche Bank ha confermato la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 4 euro dopo i conti del primo trimestre superiori alle attese degli analisti e la conferma dei target 2020.

Tra le mid cap, Tod’s, ben comprata per gran parte della seduta, inverte la rotta e cede l’1,4%: il gruppo del lusso italiano ha chiuso il primo trimestre con vendite in calo di quasi il 30%.

IN CONROTENDENZA FALCK E INTERPUMP

Interpump +2,1%. Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo da 27,5 a 29,5 euro, confermando la raccomandazione buy, dopo i conti trimestrali.

Da notare Falck Renewables (+3,06%). Equita Sim ha alzato il rating sul titolo a buy, con un target price incrementato del 23% a 5,3 euro, dopo risultati sopra le attese.

In forte calo gli editoriali: Mondadori -6,32% e Rcs -4,6%.

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