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Diasorin, un anno da Toro spinto da Kit e tampone rapido

Le azioni del pharma italiano hanno realizzato un progresso del 90% in un anno. Buona la trimestrale e le prospettive – Il Canada adotta il test sierologico. E a Lodi spunta un concorrente cinese “mascherato” da italiano

Diasorin, un anno da Toro spinto da Kit e tampone rapido

“Ci sono molti Paesi dove andremo a fornire il nostro test, ma non al nostro governo”. Tutto qui. Davanti agli analisti radunati per illustrare l’ottima trimestrale di Diasorin, il ceo Carlo Rosa mercoledì ha evitato commenti sull’esito della gara per la fornitura dei test sierologici bandita dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. A sorpresa, la commessa è stata assegnata all’americana Abbott che si è impegnata a fornire 150 mila kit gratis piuttosto che all’azienda italiana che godeva dei favori del pronostico. Ma ci vuole ben altro di questi tempi per far perdere il buonumore a Rosa gratificato, sia dai successi dei test diagnostici sviluppati dal gruppo che dall’avanzata del titolo in Piazza Affari, uno dei pochi in grado di brillare in un listino dominato dalla paura.

Negli ultimi 12 mesi il titolo biotech ha messo a segno un rialzo del 90 % circa, per due terzi negli ultimi mesi, a mano a mano che cresceva l’attenzione per i risultati del gruppo che ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 37,3 milioni di euro, in calo del 6,6% rispetto al primo trimestre del 2019 ma a detta di Jefferies, dopo vendite superiori del 4%  alle attese. Mercoledì, ieri, in coincidenza della conference call con gli analisti, il titolo ha preso il largo con un balzo del 7,48%. Oggi, in un mercato riflessivo, la partenza del titolo è stata brusca ma poi in recupero (-0,23%) a differenza di Recordati +0,32%, l’altro titolo pharma in terreno positivo da gennaio, un privilegio condiviso solo con Nexi in Piazza Affari.  

 Ad alimentare il rally di Diasorin, Rosa ha annunciato che la società ha ricevuto il via libera dalle autorità canadesi per la vendita del test sierologico una decisione che segue di pochi giorni l’ok da parte della Food and Drug Administration statunitense. Inoltre, ha aggiunto il ceo, “sui test sierologici i governi di altri Paesi, come Belgio e Israele, stanno rispondendo bene”.  L’azienda aumenterà la capacità produttiva, passando da 5 a 10 milioni di test al mese per fare fronte alla richiesta di tamponi che segnalano la presenza degli anticorpi IgG neutralizzanti in risposta all’infezione da Covid-19. Un contributo strategico rilevante nella lotta per contenere l’espansione del coronavirus. 

 “La nostra sfida – ha dichiarato Rosa in un’intervista al Financial Times –  è di mettere a punto un test altrettanto affidabile di quelli attuali ma  più rapido e ad un costo assai inferiore perché sviluppato su una tecnologia semplice”. Il test molecolare su piattaforma proprietaria consente, a partire dal tampone l’individuazione del virus entro 1,5 ore contro le 6-8 ore dei sistemi concorrenti. In termini di business, questo comporta un aumento delle stime di ricavi incrementali dai precedenti 5-10 milioni a 10-12 milioni al mese. Ci attendiamo che la capacità salga un po’ e che continui a svilupparsi su base mensile”. 

Per la sperimentazione dei test sierologici Diasorin sta collaborando con la Regione Lombardia. Nella speranza che la procura di Milano ed il Tar, messi in azione dall’esposto della Techno Genetics che contesta l’avvio della collaborazione tra l’Ospedale San Matteo di Pavia e la multinazionale italiana senza una gara, non ravvisino riscontri negativi. Ma la stessa Techno Genetics è la controllata italiana di una multinazionale di Shanghai.   

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